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Genova: sintesi di una drammatica giornata
Nel cuore di Genova
I fatti del giorno dalla piazza
IL BILANCIO DEGLI SCONTRI: UN MORTO E 172 FERITI
Sono 172 i feriti negli scontri di oggi a Genova. Tra i 97 medicati al
San Martino 50 sono manifestanti, 40 uomini delle forze dell'ordine (12
poliziotti e 28 carabinieri) e 7 giornalisti. 22 persone sono ancora
ricoverate. Altre 75 persone sono state curate al Galliera tra cui un
carabiniere operato per lo sfondamento dell'orbita oculare.
MUORE UN RAGAZZO: IL RACCONTO
DI UN FOTOGRAFO TESTIMONE
«Ho sentito due colpi. Pensavo fossero in aria invece ho visto cadere un
ragazzo». Bruno Abile, fotografo freelance di Parigi, racconta la
sparatoria nella quale è rimasto oggi ucciso un giovane a Genova.
«Intorno alle 17.30 - dice Abile - il grosso dello schieramento di
polizia in via Tolemaide ha cominciato a tornare indietro rapidamente
fino a fermarsi all' altezza del cavalcavia della ferrovia in corso
Torino. Trecento manifestanti hanno seguito la polizia, mentre molti da
dietro gridavano "è una trappola". Io sono andato dietro ai
manifestanti tranquillo e in un piccolo vicolo a sinistra ho visto 30-40
carabinieri con gli scudi. La polizia ha sparato i lacrimogeni. I
carabinieri del vicolo invece non hanno sparato, ma si sono spostati
indietro di una ventina di metri correndo in disordine sino a piazza
Alimonda. Qui c'erano un furgone e due jeep che sono subito partite. Una
jeep si scontrata contro un cassonetto. E non è riuscita a ripartire. A
bordo c'erano un autista e due persone. Sei o sette manifestanti si sono
avvicinati e hanno gettato sassi da cinque o sei metri. Poi hanno
cominciato a colpire la macchina con i bastoni».
«I poliziotti erano fermi a venti metri. Io non capivo perchè non
andavano ad aiutare i carabinieri. Mentre fotografavo, ho visto un uomo
in divisa senza scudo, forse un ufficiale, che impugnava una pistola. Ho
sentito due colpi. Pensavo fossero in aria invece ho visto cadere un
ragazzo. Il proiettile gli è entrato nell' occhio destro e il sangue
zampillava dall' occhio».
LA PRIMA VITTIMA.
E' morto il ragazzo spagnolo ventenne, forse basco, che manifestava in
via Caffa: giaceva per terra in un lago di sangue, colpito forse da un
lacrimogeno.
Un'altra manifestante sarebbe stata gravemente ferita in via Montevideo.
Per le forze dell'ordine il giovane sarebbe stato colpito da una pietra
durante una fitta sassaiola in via Caffa.
Il leader delle tute bianche, Luca Casarini, ha invece dichiarato di aver
ricevuto testimonianze sull'uso di armi da fuoco da parte della polizia
impegnata nell'azione antiguerriglia. "Hanno sparato tra la gente ad
altezza d'uomo, abbiamo foto, filmati e raccolto bossoli" ha
aggiunto.
In un nuovo bilancio degli scontri, circa 180 persone tra cui almeno 35
poliziotti sono state ferite, altre 39 persone sono state arrestate e 56
fermi sono stati effettuati dalle forze dell'ordine.
«Quello che è successo» commenta il presidente della Commissione Europea,
Romano Prodi, «sottolinea la distanza, oggi, fra le decisioni positive e
serene in questi vertici che si svolgono con un contatto diretto,
assolutamenmte insostituibile, e quello che succede fuori. Una distanza
che va colmata».
POLIZIOTTI SALVATI DA 15 PACIFISTI
«Devo ringraziare quei quindici che si sono messi in ginocchio e ci hanno
salvato». A parlare è un poliziotto. Esprime graditudine nei confronti di
un gruppo di pacifisti che, all' arrivo del corteo degli anarchici, si
sono inginocchiati in fondo a Via Palestro, davanti allo schieramento dei
poliziotti, invitando il gruppo a fermarsi.
Si era appena conclusa la manifestazione pacifica e colorata degli
ambientalisti e della Rete Lilliput partita da Piazza Manin.
Il corteo si era sciolto, dopo le azioni simboliche davanti alla grata di
protezione alla zona rossa di Via Assarotti, e una parte dei manifestanti
si era riversata su piazza Marsala per un sit-in. «Toglietevi il casco»
ripetevano i giovani all' indirizzo dei poliziotti in assetto
antisommossa. Gianluca, 21 anni, ha raccolto l' invito e subito dopo
tutti gli altri lo hanno seguito. A quel punto una ragazza entusiasta si
è alzata ed è andata ad abbracciare il poliziotto. «Noi ci siamo tolti il
casco - dice un altro poliziotto - e loro ci hanno dimostrato
solidarietà. Gli anarchici di fronte a loro hanno desistito».
51 FERITI, GRAVE UN CARBINIERE.
È di 51 feriti il primo bilancio degli scontri violenti scoppiati a
Genova già nella prima giornata del G8. Un carabiniere sarebbe rimasto
ferito in modo grave. I feriti sarebbero 24 tra le forze dell'ordine e 27
tra i manifestanti.
TUTE BIANCHE: PRIMA SI RITIRANO POI PARTONO ALL'ATTACCO
Dopo una lunga pausa sono ripartiti gli scontri in via Tolemaide. Una
parte delle migliaia di giovani dello stadio Carlini, fermi all'incrocio
con corso Torino, ha cercato di ritornare verso il centro cittadino. A
questo punto è partita un' autoblindo della polizia verso i giovani in
corteo, seguita da un folto numero di agenti che hanno lanciato
lacrimogeni. Le forze dell'ordine hanno intimato con i manganelli alzati
di fermarsi. L'intera zona è ad altissimo rischio, tra macchine sfondate,
capovolte, e vetrine infrante. Anche i giornalisti sono stati invitati ad
allontanarsi.
LACRIMOGENI RESPINGONO LE TUTE BIANCHE.
Bloccate da tre ore in corso Gastaldi, le tute bianche sono costrette ad
arretrare per l'aria resa irrespirabile dai lacrimogeni. Qualche carica e
la stanchezza hanno costretto i «Disobbedienti del Carlini» ad
accantonare per ora l'idea di invadere la zona rossa. Il Tir delle tute
bianche continua a distribuire acqua, bende e cerotti ai giovani più
colpiti durante gli scontri. Altrettanto sta facendo la Croce Rossa che,
oltre ad un servizio di pronto intervento nella sede di corso Gastaldi,
trasporta in ambulanza all'ospedale San Martino quelli che necessitano di
cure o controlli.
DISPERSO L'ASSEMBRAMENTO DI PIAZZA DANTE.
È stato disperso l'assembramento di piazza Dante, dove i manifestanti
avevano tentato a più riprese di sfondare le barriere protettive. Dopo
alcune ore la Polizia ha deciso di intervenire lanciando i lacrimogeni
dall'interno della zona rossa e caricando dall'esterno. L'azione delle
forze dell'ordine ha provocato la fuga dei circa mille contestatori che
si erano radunati nella zona. A provocare la reazione delle forze
dell'ordine è stata la constatazione che gli anti G8 erano riusciti a
svitare molti dei bulloni che tengono fissate le reti di ferro ai blocchi
di cemento che circondano la zona rossa. Due ambulanze sono state viste
allontanarsi velocemente dalla zona degli scontri.
AGNOLETTO: «LA POLIZIA CI HA ATTACCATO MENTRE CI RITIRAVAMO»
«Avevamo appena accolto l'appello del sindaco, avevo appena lanciato un
appello ai manifestanti e ci stavamo ritirando da piazza Dante quando la
polizia ci ha caricati senza nessun motivo». Ansimando, Vittorio
Agnoletto, portavoce del Genoa Social Forum, dichiara che aveva appena
parlato col sindaco Pericu e aveva dato alla folla che si accalcava a
piazza Dante il segnale di ritirarsi scendendo verso piazza Carignano,
quando la polizia ha caricato la coda del corteo. «È una cosa vergognosa»
dichiara Agnoletto, «senza nessuna motivazione». I manifestanti si sono
quindi ritirati dal valico di piazza Dante dove per diverse ore hanno
battuto contro la barriera metallica del valico della zona rossa,
respinti anche dagli idranti.
GSF: TOGLIE L'ASSEDIO ALLA ZONA ROSSA
Vittorio Agnoletto accoglie l'invito del sindaco di Genova Giuseppe
Pericu che aveva chiesta al Gsf di «dare un segnale» distensivo dopo gli
scontri di questa mattina. E annuncia che il Genoa Social Forum, in
accordo con i Cobas e le tute bianche, lasceranno la zona rossa per
dirigersi verso piazzale Kennedy.
IL SINDACO PERICU INVITA IL GSF AL RITIRO
«Ho chiesto al Genoa Social Forum di ritirare l'assedio al varco di
piazza Dante, in modo da permettere alle forze dell'ordine di intervenire
contro i teppisti». È l'appello lanciato dal sindaco di Genova Giuseppe
Pericu ai microfoni di «Primo Canale». Vittorio Agnoletto, ha detto il
sindaco, che ha ribadito l'appello ai genovesi a non uscire di casa, si è
impegnatoa fare di tutto per collaborare.
ATTACCO INCENDIARIO AL CARCERE DI MARASSI
Un gruppo di anarchici ha attaccato con bottiglie molotov e sassi il
carcere di Marassi. Infrante le finestre degli uffici al primo piano. I
carabinieri hanno lanciato lacrimogeni, ma hanno dovuto ripiegare per
inferiorita' numerica. Intanto e' stata violata la zona rossa. Una
ragazza e' stata la prima a superare i varchi di accesso. La polizia ha
respinto l' assalto con gli idranti.
FERITA PARLAMENTARE PRC
La Polizia ha caricato in piazza Manin il gruppo di anarchici 'black
block' che era davanti al presidio della rete Lilliput, dei pacifisti e
delle donne. Tra i dimostranti rimasti feriti anche la parlamentare di
Prc Elettra Deiana. Intanto e' tornata la calma in piazza Dante dove un
folto gruppo di manifestanti ha a lungo premuto con violenza contro la
recinzione della zona rossa nel tentativo di sfondarla.
SCONTRI NON AIUTANO GSF
Gli scontri avvenuti in piazza Paolo Da Novi non aiutano il GSF. Ad
affermarlo e' Luca Casarini, portavoce delle Tute bianche, alla guida del
corteo che dallo stadio Carlini raggiungera' la zona rossa. 'Deve esserci
liberta' di manifestare - sottolinea Casarini - le piazze erano state
divise affinche' la liberta' di uno non andasse a detrimento di quella
altrui. A chi sta facendo questo non interessa il Gsf'.
ANARCHICI INCENDIANO AUTO
In corso Gastaldi, un corteo di anarchici ha devastato una concessionaria
di auto. Due vetture sono state portate in strada e date alle fiamme. Una
delle due automobili e' esplosa. A terra sono rimaste alcune taniche di
benzina. Il gruppo, che ha aggredito un automobilista, si e' diretto poi
verso la stazione Brignole devastando un ufficio postale e un
distributore. Distrutta pure la telecamera di un operatore di una
televisione tedesca.
PRIMI SCONTRI, POLIZIA SPARA LACRIMOGENI
Subito duri scontri tra polizia e manifestanti all'avvio del G8. Gli
agenti hanno caricato i dimostranti e lanciato lacrimogeni. Gli anarchici
hanno risposto lanciando pietre. Sei i feriti. Tra loro 3 carabinieri e
un giornalista. Gli scontri hanno avuto inizio nella zona di piazza Paolo
da Novi. Gli estremisti sono fuggiti verso piazza Palermo, in direzione
Levante. Gli anarchici, tutti vestiti di nero ed armati di spranghe
bastoni e pietre, si sono poi concentrati in piazza Tommaseo, nel
quartiere Foce e hanno in breve ridotto la zona circostante ad un campo
di battaglia metropolitano: cassonetti bruciati, diverse auto in fiamme,
sanpietrini divelti dal selciato.
(20 luglio 2001, La Stampa on line)