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Lettera aperta al Presidente della Repubblica



Al Presidente della Repubblica
al Presidente del Senato della Repubblica
al Presidente della Camera dei Deputati
al Presidente del Consiglio dei Ministri

Egregi signori,
con la presente vorremmo sottoporre alla vostra attenzione quanto segue:

1. il diritto internazionale non contempla il diritto di uno stato di
scatenare una guerra contro un altro stato o piu' stati adducendo a pretesto
il fatto che sul suo o loro territorio si trovino gruppi criminali.
Secondo tale ragionamento essendoci in Italia organizzazioni mafiose
qualunque stato potrebbe aggredire il nostro paese.

2. La Costituzione della Repubblica Italiana non consente al nostro paese di
partecipare a una guerra di aggressione.
La partecipazione o il sostegno italiano a una guerra di aggressione e'
quindi impossibile, ed un governo che tale partecipazione o sostegno
disponesse si collocherebbe fuori della legalita', ed un Presidente della
Repubblica che tale partecipazione o sostegno avallasse commetterebbe il
delitto di alto tradimento.

3. Scatenando una guerra condotta attraverso uccisioni di massa (ed ogni
guerra contemporanea costitutivamente e' cosi') si riprodurrebbe l'azione
dei terroristi e si favoreggerebbe e proseguirebbe il loro disegno criminale
e disumano.
Chi promuovesse o prendesse parte a una tale guerra si farebbe complice e
seguace dei terroristi, si farebbe terrorista a sua volta.

4. Pertanto siamo a richiedervi di rispettare la legge fondamentale del
nostro ordinamento, cui avete giurato fedelta', e di esprimere l'opposizione
assoluta del nostro paese ad ogni eventuale azione di guerra.

Nella sciagurata ipotesi che una guerra venisse scatenata, che il governo
italiano decidesse la partecipazione ad essa del nostro paese, che il
Parlamento italiano non la respingesse, e che il Presidente della Repubblica
Italiana non la impedisse, a fronte di questa condotta illegale e criminale,
ed effettualmente golpista, il cui esito sarebbe di contribuire a provocare
stragi e la violazione della legalita' nel suo fondamento costituzionale,
ebbene, fin d'ora vi dichiariamo che:

a) ci opporremo alla guerra e ci impegneremo sia per salvare delle vite
umane innocenti in pericolo, sia in difesa della Costituzione della
Repubblica Italiana, dello stato di diritto, della legalita' e della
democrazia;

b) chiameremo l'intero popolo italiano ad opporsi alla guerra illegale e
criminale;

c) agiremo contro la guerra, contro il terrorismo, ed in favore della
legalita' e dei diritti umani, unicamente secondo modalita' rigorosamente
nonviolente, del tutto opposte ad ogni forma di violenza fisica, psicologica
ed anche solo verbale; col massimo impegno intellettuale e morale per
ricondurre tutti alla ragione e al rispetto del diritto e della legalita',
col massimo impegno concreto per contrastare operativamente la guerra e per
ottenere il ripristino della legalita' costituzionale.

Ed in particolare agiremo:

I. Con l'azione diretta nonviolenta: per opporci alla guerra ed ai suoi
apparati, cercando di mettere le strutture militari e tutte le attivita'
connesse alle armi (produzione, commercio, uso) in condizioni di non poter
agire, e quindi in condizioni di non nuocere all'incolumita' e alla vita di
esseri umani;

II. Con la disobbedienza civile di massa: chiamando tutti i cittadini, ed in
primo luogo tutti i pubblici dipendenti e gli operatori di servizi di
pubblica utilita', a noncollaborare con la guerra, ad opporsi alla
violazione della legalita', a negare il consenso a una decisione golpista e
stragista;

III. Con lo sciopero generale: per bloccare l'economia, la macchina
amministrativa e il paese, e costringere quel governo, quel Parlamento e
quel Presidente della Repubblica che avessero violato la legalita'
costituzionale a prendere atto dell'opposizione popolare ad una decisione
illegale e criminale, a recedere dalla loro decisione.

Tanto vi annunciamo fin d'ora, come e' proprio della tradizione delle lotte
nonviolente, affinche' voi fin d'ora sappiate quale sia la nostra opinione,
la nostra determinazione, la nostra azione nel caso che la guerra venisse
scatenata e che l'Italia vi prendesse parte.

Sperando che la guerra non scoppi, sperando che siate cosi' ragionevoli da
non volervi precipitare l'Italia, sperando che sappiate condividere la
nostra volonta' di rispettare e difendere la Costituzione della Repubblica
Italiana, lo stato di diritto, la legalita', la democrazia, il diritto di
ogni essere umano alla vita,

distintamente vi salutiamo, augurandovi una cosciente riflessione e un buon
lavoro nell'interesse del paese e dell'umanita', per la pace e per la
legalita', contro ogni forma di terrorismo e di criminalita', contro ogni
violazione dei diritti umani.

Per il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo
il responsabile, Giuseppe Sini

Viterbo, 23 settembre 2001

Mittente: Centro di ricerca per la pace
strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo
tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it

* * *

Alla presente lettera aperta si allega la seguente notizia sull'estensore e
firmatario:
Peppe Sini e' fin dalla fondazione negli anni settanta il responsabile del
"Centro di ricerca per la pace" di Viterbo.
E' stato pubblico amministratore comunale e provinciale particolarmente
impegnato sui temi della pace, della solidarieta', della democrazia, dei
diritti e della legalita', della lotta contro i poteri criminali.
Socio del Coordinamento Antimafia di Palermo, ha realizzato varie
pubblicazioni sia a stampa che nella rete telematica, ed ha condotto sia
come pubblico amministratore che come studioso e giornalista varie
iniziative di inchiesta e denuncia contro la corruzione politica, contro
l'economia inquinata, contro i poteri criminali.
Nel 1987 ha coordinato per l'Italia la campagna di solidarieta' con Nelson
Mandela allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano, e
successivamente divenuto primo Presidente del Sud Africa democratico.
Gia' obiettore di coscienza (e promotore del servizio civile alternativo: ha
personalmente redatto i progetti in base a cui negli scorsi decenni alcuni
enti locali si sono convenzionati col Ministero a tal fine), sia nel 1991
(guerra del Golfo) che nel 1999 (guerra dei Balcani) e' stato tra i
promotori dell'opposizione nonviolenta alla partecipazione italiana alle due
guerre, opposizione fondata giuridicamente sull'obbligo di rispettare
l'articolo 11 della Costituzione della Repubblica Italiana, che la
partecipazione del nostro paese a quelle orribili carneficine esplicitamente
ed inequivocabilmente proibiva. Per l'azione di opposizione alla guerra ha
subito due procedimenti penali entrambi risoltisi a suo favore. Nel 1999 ha
ideato, promosso e realizzato l'azione diretta nonviolenta delle
"mongolfiere per la pace" con cui bloccare il decollo dei bombardieri
stragisti dalla base di Aviano.
Ha organizzato e presieduto il primo convegno nazionale dedicato alla figura
e all'opera di Primo Levi, con l'autorizzazione dei familiari ed illustri
adesioni.
Ha promosso e sostenuto varie campagne per i diritti umani e per la
democrazia.
Ha tenuto e tiene tuttora corsi di educazione alla pace in scuole medie
superiori, presso enti di servizio civile, istituzioni ed associazioni.
E' direttore del notiziario quotidiano telematico "La nonviolenza e' in
cammino" (richiedibile gratuitamente inviando una e-mail all'indirizzo di
posta elettronica: nbawac@tin.it).