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del Mondo Kurdo n14



Del Mondo Kurdo n14
A cura dell'Ufficio d'Informazione del Kurdistan in Italia

Via Gregorio VII n.278, 00165 Roma Tel 06636892 Fax. 0639380273 Email:
uiki.onlus at tin.it , www.kurdistan.it


1. Il KONGRA-GEL ha avviato un processo contro l'UE - Ozgur Politika,
04/06/2004
2. Murat Karayilan, vice-presidente del KONGRA-GEL "Continuerà la legittima
autodifesa. Prendiamo come base la soluzione politica. Siamo pronti ad ogni
sacrificio, per sviluppare la pace e la fratellanza tra i popoli"  MHA,
04/06/2004
3. Le operazioni devono essere fermate -MHA 04.06.2004
4. "Aggiornato nuovamente il processo relativo al 'Massacro nel Carcere di
Diyarbakir" DIYARBAKIR, 31 maggio 2004
5. Blitz della polizia alla sede di DIHA - MHA, Istanbul  08/06/2004


1. Il KONGRA-GEL ha avviato un processo contro l'UE - Ozgur Politika, 04/06/04

Il Kongra-Gel, dopo esser stato incluso nella lista delle organizzazioni
terroristiche dell'UE, ieri ha aperto un processo presso la Corte Europea,
chiedendo al tribunale, che ha sede centrale a Lussemburgo, di giustificare
la decisione riguardante il Kongra-Gel stesso. Legali del Kongra-Gel
saranno gli avvocati inglesi Mark Muller, Edward Grieves e  Gareth Pierce.
L'istanza presentata dagli avvocati è stata accettata dalla Corte. Agli
avvocati sono state accordate due settimane per la preparazione
all'udienza. È inserita nel dossier che gli avvocati hanno consegnato al
tribunale una lettera scritta dal Presidente del Kongra-Gel, Zubeyir Aydar.
La lettera spiega che il KONGRA-GEL è nato a conclusione di un Congresso
che si è tenuto tra il 27 Ottobre e il 6 Novembre 2003; dice anche che il
KONGRA-GEL è un'organizzazione nuova, con un proprio statuto e programma.
La lettera rammenta che il PKK si è sciolto dopo il suo ottavo congresso
(aprile 2002). È pertanto inaccettabile la motivazione addotta dall'UE, in
base alla quale il KONGRA-GEL è succeduto al PKK. Hanno firmato per
sostenere il Kongra-gel varie personalità e intellettuali: José Bové, Joel
Dutto, il parlamentare europeo Luigi Vinci, Hugo Van Rompaey (membro
onorario del senato e sociologo belga), Jan Beghin (vicepresidente del
Parlamento di Bruxelles), Jean-Pane Munez e Jean Costil
(dell'organizzazione CIMADE),  Yves-Jean Gallas (rappresentante del
movimento pacifista francese). Essi protestano in tal modo contro la
decisione dell'UE e sostengono la decisione di aprire il processo.



2. Murat Karayilan, vice-presidente del KONGRA-GEL, che siamo in una fase
nuova della nostra lotta, che prosegue da molti anni. Karayilan:
"Continuerà la legittima autodifesa. Prendiamo come base la soluzione
politica. Siamo pronti a ogni sacrificio, per sviluppare la pace e la
fratellanza tra i popoli - MHA, 04/06/04


Karayilan è intervenuto telefonicamente in una trasmissione di Roj TV. Ha
portato l'attenzione sul fatto che ultimamente sono aumentate le operazioni
contro le forze della guerriglia da parte dell'esercito turco. Il
cessate-il-fuoco unilaterale è concluso.



Karayilan dice che la decisione delle Forze di Difesa del Popolo (HPG) di
porre fine al cessate-il-fuoco unilaterale è necessaria, anche perché gli
sforzi della parte Kurda per creare una pace duratura nell'area non hanno
trovato accoglienza. Ha poi spiegato che la decisione dell'Unione Europea
ha rafforzato la spinta della Turchia ad aumentare gli attacchi militari.
Ha detto: "Il Movimento di Liberazione del Kurdistan portava avanti un
cessate-il-fuoco unilaterale da 6 anni. Sono morti circa 500 guerriglieri
durante tale periodo. Non si è visto alcun esito dei suoi sforzi volti alla
creazione di una pace permanente. Nonostante gli appelli e sforzi fatti da
parte nostra, lo stato turco non ha voluto vedere, ha anzi presentato al
mondo il cessate-il-fuoco come se fosse una dimostrazione di debolezza da
parte nostra.  Ha pensato (male!) che non eravamo più in grado di
difenderci. Porre fine al cessate-il-fuoco è una decisione legittima e
anche giusta. In tal modo si vuol dire che il movimento di liberazione del
Kurdistan è entrato in una nuova fase, durante la quale difenderà i suoi
valori  continuando la sua lotta. Le forze di difesa del popolo si
difenderanno e nel contempo difenderanno anche il loro popolo".



Karayilan ha sottolineato che non è favorevole a sviluppare una guerra, ma
che è anche necessario che la Turchia si apra al dialogo con il Kongra-Gel.
Ha spiegato che la Turchia insiste nella sua politica di annientamento e
negazione; ha detto: "La Turchia deve porre fine alle sue ingiustizie nei
confronti dei Kurdi,altrimenti ne avrà conseguenze dannose, anche perché
simili comportamenti acuiscono tale guerra e spingono il popolo kurdo a
difendersi".



Karayilan ha pronunciato un appello al popolo kurdo a manifestare
democraticamente, per difendersi e conservare i suoi valori. "In questo
periodo è molto importante manifestare democraticamente. Lavoro diplomatico
e Serhildan sono le due cose di cui oggi abbiamo bisogno. Oltre a ciò
proseguirà l'autodifesa legittima. Crediamo in una soluzione politica e
l'assumiamo come base. Non è cambiato nulla della nostra strategia. Siamo
pronti a sviluppare la pace duratura e la fratellanza tra i popoli".



3. Le operazioni devono essere fermate- MHA 04/06/04
La piattaforma di Pace di Siirt, costituita da DEHAP, IHD, Baro, Assoc.
Thay-Der, piattaforma dei circoli di KESK, rappresentanza del DISK Centro
Culturale e d'arte di Botan (BKSM) e Unione dei medici, ha tenuto una
conferenza stampa nel Centro Culturale di Botan. È stato chiesto di fermare
le operazioni militari che vengono condotte dall' esercito turco nelle
citta curde. Abdullah Gürgen, presidente del Centro Culturale, ha letto un
comunicato, in cui ha rammentato i danni recati dalla guerra durata 15
anni. Ha detto: ". Dopo tali sofferenze, dal I°settembre '98, è stato
proclamato un cessate-il-fuoco unilaterale. Si sa che con questo
cessate-il-fuoco da circa 6 anni nella nostra zona si e' cominciata ad
avvertire una pace". Gürgen ha sottolineato che da parte dello stato non e'
stato fatto alcun passo avanti e ha poi continuato: "se si vive un'altra
guerra, ciò vuol dire che si rivivranno le sofferenze già sperimentate".
Gurgen ha poi fatto appello al primo ministro Recep Tayyip Erdogan e ai
parlamentari di Siirt: "Occorre il dialogo per poter costruire una pace
permanente, si deve por fine alla politica di isolamento nelle carceri,
alle operazioni militari, al sistema dei guardiani di villaggi. Si devono
aprire le strade per consentire il ritorno ai villaggi, si devono risarcire
i contadini che hanno subito danni morali e materiali".


Gurgen ha fatto anche appello alle Forze di Difesa del Popolo: "Invitiamo
KONGRA-GEL e HPG a esser sensibili e a riprendere il cessate-il-fuoco, per
non provocare un nuovo aumento degli scontri".




4. Aggiornato nuovamente il processo relativo al 'Massacro nel Carcere di
Diyarbakir" DIHA- DIYARBAKIR, 31 maggio 2004

Il processo nei confronti di 72 ufficiali turchi, ritenuti responsabili
degli eventi che si conclusero con la morte di 11 prigionieri nel carcere
di massima sicurezza di tipo E, nel 1996 a Diyarbakir, è stato nuovamente
rinviato ad altra data.

All'udienza, svoltasi a Diyarbakir presso la Terza Sezione Penale del
Tribunale, gli imputasti non hanno presenziato; sono intervenuti il
presidente della Camera Penale di Diyarbakir, Sezgin Tanrikulu e l'avvocato
Meral Bestas; è stata riproposta la richiesta di un ordine d'arresto. Le
petizioni di scuse dei legali degli imputati sono poi state lette, nel
corso dell'udienza, e il procedimento è stato quindi aggiornato. Il
tribunale ha deciso di inoltrare una richiesta scritta, per ottenere atti
attestanti lo status familiare degli imputati, all'Ufficio Dipartimentale
del Registro di Stato Civile presso il ministero della giustizia.



Chiesta la condanna degli imputati a vent'anni di carcere

Il procedimento legale era stato aperto nei confronti di 35 soldati, 29
poliziotti e 8 guardie carcerarie, con l'accusa di aver commesso abusi
nell'esercizio dei loro compiti, e di aver "intenzionalmente commesso
omicidi". Il caso è stato anche portato all'attenzione della Corte Europea
per i Diritti Umani 6 mesi fa, dal momento che si trattava di un processo
che non aveva uno svolgimento corretto, a causa dei continui aggiornamenti.
Per gli imputati sono state chieste pene variabili, da 8 a 20 anni di
carcere.




5. Blitz della polizia alla sede di DIHA - MHA, ISTANBUL  08.06.2004

La squadra anti-terrorismo della polizia, questa mattina ha occupato la
sede dell'Agenzia stampa Dicle Haber  (DIHA) portando via 20 persone che
lavoravano nell'ufficio. La polizia ha presentato al vertice della NATO le
motivazioni inerenti il suo legame con il KONGRA-Gel. La polizia ha portato
via tutti i computer, l'archivio fotografico, le liste telefoniche ecc.
prima ha bloccato il lavoro di tutto il personale e dopo l'ha portati via.
Nello stesso momento si è saputo che la squadra antiterrorismo ha svolto
anche un'operazione nei confronti della sede della rivista mensile "Ozgur
Halk" (Popolo libero).