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Re: "ma sì, vendiamone un po' anche alla Cina!"



mi chiedo due cose o tre... ma come mai che il nostro amatissimo presidente della repubblica sembra essere un argomento tabù? nulla di quello che ha fatto o detto ha avuto critiche od altro, nè dalla cosidetta sinistra che aderisce al GAD, all'alleanza o come diavolo vogliono chiamarsi....il risultato non cambia... nè dalla sinistrasinistra... Cosa è questo mistero? c'è una sorta di omertà sulle opere di questo vecchio retore del nazionalismo che mi inquieta.
Ma Ciampi sta facendo il lavoro che vuole Berlusconi con la nostra politica estera... i nostri ambasciatori sono come i venditori di Publitalia e vendono...
Ciampi sta vendendo armi per conto di chi? Ciampi sta vendendo e si porta dietro il gotha del nostro capitalismo per fare affari.
Niente da dire? Tutto bene? Ma come fa ad andarsene in giro con un ministro degli esteri fascista? Niente da dire? Vorrei capire...qualcuno ha da spiegarmi qualcosa che è scappata alla mia lettura... io so una cosa ... la bandiera tricolore nn la espongo se a rappresentarla sono fascisti leghisti bounty killer e ladroni acclarati... anche se il nostro amato presidente si cruccerà...nn me ne frega niente... pensi a nn promulgare la finanziaria e nn faccia il pilato come ha fatto per tutte le leggi berlusconiane che ha promulgata velocemente... nn mi raccontate la favola dei poteri costituzionale...è un complice... ed io nn sono ciampiano... Silenzio? cosa ho disturbato?

norma <norma.b at libero.it> wrote:
Agli organi di informazione



Rete controg8 per la globalizzazione dei diritti



Ma sì, vendiamone un po' anche alla Cina!

. "L'Italia guarda con favore all'abolizione dell'embargo sulle esportazioni
delle armi e lavora attivamente per renderla possibile" (AGI) - Pechino, 6
dic. Lo ha detto il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi al
termine di un colloquio a Pechino con il presidente cinese Hu Jintao.

Con lieve ritardo su analoghe dichiarazioni del neoministro degli esteri
Fini,il presidente Ciampi, quello con l'aspetto rassicurante di anziano
nonno, che ricorda a memoria tutta la Costituzione (tranne l'articolo 11,
quello che ripudia la guerra), ha rilasciato a Pechino quseta sconcertante
dichiarazione.

In effetti, ai cinesi quelle armi occorrono proprio: almeno 5000 mila
persone (ma, secondo le Ong sui diritti umani sono oltre 10 mila) vengono
giustiziate ogni anno in Cina con un colpo di pistola alla nuca.

Perché, visto che l'Italia produce ottime armi, lasciare ad altri questo
ghiotto affare?

Nel resto del mondo poi, nel decennio 1990-2000 le sole, cosiddette, armi
"leggere" hanno provocato più di 5 milioni di morti - la metà dei quali
bambini - e 2,5 milioni di disabili gravi. Senza contare i disastri delle
guerre in corso.

E' veramente sconcertante constatare come, di fronte alla possibilità di
vendere, nessuno si ponga problemi morali: ma non può essere considerata la
stessa cosa vendere armi o utensili da cucina.

In questi casi c'è chi sottolinea la necessità di garantire la sopravvivenza
ai lavoratori dell'industria bellica italiana, che ha recentemente ricevuto
la commessa di otto corvette militari. Ma non dimentichiamo che anche
produzioni civili, ospedali efficienti, scuole degne di questo nome
garantirebbero occupazione. Anche se forse non garantirebbero analoghi
profitti.

"Pecunia non olet"; vero, Presidente?

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