[Date Prev][Date Next][Thread Prev][Thread Next][Date Index][Thread Index]

[TESTIMONIANZA] - La distruzione c'era, ma non come in TV



To: <info@peacelink.it> Subject: La mia esperienza al G8

Ciao a tutti vi invio la mia testimonianza sull'esperienza vissuta a Genova.
Non ho visto niente di particolare ne niente di violento, spero che possa
servire a convincere chi ancora si fa convincere dalla TV che Genova non era
una città distrutta.

Affermare che hanno voluto tagliare le gambe ad un movimento promettente
(con vari metodi) potrebbe sembrare di parte, ma sinceramente sentendo le
reazioni della maggioranza italiana in Parlamento non mi sembra una tesi
così...lontana dalla realtà.

Solidarietà a quei ragazzi rimasti ore e ore succubi della violenza
dell'economia che non accetta dissensi, vittime di metodi
repressivo-psicologici spaventosi, rinchiusi nelle carceri in piedi 24 ore
mentre volavano insulti e frasi ad effetto ("abbiamo detto a tua madre che
sei morto negli scontri") se qualcosa non cambia qualcuno vendicherà anche
loro, magari non io ma la Storia di sicuro. Italiani attenti.

Venerdì 20 Luglio 2001
Il viaggio è andato ok, a parte il fatto che in dogana ci hanno fatto
scendere per motivi burocratici e abbiamo dovuto abbandonare sul treno (nel
cesso)il carico di "stupefacenti leggeri" al suo destino (cioè
all'inceneritore di qualche cittadina sfigata e puzzolente). Poco male
abbiamo perso solo 30 minuti.

Da Chiasso fino a Milano abbiamo contato 4 persone dirette a Genova (noi
compresi), abbiamo fatto conoscenza con entrambi soprattutto col P. che è
salito a Como e che starà sempre con noi. L'altro invece lo perderemo in
giro...

A Milano l'attesa si è dovuta allungare a causa di un treno soppresso, ma
anche qui dopo un'oretta e mezzo siamo potuti ripartire. Nella grande città
molta più gente si è aggiunta, il Treno diretto ad Arquata Scrivia è mezzo
pieno di giovani manifestanti (per quanto abbia visto e sentito tutti
pacifici). Da Arquata un altro treno ci ha portati fino a Genova-Bolzaneto,
capolinea ferroviario dal quale si deve proseguire in bus (o corriera, come
la chiamate in Italia) per arrivare nella zona ovest di Genova.
Finalmente arrivati (erano le 13:00) troviamo un bancone aperto, ci
dissetiamo, mangiamo qualcosa e nel frattempo notiamo in lontananza il
corteo dei sindacati. Decidiamo di unirci per vedere la manifestazione e
anche per incamminarci verso il centro. I carabinieri sorvegliano da dietro
(100-150m) il corteo, li superiamo e ci aggreghiamo. Avevo sentito che alla
fine solitamente si concentrano i più facinorosi, ma non immaginavo una così
forte presenza di giovani all'apparenza anarchici, incappucciati e armati di
spranghe tra i sindacati. Non conoscendo la realtà non ho espresso opinioni.

Risaliamo dalla coda e ritroviamo gente molto più tranquilla, persone molto
meno infastidite dalle molte telecamere presenti rispetto ai giovani
bendati. Ad ogni spiazzo possibile mandrie di poliziotti aspettano il nostro
passaggio...sembra un assetto da guerra, il loro. Arriviamo nella piazza
all'estremità occidentale della zona rossa, restiamo un attimo sul posto poi
insieme al resto del corteo facciamo marcia indietro fino al punto di
partenza. L'ambiente non sembrava teso, le normali parole che volano (e dita
medie alzate) ma niente di più.

Ci sediamo vicino a dove siamo precedentemente arrivati col bus e ascoltiamo
il comizio finale: sindacati, indipendentisti sardi, serbi, curdi.
Aspettiamo indicazioni sui bus e su dove sono i luoghi di accoglienza, ma ci
rendiamo conto dell'impreparazione cittadina: dopo 2 ore non si sapeva
ancora nulla, tanto che abbiamo deciso insieme ad altri conosciuti nel
frattempo di arrangiarci a piedi. Purtroppo tutte le indicazioni che
riceviamo sono sbagliate; chi dice che "quel" supermercato è aperto, poi è
chiuso, chi dice li ci sono i bus, poi non ci sono. Comincia la camminata
(sinceramente me l'aspettavo) verso il centro, resa difficile dalla zona
rossa che taglia a metà un pezzo di centro costringendoci ad allargare il
giro.

Sono le 17 circa, noi siamo lontani dalla zona degli scontri, arriva la
notizia: un ragazzo ucciso e una manifestante gravissima. Restiamo di sasso,
com'è possibile...?! Stremati dalla lunga (ma neanche a metà) camminata
l'unica piccolissima consolazione è mandare a fare in culo i carabinieri
(che a volte ricambiano) applaudendo al loro passaggio oppure alzando il
dito medio, in quegli attimi la logica è impossibilitata dalla mancanza
d'informazioni e i sentimenti prendono il sopravvento. Ritornerò
sull'accaduto.

Si continua a camminare, qualche pausa qua e la ma anche se in generale
tutti se la cavano qualcuno lamenta giustamente l'assenza di mezzi pubblici.
Ecco che però, dopo ore di marcia, sbucano i primi bus! Saliamo e veniamo
portati nella zona centro-nord della città, precisamente poco sopra lo
stadio L. Ferraris. Insieme ad alcuni ragazzi decidiamo di accamparci per la
notte al centro sociale Sciorba, situato ancora più a nord dopo i piloni
dell'autostrada, durante la camminata incontriamo una finestra aperta dalla
quale vediamo chiaramente il TG5: esattamente il momento in cui mostrava le
immagini sull'omicidio di Carlo Giuliani. Fino ad allora sapevamo del morto
ma non sapevamo come fosse successo, ebbene sentire che un carabiniere ha
aperto il fuoco sulla folla è stato per me uno schock cognitivo. Come se la
realtà sociale civile nella quale ho vissuto e come la società ha cercato di
farmela vedere fino ad adesso tornasse indietro di anni, agli anni '60, ma
anche perchè no ai grandi scontri sociali nell'europa del 1900, storia che
ho letto e che speravo fosse capita, assimilata e superata. Viviamo in una
società lacerata, una società che si rifiuta di prendersi a peso il
comportamento dei suoi figli e li giudica in base a schemi che essi stessi
hanno imposto. Sono essi stessi, i nostri genitori, stupiti dalla distanza
tra la realtà sociale europea e quella dei palazzi di vetro, non certo noi
giovani abituati alla teoria dei grandi ma pratici sulla qualità dei
rapporti umani dal basso. Qualcuno diceva mica che lo specchio della società
sono i giovani? Sicuramente è più facile mettere un tossico in prigione e
accollargli cure mediche piuttosto che risolvere i motivi per i quali si
droga, sicuramente è più facile chiamarli delinquenti, sicuramente i
problemi non si risolvono.

Arrivati nel centro sociale ci riposiamo stanchissimi, beviamo un te freddo
recuperato da un distributore automatico (unica fonte di tutta la città!) e
mangiamo un panino comprato nel centro, intanto sentiamo dietro di noi la TV
che racconta i fatti e la gente che si racconta la giornata. Poco dopo
sentiamo un comunicato dei ragazzi, faccio fatica a capire perfettamente ma
intuisco un concetto: "...non riconosciamo più la differenza tra lotta
violenta e non violenta, perchè essa non esiste nella storia della
lotta...". Mi sembra un ragionamento logico, il loro, ma l'impressione di
trovarmi negli anni 20 del '900 piuttosto che nel 2001 è stata forte.

Viene comunicato che dobbiamo sloggiare perchè a momenti potrebbe arrivare
la polizia, erano già venuti in mattinata ma non avevano trovato nulla. Ci
riincamminiamo un'altra volta verso nord, fino al centro allestito con
tendoni, docce e WC. Finalmente un posto tranquillo e comodo, siamo sfiniti
avremmo fatto 15-20km ma lo stesso i pensieri sono da un'altra parte, il
dolore ai piedi comincierà quando sarò già a casa...

Sabato 21 Luglio 2001
Ci svegliamo verso le 10:00, restiamo per un attimo tutti e tre abbioccati
poi ci riprendiamo. Vedo tante copie del Manifesto in giro, chiedo ad una
ragazza di fianco a me se posso leggerlo lei dice si certo. C'è sopra la
foto in grande, la mano del carabiniere che spunta...il resto è storia.
Apprendo i dettagli, Carlo Giuliani era figlio di un sindacalista, il
carabiniere è un giovane di leva. Qualsiasi ostilità avessi avuto in quel
momento verso il carabiniere è scomparsa di colpo, "come? un giovane di 20
anni?" Tutti vittime di un organizzazione della sicurezza di merda.

Ci vestiamo e raccolte (e ripulito) le nostre cose partiamo alla ricerca di
cibo e informazioni cartacee, troviamo un quartiere nel quale molti negozi
sono aperti: focaccia, te freddo e acqua ci rinfrescano e rinvigoriscono un
po'. Prendiamo sigarette e giornali dopodichè ritorniamo in zona tendone
dove bus arrivano regolarmente diretti verso il centro. Arriviamo sul
lungomare verso le 13:00, ci troviamo un posto all'ombra dopodichè acquisto
una bella maglietta (statua della libertà fatta di legno a mo' di cavallo di
Troia nella quale entrano soldati pronti ad...occupare la nuova libertà),
chissà come mi guarderanno male in Xyyyyyyy! Lungomare in
direzione Piazza Sturla, non riusciamo ad arrivarci poichè il corteo ê già
partito e decidiamo di accodarci dopo un po' di gruppi.

Tutto è tranquillo, molta gente è intenta a ballare e a scandire canzoni
popolari, l'ambiente descritto dal poco che avevo sentito sul giorno prima
sembrava non esistere. Siamo più veloci del corteo e lentamente lo
risaliamo, finchè cominciamo a vedere da lontano fumo, segno del lancio di
lacrimogeni da parte della polizia. Il luogo è adiacente a Piazza Rossetti.
Il corteo virando si dirige verso Corso Torino mentre alcuni giovani restano
sul lungomare avanzando. Spinti dalla curiosità ci avviciniamo fino ad una
distanza di sicurezza dai fumogeni. Notiamo la devastazione dei negozi e il
loro saccheggio, ma quello è successo prima, nessuno ora è più intento a
distruggere, lo scontro è da lontano contro la polizia. Dopo un po' ce ne
andiamo seguendo il corteo. Sembra essere diverso da ieri fino a quando
arrivano le notizie delle cariche che spezzeranno varie volte il corteo.
Verrà poi confermato l'errore della polizia nell'aver caricato ferendo molta
gente di gruppi che di eversivo o violento non hanno nulla, ma proprio nulla
tipo WWF, Arci, e altre varie.
Raggiungiamo piazza Ferraris ove ha luogo il comizio finale. Parla una
ragazza, che poi canta una versione che non mi è piaciuta di Imagine,
dopodichè parla il padre di Carlo, Agnoletto e altri. L'ambiente dove ci
siamo trovati noi è sempre stato calmo e festoso, solo da lontano potevamo
intravvedere del fumo, la gente affacciata sembrava guardarci più che
esprimere qualcosa, qualcuno partecipava.

Ci dicono dove dirigerci cosicchè ci incamminiamo per andarcene, arriviamo
ad un negozio il cui negoziante offre gentilmente birra e acqua, qualcuno
riesce anche a comprare qualcosa da mangiare. Dalla prima indicazione la
stazione di Brignole avrebbe dovuta essere aperta, invece a causa degli
scontri è stata chiusa, senza bus avremmo dovuto camminare fino a Bolzaneto!
Invece meno male abbiamo sempre trovato bus e treni, dopo una "piccola"
scalinata a piedi. Da Bolzaneto fino a Milano il tempo perso è stato nullo.
Anche il rientro finale è andato bene.


-Tutto chiuso
La maggioranza dei negozi era chiusa, quei pochi aperti si sono fatti le
palle d'oro...quelli chiusi li hanno svaligiati per bere e mangiare: chi è
stato più furbo?
-Dove macello?
Dalla TV Genova è molto peggio di quello che ho visto io, sembrava una città
immersa in un ambiente da guerra civile invece gli scontri sono avvenuti
principalmente in due vie. Le banche distrutte sono in buona parte quelle
vicine alla strada del corteo, dove i Black Bloc hanno fatto il bello e
cattivo tempo sia con la polizia sia con i manifestanti pacifici.
-Svizzeri al G8
Ho visto chiaramente nei filmati all'interno della scuola Diaz un pacchetto
di Parisienne Mild, da quel che so solo in Svizzera le vendono.
Probabilmente mentre scrivo stanno passando ore tremende alla mercè di quei
fascisti dei carabinieri, spero di rivederli presto. Vergogna ai
carabinieri, la figura internazionale che hanno fatto passera alla storia.
-GSF?
Qui scendo già sulla politica. Parto da alcune considerazioni: Berlusconi in
passato ha impiegato molte volte il paragone tra i comunisti e alcuni del
centro-sinistra (come D'Alema) per screditare la democraticità di questa
ala. Buona parte delle conclusioni sentite in TV o su Internet sembrano
mirare proprio a spezzare definitivamente una certa visione (vedi l'unica
opposizione non solo ai metodi ma anche al fine che è proprio del
comunismo). L'assalto al GSF ha due sbocchi da cui si deciderà molto: il
primo nel caso in cui esso venga giustificato da materiale VERAMENTE
collegato all'eversismo e ai BB, cosa attualmente non provata, il secondo
lascerebbe molti dubbi poichè le cattive intenzioni del GSF non sarebbero
provate, l'ambiente si estremizzerebbe ancora di più..ecc....Mi sembra molto
più probabile il secondo caso, l'Italia deve pensare a unirsi non a
dividersi, ovvio senza "cancellare" le opinioni diverse comse sembra stiano
cercando di fare.
-Sicurezza
Tornando all'omicidio di Carlo, partendo dal presupposto che i responsabili
dell'ordine sono i carabinieri, direi che la colpa del casino ê da
attribuire all'organizzazione della sicurezza. Mai e poi mai avrebbero
dovuto far coincidere tutta quella serie di disattenzioni: un giovane
durante il servizio di leva, jeep non blindata, colpi in canna, per non
parlare dei metodi mostrati. Metodi che se per i BB sono simili alla 2a GM
(guerra di movimento) invece le forze dell'ordine sono ancorate al concetto
di massa stile trincea di 1a GM. Occorre un aggiornamento veloce e preciso
delle forze dell'ordine.

Due dubbi restano: da una foto prima della morte di Carlo vediamo
chiaramente che il carabiniere ha estratto l'arma molto prima dello sparo in
faccia al ragazzo, il secondo dubbio è la provenienza dell'estintore, non
viene proprio dalla jeep?

Le testimonianze sono incredibili, una su tutte un gruppo di poliziotti che
esulta in una piazza del porto dopo la morte di Carlo; che cosa ha fatto lo
Stato Italiano ai suoi poveri ragazzi? Gli ha fatto vedere "Le Iene" di
Tarantino per 15 ore al buio per attizzarli così? I veri criminali sono
dalla loro parte non dalla nostra.

Quando la polizia spara viene dimostrato al popolo che chi comanda
preferisce uccidere i problemi piuttosto che risolverli.
Ciao
M.T.