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Gaza



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Gaza: terza settimana di orrori
Israele-Palestina   Scritto da Fabio Forgione   mercoledì, 13 ottobre 2004
17:32
L'operazione militare israeliana "Day of Penitence" è ormai arrivata al suo
14mo giorno e sembra essere destinata a protrarsi ancora a lungo. Il Primo
Ministro israeliano, Ariel Sharon, ha, infatti, fermamente dichiarato al
quotidiano israeliano Haaretz: "Andremo avanti fino a quando il lancio di
razzi palestinesi Qassam verso città all'interno dello Stato di Israele non
sarà stato definitivamente debellato." Intanto, la situazione nella parte
settentrionale della Striscia di Gaza, specialmente nel campo profughi di
Jabalia, è ormai drammatica, quasi alle soglie di una vera e propria crisi
umanitaria.

Durissime critiche sono state indirizzate ieri dalla Croce Rossa
Internazionale alle autorità israeliane. L'organizzazione internazionale,
infatti, si è detta sdegnata dell'atrocità delle operazioni militari che,
oltre ad uccidere un numero ormai altissimo di Palestinesi (circa 120, tra
cui più di 30 bambini), sta lasciando l'intera popolazione residente
nell'area, circa 16 mila persone, senza alcun accesso ad acqua potabile sin
dal 28 Settembre scorso. "Solo grazie all'intervento e all'opera di
organizzazioni umanitarie internazionali e locali è stato finora possibile
somministrare almeno i minimi servizi necessari per la sussistenza della
popolazione", ha spiegato un rappresentante della Croce Rossa impegnato
nelle operazioni di soccorso.

Intanto il movimento palestinese di Hamas, ritenuto da Israele come il
maggior responsabile per il lancio di razzi Qassam in terra israeliana, ha
espresso la ferma di intenzione di voler continuare la sua battaglia,
ritenendola una legittima risposta alle inaccettabili incursioni
israeliane. Un portavoce del gruppo, Musher Masri, ha, a riguardo,
dichiarato: "Abbiamo il dovere di difenderci dalle barbare uccisioni di
donne e bambini, dalle demolizioni di edifici e dalle distruzioni della
nostra terra perpetrate dal nemico sionista".

A seguito delle ferite riportate, è oggi deceduta Ghadir Mokheimer, bambina
palestinese di 12 anni. Ghadir, nella mattinata di ieri, era stata colpita
al petto da un proiettile sparato da un cecchino israeliano mentre era
seduta in classe, in una delle scuole gestite dall'UNRWA, l'agenzia
dell'ONU che si occupa dei rifugiati palestinesi, nel campo profughi di
Khan Younis.

Intanto agghiaccianti particolari vengono fuori riguardo al soldato
israeliano, attualmente sotto inchiesta, che, solo qualche giorno fa,
uccise una bambina palestinese di 13 anni con 20 colpi di mitra. Secondo
quanto riportato alla radio militare israeliana da alcuni commilitoni, il
soldato avrebbe deliberatamente continuato ad infierire sul corpo ormai
privo di vita della bambina, sparando altri proiettili. "Ci confidava che
moriva dal desiderio di uccidere terroristi palestinesi ed in quel modo è
come se si fosse liberato", i suoi compagni di reparto hanno rivelato.

Sempre nella giornata di ieri, Moussa Arafat, capo dei servizi di sicurezza
militare palestinesi, è sfuggito, del tutto illeso, ad un agguato in Gaza
City. Un'autobomba è infatti esplosa al passaggio del convoglio sul quale
viaggiava il cugino del Presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese
(ANP), Yasser Arafat. Nessuna rivendicazione è stata finora avanzata.

Moussa Arafat è da molto tempo visto come uno degli 'emblemi' della
corruzione e del nepotismo caratterizzanti l'ANP. Lo scorso luglio
violentissime proteste, culminate anche in rapimenti di giovani stranieri e
rappresentanti della Polizia palestinese, presero luogo in tutta la
Striscia di Gaza, a seguito della nomina, poi revocata, di Moussa a
comandante della Guardia Nazionale Palestinese.


Fabio Forgione
(Ultimo aggiornamento giovedì, 14 ottobre 2004 19:59 )




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