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don Renato Sacco: "La politica del silenzio e della guerra"
NUOVO EDITORIALE DI PEACELINK
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Guerra un silenzio di tomba!
Un anno fa la guerra. E noi, Italia, protagonisti.
Questa sembra essere l'inquietante assillo: non perdere l'occasione,
cogliere l'attimo per essere sempre in prima linea. Per 'dimostrare' a sè e
agli altri... non si sa che cosa. Qualche anno fa, con l'operazione
pellicano in Albania, è stata mobilitata addirittura la nave Vittorio
Veneto (!) per far vedere che c'è bisogno di investire nella guerra. Ma è
solo un esempio.
Perchè dico questo? Perchè l'anniversario dei bombardamenti Nato su Serbia
e Kosovo porta inevitabilmente a far un confronto con la Cecenia... Sì
proprio la Cecenia. Ho iniziato a scrivere al nostro Governo,
all'ambasciata Russa in Italia e all'Onu, lo scorso mese di ottobre 99,
raccogliendo, con i Beati Costruttori di pace e Pax Christi, un appello
giunto da Sarajevo, dove sanno cos'è un assedio. Molte firme erano state
spedite. Poi ho continuato a scrivere, personalmente, anche in vista del
vertice OSCE a Istambul (17-19 nov). Silenzio. Solo l'Ambasciata di Russia
in Italia ha risposto in data 22 novembre 99, a mons. Diego Bona,
Presidente di Pax Christi, rimproverando il Vescovo di non essere
"correttamente informato", allegando anche una videocassetta che, mostrando
immagini di inaudita crudeltà, pretende di giustificare l'operato delle
truppe russe in Cecenia. Mosaico di pace (rivista mensile promossa da Pax
Christi) riporta tutta la documentazione sul numero di febbraio 2000).
riscrivo il 4 gennaio al Governo e ministri vari chiedendo "se è vero
quanto ho sentito partecipando alla Marcia della Pace a Siena il 31 dic.
u.s.: l'Italia ha approvato le leggi n.397 e n.398 per l'assistenza
militare alla Russia e la cooperazione economica con l'apparato bellico di
quella nazione. E' previsto lo sviluppo dell'aereo militare Yak 130 e la
modernizzazione degli armamenti russi. Tutto questo mentre erano in corso
i bombardamenti su Grozny! E non è stata prevista nessuna clausola che
vincoli questo accordo al rispetto dei Diritti Umani.
E' terribile! Ma l'Italia non ha anche una legge (185/90) che vieta la
vendita di armi a paesi in guerra o dove si violano i Diritti Umani?"
Silenzio.
Riscrivo il 12 febbraio, ricordando anche il digiuno di p.Cavagna, di
d.Albino e di tanti altri.
Silenzio.
Riscrivo il 24 febbraio, citando anche il mio vescovo di Novara, Corti, che
tornando dall'Africa scrive: ".. è stata fatta emergere l'urgenza che in
Europa la Chiesa sia attenta alle scelte di politica estera dei vari Paesi.
Spesso il capitolo della politica estera è piuttosto sfuggente nelle
campagne elettorali, per cui la gente non sa molto dei rapporti che si
vanno costruendo a livello internazionale. Poichè la storia, anche recente,
dimostra che si possono fare delle scelte molto discutibili, se non
inaccettabili (come per esempio a proposito della vendita delle
armi..)".Oggi Loredana si rechera' dagli esattori fiscali per parlare e vi
faremo sapere...
Silenzio
Riscrivo ancora il 2 marzo.
La notizia viene ripresa dal quotidiano Avvenire mercoledì 8 marzo,
ricordando che gli accordi in questioni sono pubblicati sulla Gazzetta
ufficiale del 4 nov. u.s.
Miracolo, potenza dei mezzi di comunicazione...Sabato 11 marzo, sullo
stesso quotidiano c'è già la risposta del Ministero degli Esteri, a firma
del Capo servizio stampa e informazione, Min. Plen. Giampiero Massolo, che
oltre a fare precisazioni sull'articolo di Avvenire, dice tra l'altro: " La
firma dell'accordo fra Italia e Russia sulla cooperazione nei campi tecnico
militare dell'industria per la difesa, risale al novembre 1996. la
pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale si riferisce, invece, all'avvenuta
approvazione da parte del parlamento, delle relative leggi di ratifica." e
poi ancora "Il Ministro Dini, in occasione dei suoi periodici incontri con
le autorità russe, ha sempre sollevato la questione della Cecenia,
esortando,.. a ricercare una soluzione politica al conflitto, invitando ad
astenrsi dall'usa della forza.."
Questa risposta mi sembra che peggiori ancora di più la situazione:
il Parlamento aveva la possibilità di non ratificare degli accordi! aveva
il 'coltello dalla parte del manico' per richiamare i diritti umani. E
certo fa ridere, per non piangere, il fatto che il nostro Ministro vada a
fare 'esortazioni' a Mosca (...di solito le fa il Papa) dopo avergli
venduto aerei da guerra. Con che credibilità?
Cecenia e Kosovo due modi uguali e contrari per affrontare una guerra da
protagonisti. In Kosovo ci si straccia le vesti (dopo anni di indifferenza)
di fronte alle sofferenze dei profughi e si fa una guerra inevitabile,
umanitaria e con bombe intelligenti. In Cecenia non si vuol vedere la
tragedia di un popolo e si vendono armi a Mosca.
E' una cultura di guerra che cresce, non solo nella politica. Dalla
pubblicità all'abbigliamento (che tristezza quei bambini italiani in giro
per le strade con la tutta mimetica!), dall'economia all'informazione. La
guerra è sempre una cosa accettabile, normale. Alle Fiere campionarie
vengono esposti carri armai e Tornado; nelle scuole si presente il nuovo
prodotto dell'esercito professionale, si esulta per la parità coinvolgendo
anche le donne, e avanti così.
La guerra è un buon affare. peccato che a volte ci sono anche i morti, ma
quelli sono 'effetti collaterali'. Pazienza.
La conferma viene dal Ministro Fassino che a Prishtina, il 22 marzo
dichiara: "I balcani sono un problema centrale per la politica estera
italiana, e lo affrontiamo con i militari, gli aiuti umanitari e le
imprese." Anche il Caucaso e tante altre zone sono un buon sbocco per le
imprese, soprattutto quelle belliche.
E su tutto questo un silenzio di tomba! Ma è importante che ognuno
si senta chiamato in persona, magari anche solo a scrivere, per non
lasciarsi vincere dalla rassegnazione. Anche se, come scrivevo nella mia
ultima lettera del 2 marzo:
"Mi amareggia
- Il silenzio ufficiale del nostro Governo (questa è la mia 5a lettera
senza risposta!) Forse perchè gli affari valgono più dei diritti umani?
- Il silenzio di chi ha trovato il tempo per sparare sul 'silenzio dei
pacifisti' dalle pagine di alcuni giornali, ma, forse, non ha trovato il
tempo per prendere in mano il telefono o scrivere, magari dalle pagine del
proprio giornale, all'ambasciata Russa, al nostro Governo o al parlamentare
conosciuto della proprio zona, oppure... qualcos'altro, ma che esprimesse
un impegno in prima persona contro la guerra. E sui mass-media lo spazio
dato alla Cecenia è di gran lunga inferiore a tante altre notizie....
- Il silenzio dei politici, quasi tutti, al di là delle appartenenze
partitiche, concordi nel tacito assenso. Il ripudio della guerra, la
vendita delle armi non è così fondamentale nella politica? Certo non è tema
importante in campagna elettorale..
- Il silenzio anche della Chiesa italiana 'ufficiale' che potrebbe con
maggior coraggio profetico ricordare il rispetto almeno delle regole già
esistenti in materia di commercio di armi e diritti umani. Così come c'è
stata una recente dichiarazione sul Congo, perchè non richiamare, anche per
la tragedia della Cecenia, che ci vede coinvolti direttamente, l'urgenza
della pace e il 'no' alla violenza e alla guerra?"
don renato sacco
Renato Sacco,
via alla Chiesa 20
28891 CESARA - Vb
Tel e fax: 0323-827120
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Alessandro Marescotti
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