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No all'Euroadriatico: appuntamento confermato



 L'appuntamento è confermato. Domani, martedì 9, alle ore 15,00 saremo
davanti agli uffici del Nucleo Industriale di Termoli.

Il Congresso dei poteri locali e regionali del Consiglio d'Europa (del
quale è presidente il diessino Giovanni Di Stasi) e la Regione Molise
(della quale è presidente il forzaitaliota Michele Iorio) hanno, di comune
accordo, organizzato la Conferenza "Euroregione Adriatica".
L'obiettivo è di creare un nuovo organismo che racchiuda tutte le regioni
europee che si affacciano sull'Adriatico e cogliere le opportunità di
sviluppo che questa comune condizione offre.
Il filo comune dell'iniziativa è individuabile nella protezione ambientale,
nel turismo, nell'agricoltura, in una logica di scelte indirizzate ad uno
"sviluppo sostenibile".
Non c'è che dire, belle le intenzioni, belle le parole; peccato che il
"gioco" si scopre da solo. Queste belle figure di dirigenti dove hanno
organizzato la Conferenza? Semplice, a Termoli! È come unire al danno la
beffa. Come usare un'altra definizione per signori che si incontrano per
parlare di ambiente, territori, sostenibilità, qualità dell'agroalimentare,
proprio nel Nucleo Industriale di Termoli?
Sembra l'atteggiamento di chi strafottente e arrogante rivendica le proprie
scelte. Se così non fosse, con quale faccia ci si incontra in un simile
luogo per parlare di simili temi a pochi passi dalle tre centrali chimiche
considerati insediamenti ad alto rischio; con quale faccia si fa finta di
niente quanto a pochi metri è in costruzione la megacentrale turbogas
voluta e coperta da Di Stasi e Iorio (ognuno affianchi a piacere il verbo
al personaggio).
L'Europa che costoro vogliono è solo quella degli affari, del libero
mercato, degli scambi mercantili, delle delocalizzazioni di attività. Poi,
per abbellire queste mostruosità, ci prendono in giro parlando di "sviluppo
armonioso e sostenibile" (così è riportato negli atti della Conferenza).

Non solo è il luogo che si sono scelti a smascherarli, ma anche i loro
documenti. A leggerli non si trova mai un riferimento alla solidarietà, a
politiche di accoglienza, a frontiere realmente aperte, a paesi veramente
pronti ad accettare chi viene da luoghi difficili. Tutto ciò ai mercati ed
ai mercanti non serve. Serve a noi, e domani saremo lì a far fischiare le
orecchie a lor signori.

L'autoritarismo ha bisogno
di obbedienza,
la democrazia di
DISOBBEDIENZA