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Parla il Palazzo... (segnalazione ANSA)



A proposito di giornalismo d'inchiesta vi segnalo questa perla messa in
rete dall'Ansa oggi alle 17.35 e segnalata con il quadratino rosso delle
cose molto importanti.

Ciao,

zenone



G8:FALSI ALLARMI;UN MAGISTRATO, EVERSIONE GUARDA ALLE PIAZZE 

(VEDI 'G8: BORSA CON ESTINTORE VICINO....' DELLE 7:46)

(ANSA) - ROMA, 30 LUG - «Dall'omicidio di Massimo D'Antona 

in poi c'è stato un moto costante di destabilizzazione che 

oggi, dopo gli scontri di Genova, può fare pensare a 

collegamenti con la rabbia esplosa nella piazza. In più, c'è 

stato un arresto che fa molto riflettere...».

A palazzo di giustizia, a Roma, non credono allo spontaneismo 

delle azioni violente di movimenti di massa che hanno segnato il 

G8, e i magistrati esperti di terrorismo oltre a chiedersi chi 

finanzi i flussi migratori di certe cellule pronte a spaccare 

tutto e a mettere in subbuglio un'intera città, tracciano un 

quadro dei numerosi segnali che legano gli ultimi fatti con una 

presenza di matrice eversiva nel Paese. «Il 23 luglio - dicono 

a palazzo di giustizia - è stato arrestato nel capoluogo ligure 

Marco Cozzi, legato a un centro sociale e in casa sua i 

carabinieri hanno trovato una «pipebomb», un tubo metallico 

riempito con esplosivo, un ordigno simile a quelli usati da 

Unabomber e simile anche a quello utilizzato nell'attentato al 

monumento del carabiniere a Torino». Su Cozzi il procuratore 

della Repubblica di Genova, Francesco Meloni, ha detto che c'era 

attenzione da parte delle forze dell' ordine «sotto il profilo 

dei reati associativi, è uno in odore di brigatismo».

«Dopo Genova - ragionano a piazzale Clodio - si è capito 

che la lotta politica si è spostata nel ribollire della piazza, 

che la criminalizzazione dei carabinieri è diventata una 

costante e che certi segnali, come le borse lasciate questa 

notte davanti a due stazioni dei carabinieri, potrebbero essere 

l' effetto di un fenomeno che ha una sola matrice». «I falsi 

ordigni - aggiungono - era anche una tecnica molto usata tra il 

1994 e il 1998 dalla Falange Armata: sistemavano finte bombe per 

lanciare dei messaggi, come fecero davanti al tribunale di 

Milano e a Roma».

E continuano: «A Genova sicuramente c'erano persone che 

hanno a che fare con i centri sociali e che sono nel mirino 

delle forze dell'ordine. Ed è un fatto che ogni volta che ci 

sono rigurgiti di lotta armata, ogni pretesto è buono per fare 

proselitismo. Adesso il confronto politico viene annullato dalla 

rabbia e tutto si gioca a ridosso delle violenze della polizia. 

Il clima è sempre più movimentato». 

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