da PAX Christi-Caserta
dal quotidiano:IL MATTINO del 27 novembre
2004
ROSARIA CAPACCHIONE -La Campania, e Caserta,
quasi come l’Iraq. La mafia come la guerra, lo stesso sconvolgimento dei
territori e delle coscienze, lo stesso dolore, lo stesso sangue.
Raffaele Nogaro parla da pastore, come sottolinea più
volte, e la sua denuncia è di quelle che fanno tremare: «Qui si ha la sensazione che non esista un antistato ma uno stato
parallelo la cui attività di corruzione appare tollerata a livello
centrale, forse perché porta un vantaggio a tutta la nazione. Certo, i
fatti di Napoli sono impressionanti ma sono in superficie, qui sono alla
radice». Caserta dimenticata, i suoi morti seppelliti nel silenzio e
nell’indifferenza, quando non calpestati e vilipesi, come don Peppino
Diana. Caserta offesa da chi inquina nella totale impunità. Il
pastore Nogaro denuncia e strappa un lungo applauso al popolo
dell’antimafia, riunito nel teatro di Corte della Reggia per il primo
appuntamento della due giorni campana dell’antimafia, il convegno
organizzato da Magistratura Democratica e Libera. Introduce Aldo
Policastro, dell’esecutivo nazionale di Md; apre i lavori Giancarlo
Caselli, procuratore generale a Torino. Entrambi insistono sugli errori
della politica, che ha per lungo tempo sottovalutato l’emergenza. Entrambi
denunciano la mancanza di un’analisi approfondita di quanto accade sul
territorio. E Caselli denuncia: «La Dia è stata preziosissima, ora è
sottoimpiegata e si parla di un taglio degli organici. Ebbene, il
contrasto alla mafia è possibile solo grazie all’alta specializzazione di
chi è addetto al contrasto: degli investigatori e dei magistrati, che oggi
dopo otto anni di permanenza nelle Dda sono costretti ad andare via. Così
si perde la memoria storica». La specilizzazione, il coordinamento. Furono
strumenti essenziali nella lotta al terrorismo. E oggi, come allora, i
magistrati sono soggetti ad attacchi pesantissimi. Lo ricorda Carlo Alemi,
presidente del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere che aggiunge: «Nella
lotta alla criminalità organizzata l’esercito non serve». La carovana
antimafia, che oggi farà tappa a Napoli-San Giovanni a Teduccio, è stata
l’occasione per discutere, ricordare (Valerio Taglione, responsabile
dell’Agesci, ha parlato di don Diana: in sala il padre e il fratello del
sacerdote), polemizzare. E se Giuliano Balbi, ordinario di diritto penale
alla Sun, ha criticato la legislazione di facciata e da talk show di
questi ultimi anni, Maria Vittoria Foschini (gip a Napoli) e Antonio Mirra
(penalista) hanno ricordato il ruolo del processo nel contrasto ai
fenomeni criminali. Di ecomafie hanno parlato il pm Donato Ceglie e il
medico Salvatore Di Fede, dei rapporti tra camorra e sottosviluppo
l’assessore regionale Gianfranco Alois e il segretario della Cgil Michele
Colamonici (Davide Pati, di Libera, si è soffermato sul reimpiego dei beni
sequestrati). Infine i pm Sandro D’Alessio e Raffaele Marino: il primo per
proporre una maggiore collaborazione tra la Dda e la Procura ordinaria.
osservatorio sui fenomeni della nuova criminalità; l’altro, che ha
raggelato la sala, per denunciare la cattiva gestione dei processi. |
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