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Raccogliamo le testimonianze, difendiamo la democrazia - editoriale di PeaceLink



"Dormivo quando mi hanno svegliato a manganellate. Un colpo mi ha 
scarnificato il braccio destro, scoprendo l'osso", ha detto Lorenzo 
Guadagnucci, giornalista economico del quotidiano nazionale 
Carlino-Nazione-Giorno. E' una delle vittime del recente blitz notturno 
della polizia a Genova, una delle tante di questi giorni. Uomini della 
forza pubblica hanno sfasciato tutto (come i black bloc) dentro la sede del 
Genoa Social Forum. PeaceLink vede in questo episodio, come in altri 
accaduti precedentemente, l'aprirsi drammatico di una stagione difficile da 
cui occorre uscire mantenendo fede ai principi della nonviolenza, 
dialogando con tutti coloro che hanno a cuore la democrazia e lo stato di 
diritto. Chi mette a segno azioni violente di questo tipo spera di usare la 
forza pubblica come una clava per scomporre il movimento di contestazione, 
esasperarlo e mutarlo da soggetto pacifico e propositivo a pentolone dove 
matura la violenza, la vendetta e il rancore. Ricordiamo che la forza 
pubblica deve essere "forza dell'ordine", forza di "pubblica sicurezza" e 
non forza del disordine e della minaccia; la forza pubblica deve essere al 
servizio dei cittadini, strumento di tutela della loro incolumità, anche 
per quelli che protestano pacificamente. Le forze dell'ordine devono 
isolare i violenti e proteggere i pacifici, mentre a Genova - lo 
riconoscono tutti i giornalisti presenti e abbiamo una documentata rassegna 
stampa in tal senso - hanno lasciato scorazzare i violenti del black bloc e 
picchiato i pacifici. E le testimonianze sono tante.
Non vogliamo accusare indiscriminatamente i poliziotti e i carabinieri, con 
cui sarà bene avere un rapporto positivo e propositivo perché nessuno da 
ora in poi si faccia strumentalizzare alimentando una nuova strategia della 
tensione. Vorremmo abbracciare i poliziotti, incontrarli pacificamente e 
senza rancore, convincerli che non siamo noi i nemici, spiegare che i temi 
della povertà e del futuro del pianeta ci possono vedere uniti in un 
dialogo in cui scoprire l'umanità che ci può essere in ognuno di noi. 
Vorremmo che venissero addestrati e guidati per distinguere e difendere 
mentre è accaduto che siano stati usati per offendere: sono stati picchiati 
indiscriminatamente giornalisti, avvocati, donne e ragazzini assolutamente 
pacifici.
Perciò  vogliamo raccogliere tutte queste testimonianze e metterle a 
disposizione della magistratura e di Amnesty International. Lo strumento 
per fare questo è qui: Internet. Scrivete a 
info@peacelink.it,  raccoglieremo le testimonianze e - se sarà utile - le 
pubblicheremo tutelando la privacy di chi scrive. In ogni caso andranno a 
comporre un dossier che forniremo alla magistratura e ad Amnesty 
International. Perché anche la forza pubblica è soggetta alle leggi dello 
stato, non lo dimentichi nessuno, e perché il mondo sappia che in Italia 
qualcuno sta violando i diritti umani ed è bene dirgi basta con tutti gli 
strumenti del diritto, della democrazia, della nonviolenza.
Ci rivolgiamo a tutti, senza distinzione politica, non vogliamo farci 
strumentalizzare per scopi che siano diversi da quelli per cui siamo nati: 
un futuro migliore, un pianeta più pulito, la speranza di combattere e 
vincere l'unica battaglia giusta, la battaglia nonviolenta contro la povertà.

prof. Alessandro Marescotti
Presidente dell' Associazione PeaceLink