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Arte e cultura negate alle categorie sociali deboli (6-8)



Luglio ed Agosto sono i mesi che orlano il periodo di permanenza degli spettacoli
teatrali in Terra di Lavoro. Si tratta di rappresentazioni promosse dal programma
della seconda rassegna "Teatri di Pietra", circuito culturale nei luoghi antichi
della provincia di Caserta. L'intero programma annovera venti appuntamenti fra
danza,prosa e musica, da distribuire nei vari siti designati ad ospitare le compagnie
artistiche. Prima tappa:Anfiteatro Campano di Santa Maria Capua Vetere. Dal 7 al 10
Agosto, il programma prevede la messa in scena degli spettacoli a Calvi Risorta,
nell'area archeologica comunale. Più precisamente,il palcoscenico sarà allestito fra
le pietre e i ruderi del TEATRO ROMANO,uno dei reperti archeologici più prestigiosi
della regione. A Calvi, il cartellone propone:"Muse Napoletane","La Dodicesima
Notte",con Mario Scaccia,"Mercator", e "Orfeo De' Pazzi", che saranno inscenati nei
relativi,singoli giorni della permanenza. La partecipazione agli spettacoli potrebbe
risultare l'occasione propizia per visitare questi siti dotati di un valore
inestimabile. E per lanciare la loro conoscenza a un livello più elevato. Ma il
progetto Teatri Di Pietra non intende conferire gloria e prestigio solo in questa
direzione. Non viene trascurato nessun aspetto. Il Soprintendente ai beni
archeologici delle province di Napoli e Caserta,il prof. Stefano De Caro, illustra:<<
E' un'iniziativa che produce un ritorno positivo per i siti archeologici in termini
di affluenza di visitatori e di conoscenza dei monumenti. E che fa intravedere i
presupposti per lo sviluppo di indotti collegati, quali ad esempio il turismo,
l'artigianato locale e tutte quelle attività connesse alla promozione e fruizione dei
siti lontani dagli itinerari turistici più consueti>>. Il professore ha esemplificato
praticamente l'anima intima del progetto, e , al termine del discorso, assicura anche
l'assoluto rispetto dell'area e della struttura archeologica riguardo all'esecuzione
dei lavori di allestimento. E interviene poi il direttore artistico dell'iniziativa e
presidente di CapuAntica Festival,che sottolinea:<< Miriamo alla promozione del
patrimonio archeologico, culturale, paesaggistico e storico del territorio casertano,
restituendo centralità e valore alle sedi antiche, e riattivando quella funzione per
cui sono nate. Teatro,cultura e territorio>>, conclude,<< sono il paradigma
essenziale per fare di ogni città un luogo di valore>>. Un progetto, insomma, degno
di lode. Un programma che sortisce effetti positivi sotto vari profili. E che ci
consente di esaminare le nostre radici, per scoprire la nostra identità collettiva.
Come sostiene Ezio Raimondi,titolare della cattedra di Letteratura Italiana
all'università di Bologna, la memoria storica è indispensabile per compremdere
l'identità nazionale;l'uomo si riconosce attraverso l'esperienza e il ricordo di sé e
di essa. Non solo per gli appassionati di teatro,o per gli archeologi, ma per tutti,
questa costituisce un'imperdibile occasione per incontrarsi direttamente con la
cultura, con la storia,con se stessi.

"Teatri di Pietra" è promosso dalla Soprintendenza Archeologica delle Province di
Napoli e Caserta, dall'Assessorato al Turismo della Regione Campania, dalla Provincia
di Caserta e dai Comuni interessati, che offrono un sensibile contributo finanziario
per l'attuazione di un progetto così encomiabile. Tuttavia ad una quota rilevante di
cittadini di Terra di Lavoro l'arte e la cultura continuano ad essere negate. In un
contesto sociale dove il tasso di disoccupazione è tra i più elevati in Italia, non
tutti i cittadini hanno la possibilità di sostenere la spesa (tutt'altro che modica)
del biglietto. Proprio perché la rassegna è promossa da enti pubblici ci si aspettava
prezzi dei biglietti popolari, o quantomeno delle riduzioni per le categorie sociali
più deboli: inoccupati, disoccupati, studenti, senza reddito. ed invece non è così.
Il prezzo del biglietto rischia di essere da ostacolo "per incontrarsi direttamente
con la cultura, con la storia,con se stessi" (Ezio Raimondi ndr). Lo stato, così
facendo e seppure indirettamente, nega l'arte e la cultura ad una quota rilevante di
cittadini, tradendo i principi fondamentali della costituzione repubblicana che
recita: "L'arte e la cultura è aperta a tutti. ed è compito dello stato rimuovere gli
ostacoli." Inoltre viene attuata una forte discriminazione sociale in base al
reddito, negando di fatto l'accesso alla cultura alle classi sociali meno ambienti.
Invitiamo pertanto la Soprintendenza Archeologica di Napoli e Caserta, l'Assessorato
al Turismo della Regione Campania, della Provincia di Caserta e dei Comuni
interessati, a rivedere le riduzioni sul prezzo del biglietto di ingresso IN BASE AL
REDDITO (stato di disoccupazione, redditi bassi) e non soltanto in base all'età.


(ACTCE24HNEWS AGOSTO 2001)
www.caserta24ore.it