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(Fwd) le centrali dell'odio (M.Allam)
- Subject: (Fwd) le centrali dell'odio (M.Allam)
- From: "Davide Bertok" <davide at bertok.it>
- Date: Tue, 01 Jun 2004 13:50:42 +0200
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Subject: le centrali dell'odio (M.Allam)
Date sent: Mon, 31 May 2004 18:56:33 +0200
ESTERI
LE CENTRALI DELL'ODIO
Quella voce italiana accanto ai terroristi
di MAGDI ALLAM
Mentre Antonio Amato è stato barbaramente
sgozzato in Arabia Saudita dai terroristi di
Al Qaeda, altri italiani, secondo fonti dei
nostri servizi segreti, parteciperebbero
attivamente al fianco della sedicente
Resistenza irachena nell'uccisione dei nostri
connazionali in Iraq. Una realtà spietata dei
terrorismi islamico e internazionale uniti
dal
collante ideologico dell'antiamericanismo e
dell'antiebraismo. La dimensione
globalizzante
della strategia del terrore è tangibile
dall'acuirsi dell'offensiva in Arabia Saudita
non appena la situazione in Iraq ha
registrato
un parziale contenimento delle forze sunnite
e
sciite contrarie alla stabilizzazione,
pacificazione e democratizzazione del Paese.
Perché il livello dello scontro deve restare
alto. Sia per costringere gli americani a
impegnare le proprie forze sui vari fronti.
Sia per alimentare una tensione ideologica
che
incentivi la conversione e l'arruolamento
alla
guerra santa contro l'America del maggior
numero possibile di combattenti dentro e
fuori
il mondo islamico. Perché in definitiva c'è
un
vasto consenso, anche in Occidente, attorno
all'obiettivo politico della sconfitta degli
Stati Uniti in Medio Oriente. Ciò che
consentirebbe a bin Laden di realizzare il
sogno della presa del potere in Arabia
Saudita, la più sacra delle terre dell'islam
e
il Paese con le maggiori riserve di greggio
del mondo. Un binomio, islam e petrolio, che
lo consacrerebbe a nuovo profeta della mitica
Umma, la Nazione islamica. La saldatura tra
il
terrorismo islamico e internazionale è
documentata nel video, mai diffuso in
pubblico, dell'esecuzione di Fabrizio
Quattrocchi il 14 aprile scorso. In esso,
stando alla rivelazione di una fonte dei
nostri servizi segreti, quando Quattrocchi fu
consapevole della sua imminente esecuzione,
disse: «Ora vi faccio vedere io come muore un
italiano». A questo punto Quattrocchi tentò
di
togliersi il cappuccio che gli copriva la
testa chiedendo: «Posso?». Ebbene, uno dei
sequestratori, in perfetto italiano, gli
rispose: «Neanche per sogno». Un'espressione
che, secondo gli esperti dell'intelligence,
appartiene a qualcuno che è di madrelingua
italiana. Si comprende bene come il vero
motivo per cui la rete televisiva araba "Al
Jazira" rifiutò di trasmettere quel video, è
perché svela la presenza di un italiano tra i
terroristi della sedicente «Brigata Verde»
che
ha rivendicato il sequestro dei nostri
quattro
connazionali. Ugualmente non si
comprenderebbe
come i terroristi abbiano consentito a
Salvatore Stefio, nel secondo video trasmesso
il 26 aprile scorso, di fare un discorso
elaborato in italiano se tra loro non ci
fosse
stato qualcuno che conosce bene l'italiano.
In
quell'occasione Stefio disse con chiaro
intento rassicurante: «Fino a ora non abbiamo
avuto nessun problema con loro. Mangiamo
regolarmente e non abbiamo avuto nessun tipo
di maltrattamento fisico. Ogni richiesta per
migliorare la nostra permanenza qui con loro
solitamente ci viene accordata». Quasi a
voler
esaltare il volto umano dei terroristi. Un
testo che è stato probabilmente dettato e
imposto da un sequestratore di madrelingua
italiana. Un'altra prova sonora
testimonierebbe la presenza di italiani anche
tra le fila dei miliziani sciiti
dell'Esercito
Al Mahdi del ribelle Moqtada al Sadr. Anche
in
questo caso si tratta di un'operazione
condotta contro degli italiani, costata la
vita al caporale dei Lagunari Matteo Vanzan
lo
scorso 16 maggio a Nassiriya. In un Dvd in
arabo che celebra le gesta belliche dei
miliziani che attaccarono i nostri soldati, a
un certo punto si sentirebbe una voce che in
italiano chiede: «Vuoi vedere?». Una domanda
che lascerebbe supporre la presenza di almeno
due persone che parlano l'italiano. La realtà
di una centrale del terrorismo islamico e
internazionale riecheggia anche dall'affinità
del lessico colorito riservato al nostro
presidente del Consiglio. «Sciocco e
superbo»,
è stato definito ieri nel comunicato diffuso
via Internet da Abdel Aziz Al Moqrin,
presunto
capo di Al Qaeda in Arabia Saudita.
«Retrogrado» o «ritardato mentale», era stato
qualificato dalla risoluzione strategica di
Al
Qaeda «L'Iraq della Jihad: speranze e
pericoli», diffusa l'8 dicembre 2003.
Profondo
disprezzo personale e accesa ostilità
politica
nei confronti di Berlusconi sono presenti
anche nei comunicati della «Brigata Verde» e
della sedicente «Resistenza irachena». Con un
livello di conoscenza della nostra politica
interna difficilmente acquisibile se non da
un
esperto italiano. Questa globalizzazione del
terrorismo è un indubbio successo di Bin
Laden. A tal punto serio e temibile da
indurre
il principe ereditario saudita Abdallah,
secondo notizie riservate e attendibili, a
trattare con Bin Laden un'intesa segreta per
prevenire il tracollo della monarchia.
Facendo
leva sulla comune ostilità all'America e a
Israele. Ciò che gli avrebbe fatto dire,
all'indomani del massacro di sei stranieri a
Yanbu lo scorso primo maggio, rivendicato da
Al Qaeda, che «il sionismo è dietro il
terrorismo nel nostro Paese». E' un dato di
fatto che Bin Laden si è finora sempre
astenuto dall'attaccare personalmente
Abdallah, ribattezzato il «Principe rosso»
per
i suoi legami familiari con il presidente
siriano Assad e per le sue esplicite simpatie
panarabe. Altre fonti indicano tuttavia che
la
famiglia reale saudita avrebbe pronto un
piano
di fuga all'estero. Ciò spiegherebbe la
tendenza al forte rialzo del prezzo del
greggio, destinato a sforare i 40 dollari a
barile, nonostante il mercato ne sia saturo.
Gli operatori sono estremamente preoccupati
per la sorte dell'Arabia Saudita, dell'Iraq e
del Kuwait, tre Paesi in bilico che detengono
complessivamente metà delle riserve mondiali
di greggio. Se Bin Laden dovesse riuscire nel
suo intento, il prezzo del barile potrebbe
schizzare a 100 dollari. A quel punto sarà
lui
a dettare le condizioni politiche ed
economiche all'Occidente.
Magdi Allam
31 maggio 2004 - Corriere.it
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