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Israele, gli orrori dell'esercito



font La Repubblica on line

Immagini spaventose sul quotidiano popolare Yedioth Ahronoth
E scoppia la polemica. Il generale: "Tolleranza zero" abusi e scempio sui cadaveri
Episodi gravissimi di violenze perpetrate da soldati di Tsahal
Giocavano a calcio con le teste mozzate. Le foto in vendita


dal nostro inviato LEONARDO COEN



GERUSALEMME - Un ufficiale aveva scoperto i soldati mentre si accanivano sui corpi e li aveva puniti, rimproverandoli aspramente: "Non siete degli animali". I membri di un'unità combattente che aveva appena ucciso alcuni "terroristi palestinesi", prima disposero accuratamente in fila le loro teste tagliate, poi si misero in posa per la foto ricordo. Non pago, un soldato si fa fotografare mentre infila nella bocca di una di quelle teste la sua sigaretta appena accesa.

Dalla Valle del Giordano alla striscia di Gaza, da Hebron a Nablus: la piccola disgustosa geografia della vergogna di Tsahal - acronimo di Tsva Haganà Le Israele, cioè Armata di difesa di Israele - è apparsa oggi in prima pagina sul quotidiano conservatore Yedioth Ahronoth, il più popolare di Israele. Con immagini e titoli che gridano indignazione: "Documenti orribili".

Altra foto ricordo, stavolta a Gaza, l'anno scorso, con cadavere di poliziotto palestinese da esibire come trofeo di guerra. Poi, le foto si vendono a mezzo Euro l'una. Il commercio è florido, vanno a ruba anche i video. Di un civile palestinese sappiamo che per sua disgrazia si era trovato troppo vicino ad un tank con la stella di David. Dal carro armato non ci pensano due volte: lo uccidono a bruciapelo. Dopo un'ispezione sul corpo, scoprono che era disarmato. Abbiamo fatto questo nel timore che ci attaccasse, si giustificheranno più tardi i soldati.

Dimenticando di aggiungere che, subito dopo, quel corpo di vittima innocente l'avevano issato su un veicolo, l'avevano portato alla base e ci avevano "giocato".


"Abusi e torture ai danni di cadaveri palestinesi". "Foto che testimoniano gravissimi comportamenti da parte di alcune unità dell'esercito" dice Yedioth Ahronoth. Unità scelte di combattimento: tra le più scatenate, una di quelle composte da volontari ultraortodossi. Le foto testimoniano "alcune derive" di ciò che è avvenuto nei Territori: le hanno consegnate al giornale alcuni militari "disgustati" dal comportamento dei loro commilitoni. Lo stesso meccanismo che fece conoscere al mondo le torture americane della prigione di Abu Ghraib in Iraq.


Fin da ieri, da quando cioè il quotidiano di Tel Aviv aveva anticipato la sua inchiesta, l'imbarazzo delle autorità militari era parso più che evidente: "Un caso è già sotto formale investigazione", ha detto un portavoce di Tsahal, gli altri "verranno esaminati e, se verificati, saranno perseguiti fermamente". Ma è stamani, a giornale in edicola - dicono sia andato letteralmente a ruba - che il capo di stato maggiore, Shaul Mofaz, ha dovuto ammettere che la mancanza di rispetto di certi militari sui corpi dei terroristi palestinesi non giova all'onore dell'esercito israeliano, "si tratta di cose terribili", e ha annunciato l'immediata apertura di un'inchiesta "perché non si incolli questa etichetta a tutti i soldati".

Se ne occuperà la polizia militare (Matzhak) che tra l'ottobre del 2000 e il giugno del 2004 ha avviato ben 564 indagini tutte per "violazione del codice etico" di Tsahal, sorta di codice morale cui si dovrebbe attenere il soldato israeliano.

Lo rivelò il 7 agosto scorso Menachem Finkelstein, l'avvocato generale presso la Procura militare, dicendo che 80 di questi procedimenti erano finiti davanti alla corte e quasi tutti si erano conclusi con esemplari condanne. Ma il fatto che se ne occuperà la magistratura militare non basta, protestano da sinistra. Il deputato laburista Matan Vilnai, peraltro ex generale, pretende un'immediata sessione speciale della Knesset, il parlamento.

L'opinione pubblica è sconcertata, scandalizzata, sotto shock. Ci si domanda quale possa essere la reale dimensione del fenomeno e come mai tali comportamenti siano stati tollerati dalle gerarchie di comando. Poche settimane fa un capitano della brigata Givati, ad un valico della striscia di Gaza, crivellò di colpi - ben ventuno - una ragazzina di tredici anni, la studentessa Imam al-Ams, rea di aver posato a terra, per un attimo, il pesante zainetto. Tornava da scuola: colpita al ventre e alla testa, era ancora viva, e forse si sarebbe salvata.

Ma l'ufficiale l'ha giustiziata freddamente, con una ferocia ed un fanatismo che hanno sconvolto gli altri soldati. Sono stati loro a denunciare il capitano.

Yedioth Ahronoth afferma di aver voluto informare l'opinione pubblica che sovente non è al corrente di certe cose, perché è venuto il momento di sapere; e aggiunge anche non di aver voluto sfruttare quella morbosità del male che sembra aver contagiato parecchia gente: ne è riprova il boom dei contatti in Rete per i siti che mostrano le varie esecuzioni degli ostaggi in Iraq. Non importa se poi, alla fine, le autorità militari israeliane cercheranno di soffocare lo scandalo dicendo che si è trattato di episodi marginali, circoscritti e puniti severamente: "Ci vuole tolleranza zero", tuona l'ex generale Vilnai, anche uno solo di questi episodi getta ombre inquietanti su "come opera Israele nei Territori", e delegittima la sua politica. Un danno di proporzioni incalcolabili: per questo bisogna trattare ogni caso "con immediata e assoluta severità".

(19 novembre 2004)