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PALERMO, I BAMBINI E LA PACE



FONTE: "POPOLI" - RIVISTA MISSIONARIA - APRILE 2000

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DOSSIER: MINORI

Palermo: contro la mafia Dipingi la pace
don Paolo Turturro

La cultura della violenza e della sopraffazione non conosce confini. Per le 
giovani generazioni che vivono in realtà di emarginazione quella della 
criminalità è una strada attraente, ma quasi sempre senza ritorno. È la 
sfida più ardua, ma decisiva: offrire ai ragazzi delle "periferie del 
mondo" un'alternativa fatta di gratuità, di accoglienza, di rispetto.

L'Associazione Dipingi la pace, di Palermo, si ispira alla poesia di una 
bambina palestinese: "Avevo una scatola di colori, non avevo il nero per 
dipingere il lutto dei miei cari, non avevo il rosso per dipingere il 
sangue dei feriti, non avevo il giallo per le gelosie del mondo; avevo il 
celeste, mi sono seduta e ho dipinto la pace". Così, con i gessetti 
colorati, fin dal 1984, ci siamo messi sui marciapiedi e sulle strade di 
Palermo a colorare i muri, le vie, gli angoli della paura, della droga e 
degli scippi. Un cammino lento, difficile perché la strada era nient'altro 
che un appalto della microcriminalità: sulla strada si spacciava, si 
scippava, si faceva il palo, si riciclava. Una strada con una trentina di 
ragazzi arruolati aveva un valore di 30-40 milioni al mese. Sulla strada 
abbiamo conosciuto ragazzi con tanti soldi in mano, bimbi con armi 
impugnate, ragazze pronte per quel mestiere...

Allora sono nati il grido e la ribellione. Allora è venuta fuori tutta 
l'energia per strappare ragazzi e ragazze dalle strade dello Zen, 
dell'Acquasanta, di via Montalbo, del Borgo Vecchio, di via Danisinni, dei 
quartieri abbandonati di Palermo. Un giorno del 1988, alla scuola Valverde 
- La Masa, alla Vucciria, un ragazzo al posto dei libri porta in classe una 
pistola vera. "Roberto, non vuoi un pallone firmato dai giocatori al posto 
della pistola?", gli chiedo. "No - risponde il ragazzo -, mio nonno mi ha 
detto: "Roberto prendi questa pistola e impara a sparare, perché da grande 
devi vendicare la morte di tuo padre ucciso sulle strade di Palermo"". È 
uno scacco matto al cervello. Corriamo dal nonno: "Senta, lei è un 
cristiano?". Risponde convinto: "Si, vado ogni anno a Santa Rosalia". "La 
prego, non ci salga più. Un cristiano non può regalare a un nipote una 
pistola per vendicarsi". L'anziano rimane colpito: "Ha ragione", mi dice. 
"Ora - insisto - venga con me a bruciarla pubblicamente dinanzi ai ragazzi, 
a scuola". E così alla scuola Valverde - La Masa nasce il primo falò delle 
armi vere e di quelle giocattolo. Una grande vampa di fuoco annuncia ogni 
anno che a Palermo è nata una coscienza nuova. È come una madre che 
concepisce un figlio e lo nutre nel silenzio, nel sacrificio, nella nausea, 
finché la sofferenza del parto dona al mondo un uomo. Così Palermo da tanti 
anni ha concepito questa coscienza nuova (alcuni politici hanno cercato di 
impedire il concepimento), nel silenzio (a molti è parsa omertà), l'ha 
nutrita dietro le imposte delle finestre, delle porte, delle case, finché 
il parto di Capaci, di via d'Amelio, di Padre Puglisi, ha generato questa 
coscienza nuova che ora cammina nelle strade di Palermo e della Sicilia.

Le attività sono tante. Nel 1993 si è iniziata la costruzione di un centro 
di accoglienza che sia insieme un luogo di svago e di formazione per i 
nostri ragazzi. È il Borgo della Pace, tuttora in via d'allestimento. 
Presso altri locali, donatici dal Comune, è stata allestita una biblioteca 
con 1500 libri e che si arricchisce grazie alle offerte di tanti amici. A 
cominciare dal 1995, ogni anno tra tutti i nostri ragazzi vengono scelti i 
più meritevoli ai quali vengono assegnate borse di studio, finanziate dai 
tanti benefattori; così due ragazzi sono arrivati a frequentare 
l'università. Ma l'impegno non si ferma esclusivamente all'ambito 
scolastico. Intendiamo seguire i ragazzi durante tutto l'arco della 
giornata: nell'anno scolastico '89-'90 Dipingi la Pace ha organizzato il 
concorso Pace e sport, aperto a tutti gli alunni delle scuole elementari e 
medie della Sicilia, al quale hanno partecipato ben 60mila ragazzi e che è 
stato ripetuto l'anno successivo. Nel corso degli anni si sono susseguite 
numerosissime manifestazioni contro la mafia, fiaccolate di solidarietà, 
marce di protesta e tantissime altre iniziative. Infine abbiamo ideato un 
Treno della Pace con tutti i ragazzi della strada; siamo andati in molte 
città d'Italia a gridare che Palermo e la Sicilia sono terre di pace.











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