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lettera di Karl e novita'
Ciao a tutti,
agli amici della lista di karl vorrei ricordare i due milioni di detenuti
in America e i 3500 condannati a morte in attesa di esecuzione. Molti di
loro, come Karl, probabilmente sono innocenti e non hanno la possibilita'
di difendersi. Stiamo sempre lavorando perche' Karl abbia i soldi
necessari ad assumere un avvocato decente e per diffondere, attraverso il
suo libro e queste mail, la conoscenza di quello che e' la piu' grande
vergogna del sistema giudiziario americano - il massiccio imprigionamento
dei propri cittadini per interesse economico - la negazione dei diritti
umani in nome del dollaro!
Buone notizie: da giugno il tritacarne sara' nelle librerie di tutta italia! una buona occasione per rilanciare le iniziative del Comitato: aspettando dunque vostre notizie vi trascriviamo qui sotto l'ultima lettera ricev
uta da Karl.
un saluto a tutti
Daniela & Olivier
Comitato per Karl Guillen e la Giustizia negli USA
http://www.pegacity.it/cultura/sistampi/karl/
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Il punto nel quale la distinzione cambia ...
Io sono sette-sette-sei-uno-quattro. Mia designazione attuale: detenuto.
Mi sono ritrovato inavvertitamente prigioniero nel sistema giudiziario
americano, e in quanto tale sono a carico di chi paga le tasse. Su grande
scala gravo il mondo con la mia stagnazione forzata. La mia casa è una
scatola quadrata di otto piedi, e i miei vicini sono una mescolanza di
insani, o ci stanno per diventare. Non potendo lasciare mai questa
recinzione di cemento e acciaio, il mio corpo si è evoluto. Vedo le mie
ossa avvolte in viticci verdi, e sono accecato dal sole, per quanto ho
avuto solo due occasioni in sette anni su cui basare questa teoria. Il mio
sistema interno rifiuta l'acqua, la base della vita, ma i miei carcerieri
medicano e consolano, assicurandomi che sto bene. Sono un prodotto da un
milardo di dollari l'anno e il vergognoso catalizzatore di milioni di
lavoratori: avvocati, giudici, poliziotti, amministratori carcerari,
senatori, legislatori, industrie edilizie, industrie di computers,
dottori, industrie farmaceutiche e ogni i tipo di lavoro interlacciato
alla crescente industria americana delle prigioni. La loro esistenza
deriva dalla mia cattività, non dalle mie azioni, perché non esistono i
crimini su cui sono basate le sentenze che mi hanno condannato a 26 anni e
a 18 anni e nove mesi. C'e' poco da meravigliarsi che tali abusi
prosperino durante i processi, l'indagine di polizia e l'impacchettamento
del prodotto umano. Sicuro, crimini vengono commessi, ci sono vittime, ci
sono innocenti, e c'e' la colpevolezza. Ma siamo tarpati dalla nostra
creativita' legislativa e giuridica che rinchiude i nostri concittadini,
che pianta altri semi per la prossima raccolta fiscale di tasse. Molti di
coloro che approdano dietro i cancelli di acciaio e cemento sono quelli
capitati nella carta moschicida della opulenta industria giuridica
americana, dove le porte scolastiche sono sostituite da nuove scintillanti
porte di celle, e dove invece di ricevere insegnamento e riabilitazione
riceviamo e generiamo istituzionalizzazione. Non e' difficile ritrovarsi
negli ingranaggi del tritacarne, dove con ogni comoda valutazione il
governo trova molti e vari metodi per acquisire il prodotto. C'e' un
interesse nazionale nel tenermi in prigione, che permea e corrompe la
giustizia reale che vorremmo servire. La dicotomia e' complessa. Senza
l'industria delle prigioni il monopolio di miliardi di dollari andrebbe
perso, ma fronteggiare questa bestia vorrebbe dire affrontarne i denti per
raggiungerne la gola e stringere al cuore il mostro. Crimine o punizione,
riabilitazione o istituzionalizzazione, repressione o insegnamento,
vendetta o perdono. Le scelte in genere sono chiare, a volte infangate dai
dibattiti politici o dalle lacrime delle vittime. Ma la maggior parte
delle voci sono cieche alle ingiustizie che trascendono gli occhi velati
da processi e appelli, perché si fermano allo stadio iniziale.
All'arresto, quando i resoconti sono sostenuti da bugie. All'accusa, dove
il pubblico ministero porta accuse molto più severe che l'effettivo
crimine o intento. Quando il difensore arriva alle fasi preliminari del
processo possono essere state richieste decine, o centinaia, di anni di
pena. Questi processi sono l'arma usata da ogni pubblico ministero in
America per colpire i non-cosi'-colpevoli o anche gli innocenti nelle
grinfie della pena concordata. Tutti questi "crimini" spariscono, si
dissolvono nell'aria sottile una volta che il patto e' fatto, come se non
fossero esistiti. E qualche volta non lo erano. Guai a chi rifiuta il
patteggiamento, perche' non c'e' coscienza in questo gioco, dove la classe
media dei pubblici ministeri controlla la vita delle classi inferiori o
sfortunate, e dove i giudici sono spesso tenuti fuori dal giro fino al
processo, o finche' sono costretti da alleanze elettorali o favori a
prendere decisioni che raramente riflettono il senso della giustizia. E'
stato dimenticato quello che e' effettivamente il giorno e la notte in una
prigione, e in questa sottile ignoranza i giudici distribuiscono anni come
giorni, decadi come anni, e morte come ai cristiani nel primo secolo a
Roma. Questi stessi giudici sono stati forzati a diventare politicanti per
essere rieletti, e in queste acque si sono corrotti, concedendo favori ai
donatori delle loro campagne elettorali, spesso unioni di pubblici
ministeri e altri squali con le proprie agende. Io sono su un altra strada
ancora, in via di costruzione, dove uno vive ma non lascia, esiste ma non
respira. Ma la strada percorsa non e' la strada presa. Io sono un esausto
ostinato viaggiatore, fuggente dall'incubo della morte, che scappa dagli
occhi marrone scuro di mio padre che li ha fissati su di me in uno scuro
mattino estivo nel 1988. Ho toccato la sua guancia, troppo tardi per
fermare la morfina che ha usato per volare via dal cancro che consumava il
suo corpo. E questo volo io l'ho osservato svolgersi ma mi ha lasciato
l'anima scavata, lo spirito pesante. Quel conforto che posso aver dato mi
ha lasciato esausto, impedito, ciecamente smarrito - guidato dal fato
crudele- nelle trappole del sistema giudiziario americano. La mia carne e'
stata lacerata e il mio cervello malmenato, in questi anni e anni di
confino solitario. La mia pelle non sa cosa sia un contatto, e ho perso
memoria di ogni connessione con gli esseri umani, sia fisicamente che
spiritualmente. Il mio futuro e' un immenso deserto, incerto, sempre piu'
vago mentre passano gli anni. Le mie mani sono state spezzate per meno
parole di queste, mentre la giustizia volta i suoi ciechi occhi, ma io
devo continuare a combattere finche' la follia o la morte mi bloccheranno
la gola e spegneranno la mia voce. Indosso le cicatrici di centinaia di
battaglie, e ogni giorno mi sveglio al suono della morte che affila la sua
falce. Animali vagano intorno, i loro versi e gemiti infettano la mia
forza mentale. A ogni momento che passa le speranze di grazia mi
stuzzicano, un fantasma che non appare ne' parla, ma esiste, in forma di
appelli e accordi post processuali. E ancora lo stato e il governo
federale cercano di potare via queste illusioni, in nome dell'economia. La
giustizia sia dannata per il 5-15 percento degli esseri umani innocenti
che sono diventati il prodotto della vera industria delle prigioni che
spinge e stringe i politicanti marionette. Mi confondo nello sciame dei
non garantiti. Mi lancio senza rete senza paura come i miei ragionamenti.
Io semplicemente chiedo cosa hanno coloro fuori da questi box di ferro e
cemento? E' la paga settimanale che e' cosi' cara, e la pace cosi' dolce,
da essere acquisita al prezzo di catene e eventi impressionanti, prigione
e politici ubriachi del potere dato dai frutti dell'assolutismo. Il mio
nome e' Karl Louis Guillen, ma nessuno mi ha chiamato col mio nome in
dodici anni. Sono prigioniero per crimini per i quali non e' mai esistita
prova del loro accadere. Ne' potevano esistere. Un giorno, dicono, potro'
essere rilasciato di nuovo nel mucchio, e con le mie cicatrici e
invisibili lividi sembrarvi spaventevole, vi chiedo pazienza, perche' non
posso sapere se questa insanita' potra' essere fermata, o evitata. Se da
questa tomba di roccia nascessi di nuovo, saro' purificato dal fuoco
dell'inferno che ho attraversato, non avro' paura, perche' le mie ali
avranno gia' affrontato il piu' spaventoso uragano, e gia' sentito, con
ogni comando, le funi di migliaia di lacci sul mio spirito. Mi chiamano
"il peggio dei peggiori", "mostro", "stupido", "frivolo" e "il "rifiuto
della societa", anche se non ho li mai combattuti o minacciati. Ma questo
atteggiamento tiene coloro che servono i maestri, l'industria delle
prigioni, in buono spirito, con uno scopo e un nemico, al di la' del
fatto che siamo uno e lo stesso. Esseri umani. Sono stato marginalizzato
con milioni di altri, che non abbiamo visto il punto indicato dal sistema
giudiziario americano. La liberta' non e' libera, ne' facile da mantenere,
per gli errori commessi nella usurpante natura umana di governare, di
cercare altro potere. Comunque una tale evoluzione deve essere monitorata
con vigilanza prima che raggiunga il punto nel quale la distinzione
cambia, da giustizia a ingiustizia, da polizia a stato poliziesco, da
liberta' a fascismo.
Karl Louis Guillen # 77614
ASPC-EYMAN-SMU II
P.O. Box 3400
Florence AZ 85232 - 3400
USA