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(Fwd) le centrali dell'odio (M.Allam)



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From:                   "Associazione Partenia" <partenia at katamail.com>
To:                     <Undisclosed-Recipient:;>
Subject:                le centrali dell'odio (M.Allam)
Date sent:              Mon, 31 May 2004 18:56:33 +0200






                        ESTERI

                        LE CENTRALI DELL'ODIO 

                        Quella voce italiana accanto ai terroristi

                        di MAGDI ALLAM

                        Mentre Antonio Amato è stato barbaramente
                        sgozzato in Arabia Saudita dai terroristi di
                        Al Qaeda, altri italiani, secondo fonti dei
                        nostri servizi segreti, parteciperebbero
                        attivamente al fianco della sedicente
                        Resistenza irachena nell'uccisione dei nostri
                        connazionali in Iraq. Una realtà spietata dei
                        terrorismi islamico e internazionale uniti 
dal
                        collante ideologico dell'antiamericanismo e
                        dell'antiebraismo. La dimensione 
globalizzante
                        della strategia del terrore è tangibile
                        dall'acuirsi dell'offensiva in Arabia Saudita
                        non appena la situazione in Iraq ha 
registrato
                        un parziale contenimento delle forze sunnite 
e
                        sciite contrarie alla stabilizzazione,
                        pacificazione e democratizzazione del Paese.
                        Perché il livello dello scontro deve restare
                        alto. Sia per costringere gli americani a
                        impegnare le proprie forze sui vari fronti.
                        Sia per alimentare una tensione ideologica 
che
                        incentivi la conversione e l'arruolamento 
alla
                        guerra santa contro l'America del maggior
                        numero possibile di combattenti dentro e 
fuori
                        il mondo islamico. Perché in definitiva c'è 
un
                        vasto consenso, anche in Occidente, attorno
                        all'obiettivo politico della sconfitta degli
                        Stati Uniti in Medio Oriente. Ciò che
                        consentirebbe a bin Laden di realizzare il
                        sogno della presa del potere in Arabia
                        Saudita, la più sacra delle terre dell'islam 
e
                        il Paese con le maggiori riserve di greggio
                        del mondo. Un binomio, islam e petrolio, che
                        lo consacrerebbe a nuovo profeta della mitica
                        Umma, la Nazione islamica. La saldatura tra 
il
                        terrorismo islamico e internazionale è
                        documentata nel video, mai diffuso in
                        pubblico, dell'esecuzione di Fabrizio
                        Quattrocchi il 14 aprile scorso. In esso,
                        stando alla rivelazione di una fonte dei
                        nostri servizi segreti, quando Quattrocchi fu
                        consapevole della sua imminente esecuzione,
                        disse: «Ora vi faccio vedere io come muore un
                        italiano». A questo punto Quattrocchi tentò 
di
                        togliersi il cappuccio che gli copriva la
                        testa chiedendo: «Posso?». Ebbene, uno dei
                        sequestratori, in perfetto italiano, gli
                        rispose: «Neanche per sogno». Un'espressione
                        che, secondo gli esperti dell'intelligence,
                        appartiene a qualcuno che è di madrelingua
                        italiana. Si comprende bene come il vero
                        motivo per cui la rete televisiva araba "Al
                        Jazira" rifiutò di trasmettere quel video, è
                        perché svela la presenza di un italiano tra i
                        terroristi della sedicente «Brigata Verde» 
che
                        ha rivendicato il sequestro dei nostri 
quattro
                        connazionali. Ugualmente non si 
comprenderebbe
                        come i terroristi abbiano consentito a
                        Salvatore Stefio, nel secondo video trasmesso
                        il 26 aprile scorso, di fare un discorso
                        elaborato in italiano se tra loro non ci 
fosse
                        stato qualcuno che conosce bene l'italiano. 
In
                        quell'occasione Stefio disse con chiaro
                        intento rassicurante: «Fino a ora non abbiamo
                        avuto nessun problema con loro. Mangiamo
                        regolarmente e non abbiamo avuto nessun tipo
                        di maltrattamento fisico. Ogni richiesta per
                        migliorare la nostra permanenza qui con loro
                        solitamente ci viene accordata». Quasi a 
voler
                        esaltare il volto umano dei terroristi. Un
                        testo che è stato probabilmente dettato e
                        imposto da un sequestratore di madrelingua
                        italiana. Un'altra prova sonora
                        testimonierebbe la presenza di italiani anche
                        tra le fila dei miliziani sciiti 
dell'Esercito
                        Al Mahdi del ribelle Moqtada al Sadr. Anche 
in
                        questo caso si tratta di un'operazione
                        condotta contro degli italiani, costata la
                        vita al caporale dei Lagunari Matteo Vanzan 
lo
                        scorso 16 maggio a Nassiriya. In un Dvd in
                        arabo che celebra le gesta belliche dei
                        miliziani che attaccarono i nostri soldati, a
                        un certo punto si sentirebbe una voce che in
                        italiano chiede: «Vuoi vedere?». Una domanda
                        che lascerebbe supporre la presenza di almeno
                        due persone che parlano l'italiano. La realtà
                        di una centrale del terrorismo islamico e
                        internazionale riecheggia anche dall'affinità
                        del lessico colorito riservato al nostro
                        presidente del Consiglio. «Sciocco e 
superbo»,
                        è stato definito ieri nel comunicato diffuso
                        via Internet da Abdel Aziz Al Moqrin, 
presunto
                        capo di Al Qaeda in Arabia Saudita.
                        «Retrogrado» o «ritardato mentale», era stato
                        qualificato dalla risoluzione strategica di 
Al
                        Qaeda «L'Iraq della Jihad: speranze e
                        pericoli», diffusa l'8 dicembre 2003. 
Profondo
                        disprezzo personale e accesa ostilità 
politica
                        nei confronti di Berlusconi sono presenti
                        anche nei comunicati della «Brigata Verde» e
                        della sedicente «Resistenza irachena». Con un
                        livello di conoscenza della nostra politica
                        interna difficilmente acquisibile se non da 
un
                        esperto italiano. Questa globalizzazione del
                        terrorismo è un indubbio successo di Bin
                        Laden. A tal punto serio e temibile da 
indurre
                        il principe ereditario saudita Abdallah,
                        secondo notizie riservate e attendibili, a
                        trattare con Bin Laden un'intesa segreta per
                        prevenire il tracollo della monarchia. 
Facendo
                        leva sulla comune ostilità all'America e a
                        Israele. Ciò che gli avrebbe fatto dire,
                        all'indomani del massacro di sei stranieri a
                        Yanbu lo scorso primo maggio, rivendicato da
                        Al Qaeda, che «il sionismo è dietro il
                        terrorismo nel nostro Paese». E' un dato di
                        fatto che Bin Laden si è finora sempre
                        astenuto dall'attaccare personalmente
                        Abdallah, ribattezzato il «Principe rosso» 
per
                        i suoi legami familiari con il presidente
                        siriano Assad e per le sue esplicite simpatie
                        panarabe. Altre fonti indicano tuttavia che 
la
                        famiglia reale saudita avrebbe pronto un 
piano
                        di fuga all'estero. Ciò spiegherebbe la
                        tendenza al forte rialzo del prezzo del
                        greggio, destinato a sforare i 40 dollari a
                        barile, nonostante il mercato ne sia saturo.
                        Gli operatori sono estremamente preoccupati
                        per la sorte dell'Arabia Saudita, dell'Iraq e
                        del Kuwait, tre Paesi in bilico che detengono
                        complessivamente metà delle riserve mondiali
                        di greggio. Se Bin Laden dovesse riuscire nel
                        suo intento, il prezzo del barile potrebbe
                        schizzare a 100 dollari. A quel punto sarà 
lui
                        a dettare le condizioni politiche ed
                        economiche all'Occidente. 

                        Magdi Allam 

                        31 maggio 2004 - Corriere.it  




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