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Nasce il Genoa Legal Forum



Leggo da altra mailing list e riporto.
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From: "senzaconfine" <senzaconfine@hotmail.com>
Subject: NASCE IL "GENOA LEGAL FORUM" - resoconto stampa
Date sent: Sat, 4 Aug 2001 20:05:31 +0200

RESOCONTO STAMPA
VIOLENZE DI POLIZIA, LA PAROLA ALL'ACCUSA:
ANNUNCIATA OGGI A ROMA LA NASCITA DEL "GENOA LEGAL FORUM"

Nasce il "Genoa Legal Forum". Anzi, è già nato nell'impegno di decine di
giovani avvocati nei giorni dell'ira e della vergogna a Genova, quando
quattro di loro finirono in ospedale, duramente percossi dalla polizia
nonostante la pettorina "Lawyer" o forse per sua causa. 
Oggi la struttura legale, decisa nell'ultima riunione del GSF, è stata
battezzata in un'affollata conferenza stampa a Roma nello studio delle
avvocate Simonetta Crisci e Maria D'Addabbo.
La sede è naturalmente a Genova, attiva anche in agosto per raccogliere,
verificare e smistare denunce e testimonianze, presso la Lega Ambiente (tel
010.3109608-319168, E-mail lexglf@libero.it, mentre il GSF ha sede presso l
Ics genovese, tel 010.2468099-2771188). Gli avvocati genovesi si sono divisi
per filoni d'indagine e denuncia: Raffaele Caruso per l'irruzione nelle
scuole Pertini e Diaz, Lavinia Botto e Patrizia Maltagliati per le violenze
durante i cortei, la stessa Botto e Patrizia Maltagliati per le torture agli
arrestati a Bolzaneto e nelle altre caserme, Alessandra Ballerini e Marco
Vano per l'espulsione degli arrestati stranieri, Laura Tartarini e Andrea
Sandra per la tutela delle persone arrestate successivamente ai cortei.

Su questi ultimi 51 detenuti l'avvocato pisano Ezio Menzione ha lanciato un
appello: non è detto che siano scarcerati come gli altri 230, potrebbero
anzi "marcire in galera" come gli arrestati a Goteborg, in base al teorema
per cui sarebbero loro i "cattivi". Anche per questo avvocati di altre città
affiancheranno i colleghi genovesi quando, il 13 agosto, si discuterà in
appello la scarcerazione o no dei 25 teatranti del gruppo "No Borders No
Nations", i cui attrezzi da saltimbanchi (le clavette da far frullare in
aria, ad esempio), verificati all'arrivo nella perquisizione del vicecapo
della Digos genovese Perugini, sono poi diventati "armi improprie" all'atto
della partenza da Genova. Menzione ha chiesto che si estenda la solidarietà
di artisti, registi e gente di spettacolo.

Per loro e per gli altri detenuti, come per i 230 indagati ormai a piede
libero (di cui metà scarcerati senza neppure interrogarli, tanto era
evidente la strumentalità e casualità degli addebiti), le imputazioni sono
violenza, resistenza e devastazione, con l'aggravante del reato associativo
per puntellare accuse che non stanno in piedi, e con clamorose assurdità (un
ragazzo accusato di tentato omicidio perché, stando in piedi nella strada,
rischiava di intralciare la corsa di una moto della polizia!). La richiesta
è dunque la liberazione di tutti gli arrestati.

Ma l'attività prevalente del Legal Forum sarà ribaltare le accuse di
violenze sulle forze di polizia. Già oggi quasi tutti gli indagati, all'atto
della scarcerazione, hanno verbalizzato le violenze cui sono stati
sottoposti non solo nella caserma-lager di Bolzaneto, ma anche nel Comando
dei Cc di S. Giuliano e poi nei cellulari e all'ingresso in carcere: già
queste deposizioni possono sostanziare le sei istruttorie avviate a Genova.

In particolare Maria D'Addabbo ha denunciato che tutte le donne arrestate
hanno subito pesanti molestie sessuali (i manganelli strusciati sul corpo,
gli insulti e le minacce di stupro, la cartaccia sporca offerta alle donne
che avevano le mestruazioni, i pestaggi nelle parti del corpo più sensibili
). Questi atti, sanzionati in Italia dall'art. 609 Cp (che considera
molestia anche l'insulto e la pressione psicologica a sfondo sessuale), in
altri paesi non sono classificati "molestie" ma "violenza sessuale" in piena
regola: sarà interessante vedere quale legislazione si considererà
applicabile, a fronte delle denunce che si stanno moltiplicando dall'estero.
Al momento sono già cinque le denunce depositate per molestie sessuali a
Bolzaneto, alle quali vanno aggiunte le notizie analoghe provenienti dal
carcere di Voghera.
Le responsabilità delle forze di polizia - ha detto l'avvocata Simonetta
Crisci - sono quelle dirette, "sovraordinate" (a carico cioè di chi ha
disposto le violenze e gli abusi) e omissive, con particolare riferimento
all'art.40 Cp che sanziona i funzionari e dirigenti che non si oppongano
alla commissione di un illecito da parte dei loro sottoposti. 

E' importante che le denunce, già consegnate a decine ai giudici genovesi,
si moltiplichino superando "il terrore che fa sì che molti si rifugino nell
aninimato o diano appuntamento agli avvocati in luighi segreti: non siamo in
Cile, e sono utilissime tutte le testimonianze anche quando non si possano
riconoscere personalmente i responsabili", ha detto l'avvocato romano David
Terracina, che con Alessandra Ballerini di Genova sta preparando un dossier
richiesto dal Segretariato di Amnesty International.

Per raccogliere e confrontare denunce e testimonianze, e indirizzarle alla
magistratura genovese (ma anche alla commissione parlamentare d'inchiesta)
in tempo utile per prevenire la possibile archiviazione da parte del
Procuratore capo di Genova, il Legal Forum ha attivato riferimenti in
numerose città. A Roma oltre allo studio Crisci-D'Addabbo, che coordina il
lavoro nella capitale, sono attivi gli studi legali Terracina, Sodano,
Lucentini, Salerni e Romeo. A Milano i riferimenti sono, oltre a Giuliano
Pisapia che fa da consulente nazionale, glki avvocati Piscopo e Vanni.

A Bologna ci si può riferire agli avvocati Bruno, Gamberini e Prosperi, a
Torino a Massimo Pastore e Roberto La Macchia, a Napoli a Liana Nesta e
Angiolo Cutolo, a Firenze a Eriberto Rosso e Pier Matteo Lucibello, a Modena
a Fausto Gianelli, a Pisa a Ezio Menzione, in Sicilia a Fulvio Vassallo.

Per le spese legali è stato attivato anche un conto bancario, il n. 6135980
della Cassa di Risparmio di Genova intestato a don Antonio Belletto.

Oltre al coordinamento delle denunce, l'attenzione del Legal Forum si
appunterà in particolare su alcune questioni. 
La prima è la sospensione delle garanzie costituzionali operata dalla
Procura di Genova con il divieto agli avvocati di incontrare i propri
assistiti "non per poche ore, come afferma il Procuratore capo, ma per 24-30
ore", ha detto l'avvocato genovese Piero Augustoni: "La motivazione era
logistica, ovvero non c'erano stanze per i colloqui a Bolzaneto e San
Giuliano: ma le stanze per la tortura, quelle certo che c'erano! Se ci
avessero lasciati entrare, non sarebbe successo ciò che è successo". Il
Legal Forum chiederà di intervenire nell'indagine avviata dal Csm contro il
Procuratore capo di Genova, senza escludere la richiesta alla magistratura
torinese di indagare penalmente sui colleghi genovesi.

La seconda violazione palese di ogni garanzia consiste nella distruzione dei
cinque computer di Indymedia e dei due computer usati dal Servizio legale
del GSF nella scuola Diaz, con il furto degli hard-disk e di centinaia di
foto che documentavano le responsabilità delle forze di polizia. Uno dei
giovani massacrati nella scuola Pertini, poi operato in ospedale, aveva con
sé le foto dell'assassinio di Carlo Giuliani, sequestrate come i 19 
rullini di un fotografo al quale la polizia ha rotto un piede a calci e
bastonate.
Di questo, ha detto l'avvocato Menzione, saranno chiamati a rispondere i
responsabili politici, ben oltre il Capo della polizia De Gennaro. Del resto
la perquisizione nelle due scuole avvenne senza alcun mandato: il sostituto
di turno, chiamato al telefono, non venne a verificare ciò che accadeva, e
agli avvocati che protestavano capitò (come a Maria D'Addabbo) di essere
trascinati via per i capelli. Era chiaro che uno degli obiettivi era
far sparire le prove delle responsabilità di agenti e funzionari: lo stesso
è poi avvenuto "a valle" dell'irruzione, con il lavaggio delle macchie di
sangue dalle pareti per prevenire "indidenti probatori" e con la difficoltà
di molte vittime, fra cui la ragazza la cui maschera di sangue è nel sito di
Indymedia, di ottenere i referti medici.

La terza questione, sulla quale si registrano già le proteste di numerosi
consolati (anche per la violazione della Convenzione internazionale del 1963
sulle prerogative consolari) è l'espulsione degli arrestati stranieri all
atto della scarcerazione, senza farli parlare con gli avvocati e quindi
senza possibilità di opposizione o di ricorso, applicando a molti cittadini
europei le procedure sommarie previste per gli extracomunitari. Anche su
questo stanno pervenendo dall'estero le prime denunce, che si affiancheranno
a uno specifico esposto delle associazioni antirazziste in Italia.

Infine Fabio Marcelli, membro dell'Associazione internazionale Giuristi
democratici, ha annunciato per l'inizio di ottobre la convocazione a Genova
della prima sessione di un Tribunale internazionale sui fatti di Genova, che
concluderà poi i suoi lavori a Ginevra e nel quale saranno chiamati a
collaborare premi Nobel e personalità indipendenti. L'iniziativa, proposta
da un gruppo di avvocati tedeschi, potrà essere anche l'occasione per
pubblicizzare il Libro bianco sulle violenze di polizia che è già in fase di
avanzata preparazione a Genova. Nel frattempo, oltre ad Amnesty
International, gli avvocati genovesi stanno lavorando per attivare la
Commissione per la prevenzione della tortura del Consiglio d'Europa e l'Alto
Commissariato per i diritti umani dell'Onu di Ginevra, oltre alla Corte
europea per i diritti umani di Strasburgo (attivabile a processi "nazionali"
conclusi, ma già fin d'ora per quegli abusi che non siano procedibili per la
legislazione italiana). Per questo lavoro, che farà capo allo studio dell
avvocato bolognese Gamberini, si è offerto di collaborare anche Antonio
Cassese, già giudice italiano nel Tribunale internazionale dell'Aja.

In generale, la ricostruzione dei fatti dimostra la preordinazione degli
abusi e delle violenze. Se sarà difficile risalire ai responsabili diretti
(che picchiavano per lo più a volto coperto, e 
tenendo le vittime faccia al muro o a testa bassa per non essere visti), per
alcuni si è già potuto risalire al nome attraverso la firma dei verbali di
arresto. Le denunce e le testimonianze, già oggi molte decine, devono
diventare centinaia in agosto e nelle prime settimane di settembre, quando
perverranno anche molte denunce attese dall'estero. 
Ma a parte le responsabilità personali, quelle politiche - hanno concluso i
legali del Legal Forum - sono già evidenti, non sono limitate all'apparato
di Ps e non si fermano al livello dei funzionari rimossi in questi giorni.

(Resoconto a cura di Dino Frisullo - Roma, 4.8.01)