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da nablus
inviamo questi due report inviateci dal presidio di pace a nablus,
per leggere anche i precedenti e le foto
http://assopace.blog.tiscali.it
NABLUS 21 Agosto 2004
Stamattina e' meglio di altre mattine. Ci sono meno jeep, meno tank, meno
soldati. La situazione pero' rimane difficile nella citta' vecchia: restano
tante le case occupate, come pure nel quartiere Jasmeen.
Io rimango al MR, non esco per la citta'.
Sono sfinita, tra l'altro i miei studenti di inglese sono riusciti a venire
al centro quindi assisto con loro al laboratorio fotografico con il giornalista
della Reuters.
Facciamo delle foto in giardino, guardiamo insieme le fotto fatte dai ragazzi
durante la settimana per scegliere le migliori per la photogallery.
Dalle 12 alle 14 faccio lezione di inglese. Piu' passano i giorni piu' mi
lego a questi ragazzi e loro a me.
Si fidano, mi fanno la predica perche' l'ultima volta non sono potuta venire
a fare lezione. Spiego loro che ero nel campo di El Ain non potevo uscire,
c'erano jeep e soldati intorno al campo, sembrano non capire, loro sono
riusciti a venire.
Mi rendo conto che e' importante continuare a fare il corso,dare
unanormalita'all'assurdita'
E' importante almeno quanto lo e' andare per le case occupate a portare
il cibo
e i medicinali alle famiglie...
All'ora di pranzo arriva la notizia che Balata e' occupato dall'esercito.
Scontri nel campo, la situazione e' difficile. L'ambulanza di F. si e' trovata
tra due jeep, i soldati hanno aperto il fuoco, hanno sparato proiettili
non di gomma.
F. e' ferito ad un braccio, un altro volontario al torace.
Il bilancio di oggi di Balata:7 feriti, quattro con rubber bulletts, tre
con proiettili veri.
Nel pomeriggio mi reco nella old city.
Scontri sulla piazza centrale tra le jeep e i ragazzi delle pietre.
Tra i vicoli soldati a gruppi occupano le case con la stessa becera modalita'
che ho visto usare nei campi profughi. Non ne posso piu' di attendere con
gli internazionali e i volontari davanti alle porte, assistere alla devastazione
dell'intimita' familiare, all'umiliazione.
Non c'e' altra via. E' questo che ci rende tristi. Diverse volte i soldati
ci mandano via dalle case, non ci fanno entrare.
Un soldato israeliano precipata dal primo piano di un edificio, si fa molto
male, piange, urla dal dolore....Viene soccorso da alcuni volontari della
Mezzaluna Rossa e da un volontario del MR.
Il capitano ringrazia in modo diplomatico, vuole che due internazionali
assistano ai ringraziamenti.
Il quartiere Jasmeen e' stato evacuato. I soldati mostrano a tutti i volontari
il divieto che annuncia l'evacuazione totale del quartiere per consentire
operazioni militari.
Continua l'occupazione....
Alle 22 siamo ancora al MR. I volontari locali sono distrutti, fisicamente
e psicologicamente.
W. mi ha sorriso durante tutti i giorni dell'occupazione. Stasera mi siede
accanto silenzioso. Mi dice che e' triste, terribilmente triste, che non
ce la fa piu'.
La tristezza assale anche me. Sto esaurendo le energie.
Non mi colpiscono piu' i soldati, ne' le jeep, ne' i tank.
Neanche la violenza. Mi dilania l'oppressione che affligge i miei amici
di Nablus, lo stillicidio quotidiano che impedisce la vita.
Ci vedo dietro un piano diabolico: non e' tanto l'occupazione delle case,
delle vie, delle scuole , dei luoghi fisici....
E' l'occupazione della propria intimita' del vissuto personale, dell'esistenza.
E' un'occupazione piu' subdola perche' strisciante, mascherata dai blindati,
dalle jeep, dai fucili, dalle bombe.
22 AGOSTO 2004
Nablus e' ancora occupata.
Alle 11 gli ISM hanno organizzato una manifestazione di soli internazionali.
Decidiamo di prendervi parte come risposta all'esercito israeliano alla
chiusura della citta' vecchia e per dare unita' al gruppo di internazionali
presenti a Nablus.
Il nostro gruppo decide pero' che in caso di scontri con i soldati e
interposizione
troppo rischiosa, si tirera' indietro.
Arrivati alle jeep israeliane, scattano gli scontri. Ce ne andiamo.
L'obiettivo degli ISM, ci dice il loro capogruppo, e' far scendere in piazza
i palestinesi. Condividiamo gli obiettivi ma non sempre i metodi: se l'esercito
spara in situazioni di tensione colpisce i ragazzini palestinesi che tirano
pietre e non di certo gli internazionali.
Proseguiamo aiutando i volontari nelle visite alle case occupate.
I soldati sono per le vie della citta' vecchia.
Perquisizioni sistematiche, abitazione dopo abitazione. In molte circostanze
i soldati fanno saltare in aria le porte delle case.
Entriamo in una casa occupata: per terra tre soldati bivaccano, non si alzano
neppure quando ci vedono entrare.
In casa una donna da sola con i suoi 4 bambini siede terrorizzata sul divano.
Dalle 8 della mattina i soldati sono in casa sua, hanno dormito nel suo
letto. La donna ha bisogno di latte per i bambini e di medicinali, rimaniamo
io e D. con la donna mentre i volontari MR vanno a recuperare quello di
cui la famiglia ha bisogno.
Dopo 10 minuti i militari lasciano la casa , passano alla porta accanto
e poi a quella accanto a loro. A ogni sparo e ogni bomba la donna sobbalza
e chiude gli occhi.
La lasciamo non appena il marito riesce a tornare.
Seconda casa occupata: inizia una sfiancante trattativa con un soldato,
poi con un altro...15 minuti...Continuano a ripetere che i palestinesi della
casa stanno tutti bene. Alla fine, stanchi piu' di noi, lasciano entrare
W e D. Ci sono 6 bambini, due donne e un uomo. Dieci soldati di cui 4 dormono
nella camera da letto senza abiti. W da medicinali alla famiglia.
Anche a balata continuano gli scontri. Il bilancio di oggi e' di quattro
feriti. Nessun internazionale si e' recato a Balata perche' era troppo
pericoloso.
Oggi e' l'ottavo giorno di occupazione.
Mononoke
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