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NOTIZIE DALLA CECENIA - OPERAZIONE COLOMBA




Fonte: http://www.geocities.com/opcol/ceceultimo.htm

Più profughi dei profughi

Stiamo vivendo nell'Ossetia del Nord a Vladikavkaz : la situazione dei 
profughi è tragica

26 Giugno 2001
Siamo andati a Vladikavkaz per due motivi:
1- perche' prima di buttarci in una presenza ambigua e difficile come 
poteva essere a Piatigorsk volevamo valutare altre strade, e Vladikavkaz 
poteva essere interessante perche' molto vicina al conflitto e con una 
Caritas che poteva essere un buon appoggio locale.
2- Perche' avevamo deciso di fare di nuovo un giro a Nazran, visto che nei 
due mesi precedenti non eravamo mai stati, e poteva essere utile mantenere 
i contatti e parlare con I profughi. Da Vladikavkaz potevamo andarci 
assieme alla caritas ceka che vive a Nazran.
OSETIA
Siamo dunque arrivati a Vladikavkaz ospiti della Caritas, e l'accoglienza 
e' stata ottima. Per qualche giorno siamo rimasti li' per vedere il lavoro 
che loro fanno. La situazione dei profughi in Ossetia e' tragica: ce ne 
sono tantissimi (ci pare di aver capito piu o meno come in Ingusetia) e 
arrivano dall'Ossetia del sud (Guerra con la Georgia), dalla Georgia, russi 
di cecenia, dai paesi centrasiatici,ecc. Il guaio e' che nessuno di loro e' 
registrato, perche' poi non si debba dargli gli aiuti, nessuno di loro puo' 
lavorare perche' appunto non sono ne' cittadini ne' profughi, e sono in 
questa situazione da dieci anni. Gli uomini ogni giorno si recano alla 
"birgia" un piccolo piazzale in cui I disoccupati si riuniscono e 
attendono; ogni tanto passa qualcuno che li assume a giornata come 
manovali, imbianchini, ecc. Serghei della caritas si lamenta che tutte le 
organizzazioni sono concentrate sui profughi della cecenia, e che nessuno 
lavora in ossetia. Loro come caritas hanno un piccolo centro dove la gente 
va e riceve un pacco di cibo, qualche vestito e dei talloni per avere le 
medicine gratis in farmacia. Non hanno molto, ma ci sembra che siano bravi 
e lavorino col cuore senza distinzioni di etnia ( ad es. Sostengono anche 
lacune famiglie di profughi ceceni in Ingusetia tramite la caritas ceka).
Ci hanno fatto visitare anche un asilo per bambini con handicap, appena 
iniziato da alcune mamme di questi bambini; non hanno praticamente niente, 
tranne alcune stanze dove stare.
Siamo stati poi in un orfanotrofio. A parte che e' pieno di bimbi orfani le 
condizioni sono buone, e' tenuto bene e molto organizzato. Interessante che 
si trova proprio adiacente alle baracche dei profughi, e da quello che 
abbiamo capito non corre buon sangue tra questi ultimi e la dirigenza 
dell'orfanotrofio, che accusa I profughi di rubare.
Per quanto riguarda la sicurezza per gli stranieri ci pare di capire che il 
rischio e' minimo. Ci dicono che di giorno non c'e' veramente alcun rischio 
mentre la sera nessuno esce quando fa buio. Seguendo questa teoria Sergei 
ci ha lasciato da soli dieci minuti per strada. Dopo neanche cento metri ci 
hanno fermato due poliziotti in borghese. Non hanno neanche voluto vedere I 
documenti, si sono presentati e ci hanno augurato buona permanenza (?). 
Proprio un altro mondo rispetto la russia di volgograd; la gente gentile, 
ospitale, la citta' bella, le montagne, l'acqua che si beve alla spina 
senza bollirla. Forse sotto c'e' la fregatura…ma per adesso non sembra. Ci 
parlano anche dei rapimenti avvenuti in Ossetia. Pare che fossero comunques 
ingusci e ceceni infilitrati, che poi portavano I rapiti in Cecenia. Dicono 
che da un paio di anni in qua la situazione e' molto migliore, c'e' molto 
piu' controllo.
Abbiamo partecipato alla messa, il parrocco e' scozzese ma in gamba. La 
parrocchia e' piccola, la messa si fa in una stanza. I parrocchiani sono 
ospitali; uno di loro che insegna italiano ci ha fatto tenere una lezione 
all'universita'…

INGUSETIA
Ci sono venuti a prendere a Vladikavkaz quelli della caritas ceka: sono due 
giovani morosi, che lavorano li da febbraio. Hanno dei programmi di 
distribuzione in alcuni campi in ingusetia (dicono di aver scelto quelli un 
po' piu' piccoli e meno seguiti dalle grosse ong) e sostengono un 
orfanotrofio di Grozny completamente distrutto tramite adozioni a distanza, 
ricostruzione e altro. Sono bravi, nonostante inseriti nel meccanismo 
umanitario hanno un bel rapporto con le persone, conoscono I casi singoli, 
aiutano al di la' delle possibilita' che gli offre il loro programma (ad 
es. Hanno fatto una colletta, alla quale abbiamo partecipato) per comprare 
una mucca ad una famiglia composta da un marito, tre mogli e 25 figli, 
tutti ovviamente profughi.
Nei campi la situazione è sempre piu o meno uguale, quindi e' peggio 
perche' e' passato un altro anno e tutto e' uguale. La gente e' stanca e 
chiede di tornare a casa. Stanno arrivando da piu' parti appelli per 
chiedere la fine della Guerra, l'inizio delle trattative di pace, e la 
sicurezza per il rientro die profughi. Ci sembra, ancora una volta, che la 
popolazione civile sia abbastanza distaccata dalla guerriglia; non chiedono 
l'indipendenza, non gli interessa chi vince o chi perde nel confronto 
militare, chiedono di poter tornare a casa senza dover temere di essere 
uccisi, e chiedono che le parti si incontrino e che risolvano il conflitto 
tramite il dialogo econ una soluzione politica.
Alcune persone fanno sciopero della fame, hanno detto che vogliono andare 
fino in fondo. Non abbiamo capito se e' tutto cosi' come ci fanno vedere 
(ci sono una donna, un vecchio e una bambina che fanno sciopero della fame 
dentro una macchina, ma secondo noi la bambina e' li per far figura), 
comunque e' un segno forte che testimonia la dielicatezza di questa fase; 
anche perche' le autorita' russe hanno dichiarato che entro la fine 
dell'estate TUTTI I profughi dovranno rientrare a casa, e in linea con 
questa dichiarazione stanno tagliando gli aiuti governativi ai profughi e 
hanno detto a tutte le ong che non possono piu' lavorare in Ingusetia, e 
che I programmi umanitari saranno permessi solo in Cecenia. Nessuno crede 
possibile pero' che entro la fine dell'estate tutti torneranno a casa, e le 
ong per adesso continuano a lavorare e a fare finta di niente. L'ostacolo 
piu' grosso per il rientro rimane il perseverare delle violazioni dei 
diritti umani da parte delle truppe russe, soprattutto nei confronti dei 
civili. Le testimonianze raccolte da Memorial sono molto istruttive in 
questo senso .
La sicurezza in ingusetia rimane sempre un ostacolo…la Caritas gira con 
gente del posto, gente anche piuttosto sveglia e influente, e in casa loro 
dorme sempre uno locale. Inoltre tra qualche giorno questo qua avra' anche 
il permesso per un'arma… e le altre ong hanno tutte misure di sicurezza 
piu' rigide di loro.
COSA ABBIAMO PENSATO NOI
Sarebbe utile partire subito, e decidere di trasferirci la'. Per farlo 
occorrono questi passi:
- stilare un progettino il piu' possibile chiaro e comprensibile per la 
mentalita' russa, altrimenti non ci comprendono. Pensavamo di partire 
proponendo alla Caritas di Vladikavkaz di fare laboratorio e animazione con 
I bambini di un campo ( ad es costruire aquiloni, gioco, palloncini, 
animazione in genere) tre volte la settimana, e intanto di conoscere le 
famiglie piu' in difficolta' come per es. Le persone con handicap e la 
famiglie piu' povere (in questo senso potrebbe essere che si creino legami 
con gruppi, associazioni, caritas, che sostengono concretamente e in vari 
modi chi ha veramente bisogno). Contemporaneamente approfondire il rapporto 
con l'asilo per bimbi andicappati per vedere come aiutare queste mamme ad 
avviare l'asilo (si potrebbero mettere in contatto con alcune realta' qua 
di Volgograd in cui anche l'Alberta e' inserita). Questo lavoro ci 
impegnerebbe gia' per I primi mesi.
Incognite(che affronteremo nei prossimi giorni):
- Sicurezza: valuteremo bene
- Rimediare un posto dove stare, la Caritas dice che in affitto vogliono 
sempre almeno sei mesi anticipati, ma dovrebbe essere una spesa accessibile.
- Capire come andare in giro: autista, macchina, quanto ci costa, se ci 
sono alternative.
- Visti e registrazioni: dobbiamo valutare la strada migliore per essere a 
posto con le autorita'. Chiederemo anche alla Caritas se ci vogliono fare 
da partner locale.
Altri aggiornamenti seguiranno, intanto voi parlatene e fateci sapere cosa 
ne pensate. Se qualcosa e' poco chiaro telefonateci, ci si chiarisce meglio 
al telefono.
Ci venivano in mente anche queste considerazioni:
Bisogna pensarci bene per vari motivi: 1- se si inizia…si inizia sul serio, 
anche come tempi, per cui noi dovremo fare una scelta piuttosto seria 
(secondo me non va bene la formula stare due mesi poi tornare un mese, e 
via di seguito, bisognera' stare nell'ottica di viverci, tornando poco in 
Italia) 2- la burocrazia, se si affronta bisogna avere le idee un po' 
chiare e essere motivati. 3- e' giusto fare un passo alla volta, per 
carita', ma non deve essere un brancolare nel buio. Questo vuol dire aver 
chiaro in cosa vogliamo inpegnarci, per avere un po' il senso della 
prospettiva.
Un saluto a tutti
Alex, Fabrizio, Paglia

La presenza nel territorio continua ...