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Fw: Sudan: il silenzio è complice. Appello mondiale on-line di Amnesty per porre fine alla crisi dei diritti umani nel Darfur



----- Original Message ----- 
From: <press at amnesty.it>
To: <news at peacelink.it>
Sent: Monday, June 07, 2004 10:40 AM
Subject: Sudan: il silenzio è complice. Appello mondiale on-line di Amnesty
per porre fine alla crisi dei diritti umani nel Darfur


> Gent.mi tutti,
>
> vi trasmettiamo il comunicato stampa di Amnesty International:
>
>      Sudan: il silenzio è complice. Appello mondiale on-line di Amnesty
per
> porre fine alla crisi dei diritti umani nel Darfur
>
>
> Grazie per la cortese attenzione.
>
> Per ulteriori informazioni, approfondimenti e interviste:
> Amnesty International Ufficio stampa
> Tel. 06 44.90.224, cell. 348-6974361, e-mail: press at amnesty.it
>
>
>
> COMUNICATO STAMPA
> CS72-2004
> SUDAN: IL SILENZIO E' COMPLICE. APPELLO MONDIALE ON-LINE DI AMNESTY PER
> PORRE FINE ALLA CRISI DEI DIRITTI UMANI NEL DARFUR
>
> 'Le milizie Janjawid e i soldati sono arrivati ad Abu Jihad nel giorno del
> mercato. Hanno circondato il mercato e poi i Janjawid hanno preso tutto il
> denaro e il bestiame. Hanno ucciso diverse persone, ho visto i loro corpi,
> alcuni finiti con i fucili altri con le baionette.'
> (Ercouri Mahamai, studente del villaggio di Abu Gamra, nei pressi di
> Kornoy, nel Darfur settentrionale)
>
> 'I Janjawid sono arrivati e ci hanno chiesto di allontanarci. Hanno
> picchiato le donne e i bambini. Poi hanno ucciso Sara Bishara, di due
anni,
> con una coltellata alla schiena.'
> (Aisha Ali, del villaggio di Sasa, nei pressi di Kornoy, nel Darfur
> settentrionale)
>
> 'Ero a casa, quando sono arrivati i soldati insieme ai Janjawid coi
cavalli
> e i cammelli. Hanno circondato il villaggio, hanno dato fuoco ad alcune
> case e aperto il fuoco contro la gente: mio fratello e' morto proprio di
> fronte a me.'
> (intervista realizzata da Amnesty International in Sudan, maggio 2004)
>
> Queste sono solo tre delle numerose testimonianze raccolte dai ricercatori
> di Amnesty International, che hanno visitato la regione sudanese del
Darfur
> lo scorso mese di maggio. Dalle informazioni raccolte e' emerso un vero e
> proprio sistema di violazioni dei diritti umani di massa, che ha
> l'obiettivo di umiliare la popolazione civile, distruggere la vita
> comunitaria e spopolare il territorio. A compiere uccisioni, stupri,
> sequestri, incendi di villaggi e saccheggi sono i Janjawid, le milizie
> filogovernative, spesso assistite dai bombardamenti aerei dell'esercito
> regolare.
>
> I delegati di Amnesty International hanno raccolto notizie di uomini
uccisi
> all'interno delle moschee, giovani donne stuprate di fronte ai mariti,
> donne anziane bruciate vive all'interno delle loro abitazioni.
>
> Centinaia di migliaia di persone sono state costrette a lasciare le loro
> abitazioni a seguito degli attacchi dei Janjawid e dell'esercito sudanese,
> col risultato che ampie aree del Darfur oggi sono spopolate. Secondo le
> Nazioni Unite i profughi interni (cioe' gli abitanti del Darfur che hanno
> cercato riparo in altre zone della regione) sono quasi un milione e
> sopravvivono in condizioni drammatiche. Oltre 120.000 profughi hanno
> attraversato il confine col Ciad. Con l'arrivo della stagione delle
piogge,
> a luglio, e la conseguente impraticabilita' dei sentieri, i soccorsi
> umanitari saranno ancora piu' difficili.
>
> I governi della comunita' internazionale, l'Unione Africana, l'Unione
> Europea e la Lega Araba hanno condannato all'unisono le violazioni dei
> diritti umani nel Darfur. Tuttavia, queste onorevoli parole non si sono
> tradotte in azioni concrete: la popolazione civile del Darfur continua a
> vivere nel terrore del prossimo attacco dei Janjawid. I profughi interni
> sono in pericolo e con l'incubo della carestia, quelli che sono riusciti
ad
> entrare in Ciad rimangono a rischio sia per l'insicurezza della frontiera
> che per l'insufficienza degli aiuti umanitari. La comunita' internazionale
> dovrebbe trovare il coraggio ed esercitare la massima pressione possibile
> sul governo del Sudan per porre fine alle scorrerie dei Janjawid e alle
> violazioni dei diritti umani nel Darfur.
>
> Amnesty International ha lanciato oggi un appello mondiale on-line per
> chiedere al governo del Sudan di:
> - consentire il dispiegamento di osservatori internazionali sui diritti
> umani sotto il mandato dell'Alto commissario per i diritti umani delle
> Nazioni Unite;
> - impegnarsi pubblicamente a rispettare in ogni circostanza i diritti
umani
> e il diritto umanitario nonche' a garantire la tutela della vita e dei
> mezzi di sussistenza della popolazione civile in ogni zona del paese;
> - assumersi la responsabilita' per l'operato dei Janjawid, smobilitare e
> smantellare queste milizie e garantire che non saranno piu' in grado di
> compiere ulteriori abusi.
>
> L'appello puo' essere sottoscritto a questo indirizzo:
> www.amnesty.it/primopiano/sudan
>
> FINE DEL COMUNICATO                                                  Roma,
> 7 giugno 2004
> Per ulteriori informazioni, approfondimenti ed interviste:
> Amnesty International Italia - Ufficio stampa
> Tel. 06 4490224 - 348 6974361, e-mail: press at amnesty.it
>
> (See attached file: 040607_sudan.rtf)
>
>
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> Paola Nigrelli
> Ufficio Stampa
> Amnesty International - Sezione Italiana
> Via G.B. de Rossi, 10 - 00161 ROMA
> Tel. 06 44.90.224 fax 06 44.90.222
> cell. 348-6974361 e-mail: press at amnesty.it
> Internet: www.amnesty.it
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