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Convenzione di Strasburgo e diritto di voto agli immigrati residenti
A persone, associazioni, riviste impegnate per la pace e i diritti
Proposta di una campagna di sensibilizzazione
affinché a tutti gli stranieri residenti in Italia
sia finalmente riconosciuto il diritto di voto
nelle elezioni amministrative
E' un obiettivo minimo ma essenziale, ed immediatamente praticabile:
- ratificando finalmente il capitolo C della Convenzione di Strasburgo del
5/2/1992;
- estendendo a tutti gli stranieri residenti in Italia il diritto già
riconosciuto dal 1996 a quelli provenienti da paesi membri dell'Unione
Europea.
Cari amici,
vi proponiamo un impegno comune per un obiettivo limitato ma il cui
conseguimento potrebbe a sua volta produrre sviluppi assai rilevanti: il
riconoscimento del diritto di voto per le elezioni amministrative a tutti i
residenti così da permettere al più presto ad oltre un milione di immigrati
residenti in Italia di far sentire la loro voce come elettori e come eletti
negli enti locali, così da poter anche contribuire ad orientare in senso
democratico l'azione delle amministrazioni locali.
In Italia vi sono oltre 1.250.000 stranieri legalmente residenti. Con la
loro presenza, la loro umanità, essi contribuiscono all'economia, alla
cultura, alla vita civile di questo paese; ma a tutti loro è negato il
diritto di voto per le elezioni amministrative (con la limitatissima
eccezione di quelli provenienti da paesi membri dell'Unione Europea).
Per il diritto di voto nelle elezioni amministrative il Parlamento potrebbe
procedere con relativa celerità, essendovi riferimenti giuridici e
precedenti significativi.
Il riferimento giuridico fondamentale è la Convenzione di Strasburgo sulla
partecipazione degli stranieri alla vita pubblica a livello locale del
5/2/1992, che al capitolo C (ancora non ratificato dal Parlamento italiano)
prevede appunto il diritto di voto -elettorato attivo e passivo- per le
elezioni amministrative. In altri paesi tale diritto è da tempo vigente; il
caso forse più significativo è quello dell'Irlanda, in cui tale diritto fin
dal 1963 è riconosciuto a tutti gli stranieri che ivi risiedono da almeno
tre mesi (per un quadro europeo cfr. la tabella in Caritas di Roma,
Immigrazione, dossier statistico '99, p. 157).
Il precedente significativo fondamentale è il riconoscimento del diritto di
voto amministrativo per gli stranieri residenti provenienti da paesi membri
dell'Unione Europea, già in vigore in Italia dal 1996.
Il significato politico
Il significato politico del riconoscimento del diritto di voto nelle
elezioni amministrative agli stranieri residenti è evidente: un notevole
rafforzamento della democrazia; ed anche un rafforzamento ed una
riqualificazione delle istituzioni democratiche di base in quanto rese così
più rappresentative.
A ciò si aggiunga che la presenza negli enti locali degli stranieri
residenti porta nelle istituzioni di base cultura, sensibilità ed impegno
nella lotta al razzismo ed alla discriminazione.
Infine, ciò aiuterebbe a "mondializzare" la coscienza e l'azione delle
istituzioni democratiche di base, a dare loro una corretta prospettiva, non
rattrappita nel provincialismo, ma aperta alle problematiche complessive
che non possono essere delegate ai soli governi nazionali ed alle sole
istituzioni internazionali.
Come condurre questa campagna: iniziative possibili
Noi pensiamo ad una gamma di iniziative mirate per questo preciso obiettivo
articolata ad esempio come segue: a) lettere ai mass-media; b) diffondere
materiale informativo su internet; c) invitare all'impegno gli enti locali;
d) invitare all'impegno i parlamentari sensibili; e) iniziative pubbliche
di informazione, sensibilizzazione, mobilitazione; f) coinvolgimento di
altri soggetti sia istituzionali che associativi a sostegno della proposta.
Alle persone, i gruppi, i mezzi d'informazione che fossero d'accordo con
questa proposta chiediamo di voler autonomamente intraprendere le
iniziative che riterranno onestamente e ragionevolmente utili allo scopo
(evitando quindi atteggiamenti strumentali, equivoci, settari o
autopromozionali).
Ovviamente, se vi impegnate in questa iniziativa, ci farebbe piacere sapere
cosa state facendo e ricevere il materiale da voi prodotto.
Cordialmente,
Il Centro di ricerca per la pace di Viterbo
Viterbo, 1 novembre 1999
Mittente: Centro di ricerca per la pace
str. S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. e fax 0761/353532
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Alessandro Marescotti
c/o PeaceLink, c.p.2009, 74100 Taranto (Italy)
http://www.peacelink.it
per inviarmi e-mail usa questo indirizzo: a.marescotti@peacelink.it
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