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sono stato centrato dalle "uova antiglobalizzazione"



Ciao a tutti,
martedì 24 si è svolta a Taranto di fronte alla prefettura una 
manifestazione molto tesa per protestare contro le violenze di Genova e 
ricordare Carlo Giuliani, ucciso da un giovane carabiniere. I manifestanti 
si sono divisi perché una parte gridava assassini-assassini e un'altra no. 
A quest'ultima parte di manifestazione aveva aderito PeaceLink. Ho cercato 
di convincere i manifestanti a non gridare assassini-assassini. Questi 
ultimi hanno incominciato a lanciare uova sull'edificio della questura. Non 
c'erano poliziotti schierati ma solo un vicequestore in giacca e cravatta e 
alcuni funzionari con la ricetrasmittente. La fortuna ha voluto che mi 
stavo dirigendo da questi ultimi a distribuire i volantini di PeaceLink 
quando è partita un lancio di uova in direzione del vicequestore. Le uova 
dirette a lui me le sono beccate io: una in piena fronte, due nelle 
braccia. Una infine ha colpito la colomba di PeaceLink che avevo 
stampigliata sulla maglietta, impuzzolendo anche la bandiera della pace.

I manifestanti che hanno lanciato le uova mi conoscevano e non mi volevano 
colpire ma io stavo transitando sulla loro traiettoria e sono riuscito ad 
intercettare tutte le uova: il vicequestore era pulito.
La scena si è trasformata improvvisamente, la tensione si è sciolta. Io mi 
sono messo a ridere, così pure i ragazzi che lanciavano le uova che mi 
hanno offerto fazzolettini per pulirmi. Forse si sono messi a ridere pure i 
funzionari della Questura, con cui poi ho avuto un cordiale e positivo 
colloquio.
Tutto sporco e puzzolante di uova sono andato poi, assieme ad una 
delegazione di altre tre persone, dal Prefetto di Taranto per spiegare le 
ragioni della protesta.

Un manifestante ha lanciato una bottiglia e a questo punto i dirigenti dei 
Cobas hanno detto: "Non vogliamo provocatori, il prossimo che fa una cosa 
simile lo appendiamo per i piedi".

Sono tornato a casa e - prima del doveroso bucato - ho letto sul quotidiano 
Taranto Sera la lettera del parroco don Luigi Larizza al giovane 
carabiniere che ha ucciso Carlo Giuliani: "Caro Filippo, ti sono vicino e 
ti esprimo solidarietà unita a quella di tutte le persone oneste d'Italia. 
I soliti perbenisti ti stanno additando come mostro ma non dar retta, 
convinciti che hai fatto l'unica cosa razionale che potevi fare in quel 
momento".

Qualche giorno dopo ho parlato con un funzionario dirigente delle forze 
dell'ordine il quale mi ha confermato che quei carabinieri sono stati 
mandati senza preparazione e che il carabiniere che ha sparato avrebbe 
dovuto - per legittima difesa - sparare prima in aria, poi ai piedi, alle 
gambe, alle braccia. Meno male che don Luigi Larizza non fa il comandante 
dei carabinieri.

Alessandro