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Fini e la pace (durante la Convenzione europea)
in riferimento alle ultime dichiarazioni di Gianfranco Fini in cui invita i
giovani di destra a mobilitarsi per la pace e contro il pacifismo vale la
pena ricordare che durante i lavori della Convenzione europea, Fini in
rappresentanza del governo italiano, ha presentato due emendamenti ai primi
16 articoli del trattato costituzionale per cancellare ogni riferimento alla
pace come obiettivo dell'Unione europea.
Provate a dare una occhiata al documento originale con gli emendamenti
presentati dal governo italiano durante la Convenzione europea
all'indirizzo:
http://www.mfe.it/doc/2004/emendamenti_fini.rtf
La Convenzione europea ha avuto il pregio di rendere pubblici tutti i
documenti di lavoro e gli emendamenti al contrario di quanto successo dalla
successiva conferenza intergovernativa riunita a porte chiuse.
Sempre al riguardo degli emendamenti presentati da Fini durante la
Convenzione di seguito trovate un passaggio dell'Annuario della pace 2003.
- Emendamento Fini
Il 17 febbraio 2003, due giorni dopo l'imponente manifestazione per la pace
di Roma, dove tre milioni di cittadini hanno chiesto, tra l'altro, di
introdurre nella Costituzione europea il diritto alla pace e il ripudio
della guerra, il vicepresidente del Consiglio dei Ministri, Gianfranco Fini,
membro della Convenzione europea, ha presentato, a nome del governo, un
emendamento all'articolo 3 del trattato costituzionale che si propone di
sopprimere ogni riferimento alla pace quale obiettivo dell'Unione.
All'articolo 3 Fini toglie la prima fondamentale frase secondo cui "l'Unione
si prefigge di promuovere la pace, i suoi valori e il benessere dei suoi
popoli" e sostituisce, riformulandolo, il testo dell'articolo, togliendo
così l'obiettivo della pace dal primo posto assegnatogli nel progetto. In
particolare, mentre nel 4° comma dell'articolo 3 era scritto che l'Unione
"contribuisce allo sviluppo sostenibile della terra, alla solidarietà e al
rispetto reciproco fra i popoli...e alla pace fra gli Stati", il governo
italiano toglie dagli obiettivi il contributo alla pace e vi sostituisce gli
obiettivi dell'affermazione dell'identità e degli interessi europei mediante
l'affermazione di una politica estera, nell'osservanza del diritto
internazionale "come base per la pace tra gli Stati ed i popoli".
L'emendamento del governo italiano elimina inoltre gli obiettivi della
"protezione ambientale" e della "piena occupazione". L'emendamento Fini ha
suscitato diverse reazioni negative. Tra queste si segnala la risposta di
Guido Montani, segretario del Movimento federalista europeo. Tre i punti
fondamentali della critica all'emendamento:
1. la posizione del governo italiano adottata in Convenzione europea è
antistorica. La Comunità europea è sorta come risposta al problema della
pace in Europa e nel mondo. Basta leggere, in proposito, il preambolo del
Trattato CECA. La pacificazione franco-tedesca ha rappresentato il fulcro
dell'Europa post-bellica. La forza della nuova Europa pacificata si è
rivelata decisiva nel processo che ha portato la Comunità a crescere dai Sei
paesi fondatori sino agli attuali 25. Non si può negare il valore della pace
nella costruzione europea, senza negare la storia;
2. negando il valore della pace per l'Europa, si nega anche all'Europa un
orientamento cruciale per la sua politica estera e della sicurezza. Se si
vuole, come credo Lei voglia, che l'Europa parli con una sola voce nel
mondo, quale altro valore l'Unione europea può mettere tra le sue priorità
di politica estera? Oppure, bisogna preferire la cacofonia attuale dei
governi europei, che si dividono tra filo-americani e anti-americani proprio
perché l’Unione non ha ancora un governo federale capace di esprimere una
propria linea di politica estera?
3. schierandosi contro il valore della pace nella Costituzione europea, il
Governo italiano rinnega i valori fondanti della sua Costituzione nazionale.
L'articolo 11 della Costituzione italiana è un patrimonio di civiltà che
altri popoli ci invidiano e che ha influito sul destino europeo dell’Italia.
Fonte: Annuario della pace 2003. Asterios editore
dal capitolo "Pace e costituzione europea"
Nicola Vallinoto