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penso sia importante



Carissim*,
di seguito la trascrizione della lettera inviata alla Regione Toscana da
alcuni esponenti di associazioni di solidarietà alla Palestina. Vi prego di
leggere con attenzione e di diffondere. E di aderire alla protesta. Tra
parentesi, mi risulta che la regione Emilia Romagna abbia aderito al
progetto con 300.000 euro annui (la Toscana con
450.000). Vi risparmio i miei commenti perchè la lettera che segue è  molto
dettagliata. Abbracci di pace (di vera pace!!!!) Goretta Cari
-------------------------------
Amici, come promesso, v'inviamo in allegato il testo finale della
lettera della quale voi avevate ricevuto la versione per la quale si
chiedevano suggerimenti ed adesioni. Attendiamo la vostra risposta e
nel contempo v'invitiamo ad intervenire perchè l'attuazione di questo
progetto non si estenda ad altre regioni. Purtroppo, alla Toscana,
regione promotrice, dal 2005 si associeranno le regioni
Emilia-Romagna, Umbria e Calabria. Contribuirà poi, oltre all'Unicoop
, anche il Monte dei Paschi di Siena. stefania e mariano 6 dicembre
2004 Al Presidente della Regione Toscana Claudio Martini Al
"consigliere per la pace" Prof. Massimo Toschi Al Presidente della
UNICOOP Toscana Ci dichiariamo profondamente indignati per i servizi
giornalistici e le iniziative pubbliche che tanto decantano la
magnanimità degli Israeliani che curano i bambini palestinesi nei loro
attrezzati ospedali, con i finanziamenti messi a disposizione dalla
Regione Toscana e da UNICOOP, nell'ambito del progetto "Saving
Children". Riteniamo assolutamente inopportuno, e controproducente,
nell'ottica della riaffermazione della legalità in Palestina,
finanziare gli ospedali israeliani del Centro Peres (a Tel Aviv, Haifa
e Gerusalemme) con 450.000 Euro annui, per un progetto triennale
dedicato ad interventi chirurgici e prestazioni sanitarie per bambini
palestinesi con gravi patologie. Indubbiamente è un nobile obiettivo,
ma riteniamo sbagliata, in primo luogo, la scelta del Centro Peres,
dal momento che sono note le connessioni tra Shimon Peres e coloro che
impiegano ingenti capitali per sostenere la politica sionista ai danni
degli innegabili diritti di autodeterminazione del popolo palestinese.
In secondo luogo, perché si afferma più volte che con tale progetto si
sopperisce alle carenze del sistema sanitario palestinese in ginocchio
. Quando è proprio l'occupazione militare ad impedire a questi
bambini un'adeguata assistenza sanitaria sul loro territorio. E'
perciò discutibile che solo ora, e solo perché la nostra regione invia
denaro, ad alcuni bambini viene permesso, in via del tutto
eccezionale, di attraversare uno di quei 700 check-point
(assolutamente illegali) che ogni giorno vietano ai loro genitori di
lavorare, di curarsi e di vivere una vita dignitosa. Fatta questa
premessa, non esitiamo a considerare il documentario che pubblicizza
tale progetto - proiettato il 19 novembre a Firenze (con Shimon Peres
ospite d'onore.) e parzialmente trasmesso in TV da La7 il 4 dicembre,
nel programma "L'infedelele" di Gad Lerner - come una disinformante
operazione di propaganda. Si arriva anche a sostenere di poter così
contribuire ad evitare che i piccoli palestinesi ammalati diventino da
grandi gli aggressori degli israeliani , perché riconoscenti per
essere stati curati e coccolati dai medici del Centro Peres. Quei
bambini, purtroppo, non potranno non ribellarsi agli occupanti
israeliani, se, una volta usciti dal loro ospedale, si troveranno per
anni segregati dal "muro della vergogna", se continueranno a crescere
nell'umiliazione, se la loro casa sarà demolita a scopo preventivo o
perché un parente è sospettato di terrorismo, se rischieranno ogni
giorno di venire colpiti da proiettili nel giardino di casa o mentre
vanno a scuola, se i loro padri vivranno nella disperazione di non
potersi muovere normalmente sulla loro terra. Shimon Peres che dice di
amare i bambin ci appare spudorata retorica, in quanto è notorio che
in Palestina viene continuamente leso perfino il diritto a nascere in
condizioni adeguate, poiché non si permette alle partorienti di
attraversare i check-point per raggiungere la sala parto. Occorre
sapere anche che si impedisce ai dializzati ed altri gravi ammalati di
effettuare le terapie salvavita e che gli ospedali e le ambulanze
continuano ad essere colpititi dall'esercito occupante ? Quindi, se i
bambini non possono essere curati, non è solo perché mancano ai medici
le possibilità di aggiornarsi, ma è perché gli ospedali sono spesso
irraggiungibili. E' perché gli ospedali non possono rifornirsi di
adeguate strumentazioni e medicinali a causa di un'occupazione che
imprigiona, da 37 anni, 3 milioni e mezzo di persone. E' proprio il
governo d'Israele a imporre per mesi ed anni la "detenzione
amministrativa" (tortura compresa) a bambini palestinesi anche di 12
anni e, con le sue leggi, a consentire di sparare (decreto militare
132) a ragazzi che tirano i sassi, mirando direttamente al capo o al
petto. Per non essere accusati di antisemitismo, come purtroppo
accade, vogliamo contestare questo appoggio al Centro Peres (e quindi
a Israele) con le parole di un famoso israeliano, il giornalista ed
opinionista Gideon Levy, che dice a Shimon Peres, a proposito delle
violazioni dei diritti umani in campo sanitario: > Ovviamente, si può
solo essere contenti del fatto che tanti bambini palestinesi siano
stati salvati, ma non si può fare a meno di sottolineare che tutte
queste risorse regalate agli ospedali israeliani vengono usate per
lavare la coscienza sporca di un paese occupante che, sulla base di un
preciso progetto, ogni giorno persegue l'obiettivo di minare la salute
fisica e mentale dei palestinesi, in modo da indurli ad abbandonare la
loro terra. Riteniamo perciò che questo progetto non sia un'operazione
di pace ma che si configuri, politicamente, come un controproducente
appoggio ad un paese che si è macchiato e continua a macchiarsi di
gravi violazioni dei diritti umani. Vogliamo chiedere al Presidente
Claudio Martini e al suo "consigliere per la pace" Massimo Toschi,
nonché al Presidente di UNICOOP di non propagandare ulteriormente
questa controproducente operazione di supporto ad un > (sempre parole
di Gideon Levy). E' infatti un governo che definite democratico e nel
quale sta per rientrare anche Shimon Peres, che sta violando le norme
della Convenzione ONU sui Diritti del Bambino (arresto e detenzione di
oltre 2000 minori), le norme della Convenzione ONU contro la Tortura e
quelle della IV Convenzione di Ginevra. Quest'ultima, soprattutto,
impone ai paesi occupanti, e quindi a Israele, di assicurare
l'assistenza sanitaria ed una adeguata alimentazione (compreso il
diritto all'acqua) per la popolazione occupata (art.50, art.53 e
art.55). Voi , invece di cercare di sollecitare questo governo a
utilizzare a tale scopo le proprie risorse finanziarie e a rispettare
la legge internazionale, inviate il denaro dei cittadini toscani (che
non sanno così di essere complici) agli ospedali di un paese che
continua a violare i diritti umani e la cui ricchezza è interamente
dedicata ad operazioni di guerra e di pulizia etnica. Non potete non
sapere, infatti, che le risorse di Israele sono state massicciamente
impiegate per acquistare materiale bellico, nonché lacrimogeni
altamente tossici ed illegali, da usare nei Territori Occupati, e che
ingenti investimenti sono stati fatti per realizzare le oltre 400
testate nucleari e gli enormi depositi di armi chimiche e
batteriologiche: il prof. Toschi non può quindi parlare sul suo sito
di > perché ciò costituisce una informazione scorretta. Lei, Prof.
Toschi, "uomo di Prodi", come dice sempre il suo amico Gad Lerner,
dovrebbe ben sapere che il prof. Ziegler, relatore all'ONU sul diritto
all'alimentazione, ha chiesto il 14 ottobre proprio a Romano Prodi di
sospendere i rapporti economici, politici e diplomatici con Israele, a
causa della violazione dell'Art.2 (diritti umani) del trattato di
associazione all'Unione Europea. Visto che al Forum di Firenze avete
invitato ed applaudito un illustre esponente della sanità palestinese
come il Dr. Mustafà Barguti, il quale espose con molto realismo la
tragica situazione dell'assistenza medica nei Territori Occupati,
perché non avete voluto destinare queste consistenti risorse
finanziarie a quegli ospedali? Se l'obiettivo era quello di sostenere
la precaria situazione della sanità in Palestina, perché non avete
pensato di finanziare nuove attrezzature per gli ospedali di
Gerusalemme est (Al Maqsed Hospital), di Hebron (Al Ahli Hospital), di
Ramallah (Zayed Hospital), di Nablus (Rafidya Hospital), di Jenin (Al
Razy Hospital), di Gaza (Al Sheefa' Hospital), di Khan Yunis (Nasser
Hospital), di Rafah (Abu Yusef, Al Najar Hospital)? E perché non è
stata finanziata, invece, magari attraverso gemellaggi con ospedali
italiani, la formazione e l'aggiornamento dei medici palestinesi che,
pur nella completa mancanza di risorse, nonostante le continue
aggressioni si adoperano ogni giorno rischiando la loro vita per
curare i pazienti e i feriti? Come mai i medici palestinesi (coinvolti
solo per segnalare i casi da trattare) non hanno avuto il permesso di
superare i checkpoint ? Non ci risulta, infatti (e non risulta dal
vostro documentario), che abbiano potuto aggiornarsi assistendo agli
interventi chirurgici negli ospedali di Peres, come sarebbe stato
doveroso pretendere. Il Prof. Toschi, durante la trasmissione
"L'Infedele", oltre a ribadire che la pace si deve fare anche senza
giustizia, ha detto che la Regione Toscana non è una ONG che si limita
ad azioni umanitarie, ma fa politica : noi vogliamo perciò
sottolineare che, se proprio voleva dimostrare la famosa
"equidistanza", poteva sostenere organizzazioni israeliane pacifiste
quali Physicians for Human Rights, i cui medici hanno davvero a cuore
la sorte dei bambini palestinesi, dato che lavorano per loro
gratuitamente recandosi nei Territori Occupati. Questa sarebbe stata
una vera azione politica di pace ! Infine perché, a fronte di questi
ingenti finanziamenti, non avete almeno pensato di esercitare
pressioni a livello istituzionale, in ottemperanza alle norme sancite
dalla IV Convenzione di Ginevra, per la rimozione delle pesanti
restrizioni che nei Territori Occupati impediscono la libera
circolazione di malati e mezzi sanitari ? Fino a che Israele
continuerà a violare palesemente il diritto internazionale e i diritti
umani più elementari, noi rivendichiamo il diritto di contestare il
progetto "Saving Children" e continueremo a farlo in ogni occasione,
proprio perché esso costituisce una complicità indiretta al criminale
proposito di destabilizzare il sistema sanitario nei Territori
Occupati, con il preciso obiettivo di costringere i Palestinesi,
gradualmente, ad abbandonare la loro terra. Non potrà esserci pace
senza giustizia e senza il ripristino della legalità. FIRMATARI :
Stefania Campetti - Pisa Marina Maltoni - Firenze Mariano Mingarelli -
Firenze Alessandro Leoni - Firenze Arrigo Orioli - Firenze Paola
Fazzini - Firenze Fiamma Bianchi Bandinelli - Siena Francesco
Francisci - Firenze ....ed altri

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