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3-4/06 Roma: 2 appuntamenti antimilitaristi e pacifisti
Articolo 11 della Costituzione repubblicana: l'Italia ripudia la guerra
Sono le uniche parole, oggi, che ci sentiamo di pronunciare
per festeggiare il 2 giugno
Dopo la partecipazione italiana alla guerra nei Balcani, dopo
l'approvazione del nuovo modello di difesa, che allinea in tutto e per
tutto il nostro Paese alle strategie militari della Nato, e dopo l'impiego
di ingenti fondi pubblici per l'acquisto dei modernissimi aerei da
combattimento "eurofighter", siamo alla riproposizione della parata
militare lungo la via dei Fori imperiali. La saggia cancellazione di questo
assurdo appuntamento guerriero durava da dodici anni ed era stata
un'acquisizione di civiltà. Ma con la nuova Nato, di cui l'Italia è parte
integrante, non poteva certo durare.
Governo e Presidenza della Repubblica dicono che sfileranno le Forze Armate
in quanto forze di pace, impegnate in ogni angolo del mondo a svolgere
compiti di pace.
E' una colossale bugia. L'Italia condivide le strategie della Nato, che non
sono di pace, come la guerra nei Balcani sta a dimostrare, ma di controllo
globale dei territori del mondo e di assuefazione delle menti all'idea che
l'Alleanza Atlantica possa intervenire, con la guerra, dove come quando
vuole. Ovviamente in nome della pace e dei diritti umani.
Governo, Presidenza della Repubblica, partiti, mass media dicono che così
si celebra degnamente l'anniversario della Repubblica.
Anche questa è una bugia. La nostra Repubblica è costituzionalmente fondata
sul lavoro, sul ripudio della guerra, sulla democrazia; ed è stata
sostenuta per decenni dalle lotte di uomini e donne per la pace e per
rendere operativo in tutti i campi il dettato costituzionale: aprire spazi
di diritto e di libertà, costruire una cittadinanza dell'accoglienza, della
solidarietà, della parità dei diritti. Le donne sono state protagoniste di
queste lotte.
Questa è la nostra Repubblica, quella in cui riconosciamo un pezzo
importante della nostra storia di donne e che vogliamo festeggiare. Ma la
vediamo fatta a pezzi giorno dopo giorno: la Costituzione stracciata con la
guerra, i diritti del lavoro negati, un presidente del Consiglio che si
permette di esprimere in Parlamento la sua ostilità a gay e lesbiche e che
dice "purtroppo" riferendosi alle libertà costituzionali a cui ha giurato
fedeltà.
La parata militar-patriottica del 4 giugno è il frutto avvelenato di tutto
questo.
Esprimiamo il nostro più radicale dissenso verso ogni manifestazione di
forza bellicistica. Contrapponiamo a essa la ricerca di ogni via, ogni
parola, ogni atto che si ponga l'obiettivo di abbattere le frontiere tra i
popoli, svelare l'imbroglio della "guerra umanitaria", costruire la pace.
Articolo 11 della Costituzione repubblicana: l'Italia ripudia la guerra.
Sono le uniche parole, oggi, che ci sentiamo di pronunciare per festeggiare
il 2 giugno.
Presidio sabato 3 giugno a Roma - Largo Argentina dalle ore 17,30 alle 20,00
Donne in nero Roma, Forum delle donne di Rifondazione comunista, Wilpf-Lega
Internazionale delle donne per la pace e la libertà, Il Paese delle donne,
Non una di meno-Coordinamento nazionale Donne per i consultori
PER TIRARE AEROPLANI DI CARTA SUI BATTAGLIONI
appuntamento antimilitarista e pacifista
domenica 4 giugno ore 9.00 a Roma - Largo C. Ricci
su proposta del capogruppo Prc alla Provincia di Roma Elio Romano
partecipano: Legambiente, VAS, Un ponte per..., WWF, Circolo di cultura
omosessuale Mario Mieli, ANFIN, Associazioni animaliste (Mondo cane),
Arcilesbica, Forum delle donne di Rifondazione comunista, Wilpf-Lega
internazionale delle donne per la pace e la libertà, Lega obiettori di
coscienza di Roma, gruppo Prc Comune di Roma, gruppo Prc Regione Lazio