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disgusto



Forlì, 7 maggio 2004

50esimo anniversario della battaglia di Dien Bien Phu



DISGUSTO



Al contrario di Giorgino Bush non sono disgustato dalle foto di Abu Ghraib
perché in trent'anni di difesa dei diritti umani ho visto cose peggiori, ma
sono schifato dalla sua ignavia e dai tentativi di minimizzare l'enormità
della faccenda messi in atto dai bush-imani nostrani.
So bene che parlare di diritti umani in Italia è futile, ma vi faccio lo
stesso notare che:



La tortura è sempre vietata. Non esistono situazioni che la permettano.

La tortura è un crimine internazionale. Chi lo commette può essere
processato in un qualsiasi paese del mondo.

La tortura è una forma di terrorismo. Chi la pratica è un terrorista come
chi la consente.

La tortura non avviene perché ci sono dei sadici che si vogliono divertire,
ma perché i loro comandanti la permettono.

I torturatori americani sapevano di godere dell'appoggio, tacito o
esplicito, dei loro superiori, altrimenti non si sarebbero fatti
fotografare.

25 morti sotto tortura sono un numero spaventoso che dimostra l'enormità
del fenomeno.

Nelle carceri statunitensi la tortura è endemica. Ci si doveva aspettare
che succedesse anche in Iraq.

Le denunce di tortura esistevano da molti mesi e non ci sono scusanti per
il comportamento dell'amministrazione americana, perché, se avessero voluto
fermarla, avrebbero potuto fare quello che, molti anni fa, fece il
governatore inglese di Cipro: piombare all'alba e senza preavviso nella
caserma dove si sospettava ci fossero casi di tortura. Non l'hanno fatto.
Sapevano cosa succedeva e non l'hanno fatto.

Giorni fa un quotidiano americano parlava dei sei idioti che hanno perso la
guerra in Iraq. In realtà non sono stati i sei aguzzini di Abu Ghraib a
perdere la guerra, ma i sei mascalzoni che si chiamano Bush, Cheney,
Rumsfeld, Rice, Powell e Bremer.



Claudio Giusti



Può darsi che qualcuno di voi sia finito per sbaglio nella mia rubrica.
FATE CIRCOLARE QUESTO MESSAGGIO!

Non dimenticate mai che la lotta per i diritti umani e contro la pena di
morte è la stessa in tutto il mondo

COMITATO "3 LUGLIO 1849"
Per i diritti umani, contro la pena di morte
Membro fondatore della World Coalition Against Death Penalty
DOTT. CLAUDIO GIUSTI

VIA DON MINZONI 40, 47100 FORLI'. ITALIA
TEL.  39/0543/401562     39/340/4872522
e-mail  <mailto:giusticlaudio@aliceposta.it>giusticlaudio@aliceposta.it 
La Repubblica Romana fu il primo stato sovrano a scrivere nella propria
costituzione l'abolizione totale della pena di morte, il 3 luglio 1849. Il
Comitato, ispirandosi alla tradizione libertaria ed abolizionista del
nostro Paese, si batte contro la pena di morte e per il rispetto dei
diritti  umani indicati agli articoli  2 - 21 della Dichiarazione
Universale.