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Re: Altri morti sulle "loro" coscienze



Vedi, Alberto, secondo me non è così difficile fare qualcosa di tangibile
per sentirsi almeno un po' in pace con la propria coscienza. Non c'è bisogno
di grandi cose, di gesti eroici, di enormi sacrifici per essere utili agli
altri. Credo che condurre la  vita con serietà, con impegno, con convinzione
nei propri principi, con la consapevolezza di essere veramente se stessi,
senza venire a sporchi compromessi sia già tanto. E' vero, è facile sentirsi
in colpa quando si sta dietro al computer, tranquillamente seduti in casa, e
intorno a te non c'è che il rumore della città o (come a casa mia), il
cinguettio degli uccellini e il fruscio delle foglie sugli alberi. Ma
domani, quando andrai al lavoro, e parlerai forse con i tuoi colleghi di
quello che accade, e forse ne convincerai uno a comprare le margherite, ti
sentirai meno solo. Non è vero che decidiamo noi quanti morti ci servono. E
credo che tu lo sappia benissimo. Non dobbiamo autodistruggere le nostre
coscienze per colpa di chi ha deciso al di sopra di noi chi deve morire e
chi deve vivere. Io mi ribello a questo! Not in my name!!!!
Io ora sto cucendo la bandiera che, insieme a tante altre che spero si
stiano preparando, andranno a comporre un'unica grande bandiera che coprirà
il muro di Sharon. E non mi sento affatto inutile.
----- Original Message ----- 
From: "alberto granado" <granadoalberto at yahoo.it>
To: <pace at peacelink.it>
Sent: Sunday, September 26, 2004 4:14 PM
Subject: Re: Altri morti sulle "loro" coscienze


> ... sulle "NOSTRE" coscienze... io nn mi tiro indietro dalle mie
responsabilità... forse e senza forse sono troppo inadeguato ad "abbattere"
questi sconci... nn sono pronto a  rinunciare al fatto di sentirmi dalla
parte del giusto senza fare nulla di tangibile... mi beo della mia
"giustezza"...gli altri ne godono... tanto...dicono... parlano parlano ma i
padroni del vapore siamo noi...decidiamo noi quanti morti ci servono per il
....MERCATO... ho comprato le margherite...ma perchè mi sento triste?
>
> angela bernardini <gorangero at tele2.it> wrote:Non so chi di voi ha letto
oggi Repubblica. L'articolo in questione è sul
> sito www.repubblica.it, non so se è anche sul giornale perchè oggi non
l'ho
> comprato. E' intitolato "L'Italia taglia i fondi per l'Aids.Sono troppe le
> spese in Iraq" di Francesca Caferri. Mi sono venuti i brividi a leggerlo.
Ve
> lo copio, senza commenti, se non che, dopo i morti civili sotto le bombe,
> gli ostaggi, i soldati, il nostro Paese avrà altre vittime sulla coscienza
> per questa assurda carneficina che è la guerra in Iraq.
>
>
>
>
> Bloccati i finanziamenti al Fondo globale sotto egida Onu nonostante
> l'impegno ribadito durante il G8 del 2003
> L'Italia taglia i fondi per l'Aids. Sono troppe le spese in Iraq
> E' un caso unico fra i paesi donatori
> Prossima scadenza a fine settembre
> di FRANCESCA CAFERRI
>
>
>
> ROMA - I soldi per la lotta all'Aids non ci sono: e non solo perché
> l'economia non brilla e lo Stato taglia le spese dove può. Ma soprattutto
> perché i fondi destinati sono in parte già stati spesi per altri "impegni
> inderogabili assunti nel corso dell'anno", primo fra tutti la missione in
> Iraq. Si riassume così la vicenda del mancato finanziamento 2004 da parte
> dell'Italia al Fondo globale per la lotta all'Aids e alla Tubercolosi,
> organismo che gestisce e coordina sotto le insegne delle Nazioni Unite la
> lotta mondiale contro l'Aids e che proprio dall'Italia e dal presidente
del
> consiglio Silvio Berlusconi fu fortemente voluto e istituito nel G8 del
2001
> a Genova.
>
> Proprio al Fondo, che di quel vertice fu considerato dalla presidenza
> italiana il massimo successo, Roma sta facendo mancare il suo sostegno,
> nonostante l'impegno ribadito di fronte al mondo nel G8 dello scorso anno
ad
> Evian, in Francia. E in un momento in cui sull'impegno italiano nel mondo
la
> Farnesina sta giocando la partita per ottenere un seggio permanente nel
> Consiglio di sicurezza dell'Onu.
>
> La vicenda ha radici lontane: nel 2001 l'Italia, insieme agli altri membri
> del G8 e ad altri paesi che hanno successivamente aderito, si è impegnata
a
> versare il proprio contributo - pari a 100 milioni di dollari annui -
nelle
> casse del Fondo Globale, che li avrebbe poi destinati ai paesi dove la
lotta
> contro l'Aids è più difficile. L'impegno è stato rispettato con puntualità
> nel 2002 e nel 2003: non nel 2004. Alla prima scadenza - 31 luglio - Roma
è
> stata l'unico fra i paesi donatori a non versare la propria quota: e si
> avvia verso un triste bis alla seconda scadenza, quella del 30 settembre,
> considerata fondamentale a Ginevra. È in base ai soldi arrivati a quella
> data infatti che gli Stati Uniti versano il proprio contributo, che non
può
> superare 1/3 del totale versato dagli altri paesi. Se non ci saranno i 100
> milioni italiani dunque il totale sarà più basso e più basso il contributo
> americano: un danno ulteriore stimato in 40 milioni di dollari.
>
>
> A impedire il pagamento è stato il disegno di legge sull'assestamento del
> Bilancio dello Stato in discussione alla Camera. In pratica, dovendo far
> quadrare i conti, il ministro del Tesoro Domenico Siniscalco ha tagliato
tre
> capitoli di spesa del ministero degli Esteri per un totale di 250 milioni
di
> euro. Nel primo - il 2180 - erano compresi i 100 milioni di dollari del
> Global fund: gli altri due contenevano invece i finanziamenti per gli
> organismi multilaterali - Nazioni Unite in primis - e per le
organizzazioni
> non governative.
>
> Il taglio ha generato una vera e propria sollevazione. Sollecitati da
> politici, responsabili di ong e tecnici i ministri competenti, Sirchia per
> la Salute e Frattini per gli Esteri, si sono impegnati a fare pressioni su
> Siniscalco perché i fondi fossero ripristinati. Interrogato giovedì in
> commissione Esteri della Camera da un gruppo di parlamentari guidati da
> Valdo Spini e Laura Cima, il ministero degli Esteri, per bocca del
> sottosegretario Mantica, si è impegnato a far di tutto per la "revisione
di
> queste misure" ma ha anche fatto presente la difficoltà del compito, dato
> che "altri impegni inderogabili assunti nel corso dell'anno, tra i quali i
> contributi all'assistenza umanitaria in Iraq e per la lotta alla
> poliomielite, sono stati fatti gravare sugli stessi fondi". Come dire, i
> soldi sono già stati spesi, dovremmo provare a trovarne altri.
>
> Impegno che il governo sta provando a mantenere: giovedì in commissione
> bilancio della Camera sono stati presentati alcuni emendamenti volti
proprio
> a liberare soldi per la lotta all'Aids. Ma in parte questi emendamenti
sono
> già stati dichiarati inammissibili, e quelli ammissibili, qualora fossero
> approvati, sposterebbero solo due milioni di euro, una cifra del tutto
> insufficiente.
>
> Se poi, in extremis, il governo si muovesse con un provvedimento autonomo
e
> Roma riuscisse a saldare il debito entro dicembre - in modo da non
risultare
> insolvente per il 2004 - resterebbe il danno dovuto alla perdita dei soldi
> americani. Comunque vada insomma, per colpa del ritardo italiano la lotta
> all'Aids potrà contare nel 2004 su una cifra compresa fra i 40 e i 140
> milioni di dollari in meno. Per capire gli effetti "reali" di ciò, basta
un
> calcolo: la terapia anti-retrovirale annuale per un malato di Aids nei
paesi
> in via di sviluppo costa fra i 250 e i 600 dollari. Far mancare milioni di
> dollari significa condannare a morte migliaia di persone.
>
>
> (26 settembre 2004)
>
>
>
>
>
>
> --
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