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Aggiornamento Nablus 23



Gerusalemme 5/9/2004

Eccomi di nuovo a Gerusalemme. Ho lasciato Nablus questa mattina
verso 12.00, un taxi mi ha portato al checkpoint di Huwwara.
Sto infila dal lato delle donne, e' il primo vero checkpoint al quale mi trovo 
ad attendere, in coda come tutti i palestinesi ogni giorno della loro vita. (A 
Qualandya infatti quando ero passata un mese e mezzo fa nessuno mi ha 
controllato i documenti...)
Quasi tutti gli uomini vengono tenuti almeno 5 minuti ciascuno
davanti al soldato che controlla loro i documenti, mentre gli altri lontani tre 
o quattro metri attendono dietro una cancello di metallo che ruota al passaggio 
delle persone. 
Ogni busta viene aperta, anche quelle della frutta e verdura.
Due soldati di lato sono in assetto da guerra col mirino puntato sulla gente in 
coda.
Uno urla contro un bambino che gioca con la porta scorrevole... Con me i 
soldati sfoderano grandi sorrisi...mi prendono il documento,parlano di calcio 
"Totti Totti...".
Io annuisco senza forze, senza energia, ma non sgarbatamente, voglio che duri 
il meno possibile.
Mi chiedono come ho fatto ad entrare e quando...Rispondo due settimane fa e 
tramite il checkpoint...
MI chiedono perche' Nablus...Rispondo per gli scavi archeologici, sono 
un'archeologa (ho letto il giorno prima su un libro di meravigliosi mosaici a 
nablus.....nell'anfiteatro romano)
Mi rimandano al capitano. 
Mi prende il documento, sbircia il visto....Mi richiede daccapo le stesse 
domande. Ripeto la stessa storia.
Mi chiede se ho avuto contatti con palestinesi o associazioni
simili.....
Insisto con la storia dell'archeologia, lui ribatte che non e' possibile che 
sia entrata senza permesso del DCO visto che gli
internazionali non entrano a Nablus..... E' vero ripeto, ho atteso 3 ore in 
fila ma poi al cambio del turno soldati, siete stati proprio voi a farmi 
entrare.
Il teatrino va avanti mezz'ora.....insiste sull'illegalita' del mio stare a 
Nablus, in realta' del motivo del mio soggiorno non gliene frega nulla...
Alla fine mi liquida dandomi il numero del DCO per la prossima volta che verro' 
a Nablus...
Per fortuna per abbreviare il colloquio gli ho ricordato che ho l'aereo tra due 
giorni e questo ha fatto in modo che mi lasciasse andare solo con qualche 
ammonimento.
Sull'autobus verso Qualandya vengo a sapere che la strada per
Gerusalemme e' interrotta, poi durante il viaggio il guidatore riceve la 
notizia che tutto si e' risolto e quindi mi lasciera' a Qualandya (checkpoint 
di Ramallah per poi prendere sharut per Gerusalemme).
Lungo la strada, dopo neanche 5 km primo blocco stradale,
all'incrocio di una bypass road verso Ariel e Tel Aviv. Stiamo
mezz'ora in fila, aspettando che bus, camion e autovetture in coda
siano controllate una ad una.
Mentre ovviamente quelle targate Israele ci superano e oltrepassano il 
controllo.
Un soldato sale sul bus ordina a tutti gli uomini di scendere (tranne gli 
anziani).
Vengono messi in fila, viene loro controllato il documento uno ad uno. Si 
riparte. Dopo 500 mt altro blocco, la polizia delle colonie intorno, ma nessuno 
viene fatto scendere.
Lungo la strada, valli di ulivi bellissimi, grandi e piu' piccoli appena 
piantati circondati da fusti di latta a protezione del vento.
Sulle colline le colonie. Dal finestrino ne conto tantissime, cerco di seguire 
il percorso sulla mappa che ho dei Territori.
Sul ciglio della strada camminano solo anziani, trascinandosi dietro stanchi 
asinelli e svogliati muli. 
Sempre sul ciglio, riparati sotto le pensiline, in corrispondenza di strade che 
conducono alle colonie, aspettano il bus giovani
israeliani, li riconosco dai vestiti occidentali e dalla Kippah per i ragazzi.
Alcuni di loro trascinano i loro sandali sull'asfalto rovente imbracciando 
fucili. 
I villaggi palestinesi sulle colline invece mi fanno pensare ad un presepe.     
A Qualandya cambio bus. Prendo uno sherut.
Dopo un quarto d'ora rivedo gli edifici curati della periferia di Gerusalemme, 
i giardinetti con prati all'inglese...i semafori (mi ero scordata di questa 
invenzione metropolitana, a Nablus non esistono praticamente....)
Mi prende un tuffo al cuore. In molte delle finestre c'e' appesa la bandiera di 
Israele.
A pochi passi dalla citta' un altro blocco. La polizia controlla tutti i 
documenti, anche il mio, mi chiedono da quale citta' vengo cosa ci faccio 
li'.....
Si accontentano di poche parole.
Per un attimo il sodato si infuria perche' non vede il visto, gli ricordo che 
Israele ormai lo mette direttamente sul passaporto.
Arrivo a Gerusalemme....
Avevo grandi propositi di visite nei dintorni. Forse non faro' nulla di tutto 
quello che avevo preventivato. 
Forse staro' solo sulla terrazza dell'ostello in attesa del mio aereo.
Mononoke


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