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Bush a Nettuno: appello Comitato contro la Guerra Anzio Nettuno
- Subject: Bush a Nettuno: appello Comitato contro la Guerra Anzio Nettuno
- From: "Alberghini" <ithalb@tin.it>
- Date: Fri, 14 May 2004 11:12:49 +0200
ANZIO E NETTUNO, CHE HANNO CONOSCIUTO LA GUERRA, SONO PER LA PACE
Il 4 giugno 2004 è un giorno importante. Ricorre infatti il 60° anniversario
della liberazione di Roma. Migliaia di uomini e di donne si sono battuti
contro la dittatura e l?occupazione nazifascista ed hanno posto le basi
per la redazione della Costituzione Repubblicana che, all?art. 11, sancisce
il ripudio della guerra come mezzo di risoluzione delle controversie
internazionali.
Anche Anzio e Nettuno hanno visto la resistenza delle popolazioni civili
alle barbarie della guerra, imposta dal nazifascismo. Resistenza riconosciuta
dal recente conferimento della medaglia d?oro al valore civile.
Purtroppo il 4 giugno 2004 a rovinare questa festa ci sarà l?annunciata
visita di Bush a Roma e qui, ad Anzio e Nettuno.
Il principale responsabile della guerra all?Iraq verrà a rinnovare il proprio
sostegno al fido alleato Berlusconi, uno dei pochi rimasti sul pianeta a
legittimare una guerra infame.
Bush, con il pretesto delle commemorazioni, non può credere di strumentalizzare
coloro che sono morti per valori come la libertà, la democrazia e la pace.
L?amministrazione Bush e i suoi alleati hanno pesanti responsabilità:
Hanno fatto una guerra contro il diritto internazionale e contro la volontà
della grande maggioranza dei popoli del pianeta. Hanno fatto una guerra,
sapendo di mentire, dichiarando che l'Iraq possedeva armi terribili e che
era pronta ad usarle e paventando legami tra l'Iraq e il terribile attentato
alle Torri gemelle. Hanno fatto una guerra, dichiarando che avrebbe portato
pace e democrazia per il popolo iracheno e in tutto il Medio Oriente. Hanno
fatto una guerra teorizzando, con la "guerra preventiva", il diritto di
imporre la propria volontà e la difesa dei propri interessi, in qualunque
luogo della terra.
Questa guerra è già costata decine di migliaia di vittime civili e militari
irachene, ha comportato distruzioni immani e devastazioni ambientali, ha
bruciato miliardi di dollari.
Ad un anno di distanza in Iraq la guerra continua a mietere vittime. Gli
attentati contro civili inermi si sono susseguiti in molte parti del mondo.
Pace e democrazia non sono arrivate né in Iraq né in Medio Oriente. Alla
dittatura di Saddam Hussein si è sostituita una occupazione militare che
trova crescenti resistenze, in diverse forme, da parte della popolazione.
Invece di organizzare libere elezioni si nominano governi dall'alto, si
privatizzano le ricchezze irachene e si abolisce il codice di famiglia facendo
arretrare lo status delle donne. La ricostruzione non è nemmeno iniziata
e già è una torta da spartire con i paesi "amici". In questo quadro, le
torture perpetrate nelle carceri irachene da parte di militari statunitensi
e britannici costituiscono, l?aspetto sì inumano, ma comunque conseguente
della brutalità di un?occupazione militare.
Anche il governo italiano è corresponsabile di tanto disastro. Un Governo
che, al di fuori del dettato costituzionale, nonostante la grande contrarietà
della popolazione italiana, ha deciso di appoggiare la guerra in Iraq e
ha inviato truppe nei luoghi in cui giacciono i campi petroliferi destinati
all'Eni. Un Governo che, perpetuando lo strappo all'art. 11 della Costituzione
ha deciso di partecipare all'"Autorità Provvisoria" delle forze di occupazione
condividendo così la responsabilità delle sue scelte politiche. Un Governo
che ha esautorato il Parlamento dei suoi poteri a cominciare dalla concessione
dell'uso dello spazio aereo, delle basi e delle infrastrutture per la guerra.
Un Governo che ha lavorato per impedire una possibile unità europea che
frenasse l'unilateralismo degli Stati Uniti e fermasse la guerra. Un Governo
che ci ha ingannato: ha detto che i soldati servivano a proteggere gli aiuti
umanitari, ma gli aiuti non si sono visti mentre il Pentagono si appresta
ad assegnare a ditte italiane importanti contratti per la ricostruzione.
Di fronte a tutto questo nessun ripensamento, nessun dubbio da parte
dell?amministrazione
Bush e dei suoi alleati.
Per questo crediamo importante lanciare un appello ai cittadini di Anzio
e Nettuno e a tutto il popolo della pace, che ha manifestato il 15 febbraio
2003, il 20 marzo 2004 e in mille altre circostanze e in forme diverse,
affinché si realizzi una grande manifestazione per il 4 giugno, durante
la visita di Bush, per il diritto alla pace, ai diritti sociali, alla
democrazia,
per il diritto degli iracheni a governarsi da soli per decidere del proprio
futuro, controllare le proprie risorse, ad ottenere risarcimento per quello
che hanno patito sotto l?embargo e la guerra, a vedere la propria terra
libera da eserciti stranieri. Riproporre con forza queste ragioni significa
opporsi a chi ? Bush e compari ? attraverso menzogne, morti, torture,
distruzioni
e caos, intende imporre le proprie ?verità? al mondo intero.
Comitato contro la Guerra Anzio Nettuno