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trovata in rete
da www.idioteca.org
31.8.2004
Enzo Baldoni è morto. Gli aspetti più crudi (veri o fasulli, non importa)
dell'esecuzione hanno attirato l'attenzione di tutti i media. È questo il
metodo migliore per solleticare grossolanamente l'emotività spiccia dello
spettatore. La storia del rapimento del giornalista è però ancora tutta da
scrivere. Baldoni era al seguito di una missione della Croce Rossa Italiana
che tentava di entrare a Najaf nei giorni 19 e 20 agosto, momento degli
scontri più intensi tra i sostenitori di Al Sadr e le truppe statunitensi.
La sua auto guidava il convoglio, è stata forse assalita e il guidatore
forse è morto. Dopo due giorni Baldoni è stato ucciso. Fin qui le scarne
informazioni a disposizione. Ora i dubbi:
1.. Perché la Croce Rossa Italiana è l'unica a essere rimasta in Iraq
quando le consorelle di tutti gli altri paesi già da tempo hanno abbandonato
la zona?
2.. Perché la Croce Rossa Italiana si reca a Najaf proprio in quei giorni?
La necessità di viveri e medicinali è così impellente da fa partire un
convoglio proprio nei giorni di massima virulenza degli scontri tra
statunitensi e miliziani di Al Sadr? E Najaf è la città che più necessita di
aiuto? In tutto il resto dell'Irak, soprattutto nelle regioni più
"tranquille", non c'è bisogno di aiuto? O forse è un motivo di forte impatto
mediatico che proprio la Croce Rossa Italiana, unica a essere rimasta in
Iraq (altra enorme fonte di pubblicità), entri proprio in quei giorni a
Najaf?
3.. Come mai la Croce Rossa mette l'auto del giornalista in prima
posizione, cioè nella posizione di maggior pericolo? Come mai la stessa cosa
era stata fatta il giorno precedente con una troupe della Rai? È un caso?
Non sarà anche qui per motivi di massima "visibilità" giornalistica?
4.. Del convoglio facevano parte una quindicina di persone di cui 10
volontari italiani e 5 irakeni. Uno era Gherreb, l'autista forse assassinato
di Baldoni (ma il corpo non è mai stato ritrovato). Di lui non si conosce
nemmeno l'identità completa. Lo stesso dicasi per il secondo irakeno, Alì,
di cui alcuni volontari negano persino l'esistenza sostenendo che si tratti
sempre dello stesso Gheereb. Il terzo è Sahlah, ex maggiore dell'Aeronautica
sotto Saddam. Di lui Baldoni nel suo blog scriveva "In macchina con noi c'è
Salhah, un irakeno dal volto mefistofelico che è stato maggiore
nell'Aeronautica e rimpiange Saddam. Non so se sia con noi per aiutarci o
controllarci". L'ultimo irakeno è un miliziano di Al Sadr, Mohammed o
Moammahd o Abu Karrar, per la Croce Rossa era la loro "assicurazione sulla
vita" per Najaf. In ogni caso nessuno degli irakeni era affidabile.
5.. Come mai a trattare per la liberazione di Baldoni viene inviato
proprio il commissario della Croce Rossa Scelli? È l'uomo più indicato dopo
i litigi e le querele con Emergency a proposito del riscatto pagato o meno
per gli altri ostaggi italiani e dopo aver gestito così male la spedizione a
Najaf? Come mai lo Stato italiano lascia fare all'improvvisazione
organizzata della Croce Rossa? I servizi segreti sono in ferie?
L'ambasciatore è al mare? E il ministro degli esteri? Come mai erano tutti
così sicuri del rilascio del giornalista?
Fin qui i dubbi. L'unica certezza è che purtroppo Baldoni è morto.