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Re: Lettera ai familiari degli ostaggi in Iraq



Da domani questo appello girerà sulle liste e gli indirizzari con le firme
dei singoli componenti del Comitato Fermiamo la guerra, come deciso in
riunione. Ma io lo faccio girare subito, prima della mattinata di raccolta
firme perchè i tempi sono strettissimi e vorrei sollecitare la diffusione e
il passaparola. Saluti Nella Ginatempo





TUTTI A ROMA CONTRO LA GUERRA
PER IL RITIRO IMMEDIATO DELLE TRUPPE
PER LA LIBERAZIONE DEGLI OSTAGGI
PER LA LIBERAZIONE DEL POPOLO IRACHENO
DAGLI ASSEDI, DAI BOMBARDAMENTI,
DAGLI ORRORI DELLA GUERRA
E DELLA OCCUPAZIONE

FACCIAMO APPELLO ALLA PARTECIPAZIONE DI TUTTE E TUTTI ALLA MANIFESTAZIONE
CHE SI SVOLGERA' A ROMA IL 29 APRILE ALLE ORE 17 A PIAZZA  S.PIETRO,
RISPONDENDO ALL'APPELLO DELLE FAMIGLIE DEGLI OSTAGGI ITALIANI.
FATE GIRARE QUESTO APPELLO. USIAMO IL TELEFONO E GLI SMS, DIAMO
GENEROSAMENTE UN SEGNALE.
IL POPOLO DELLA PACE NON SI FERMA(x info "nella ginatempo":
nellagin@tiscali.it)


From: "Salina Donatella" <d.salina@sanita.it>
To: <pace@peacelink.it>
Sent: Wednesday, April 28, 2004 10:47 AM
Subject: R: Lettera ai familiari degli ostaggi in Iraq


> si' ma da dove parte la manifestazione e a che ora?????
> grazie
> ciao
> Amina
>
> -----Messaggio originale-----
> Da: disobbedientimolise@libero.it [mailto:disobbedientimolise@libero.it]
> Inviato: mercoledì 28 aprile 2004 9.30
> A: pace@peacelink.it
> Oggetto: Lettera ai familiari degli ostaggi in Iraq
>
>
> Vi inviamo la lettera che abbiamo inviato ai familiari degli ostaggi in
> Iraq in merito alla manifestazione indetta per giovedi a Roma.
> Un abbraccio a tutti.
>
> ^^^^^^^^^^^^^^^^
> Cari,
> vi scriviamo pubblicamente per raccogliere e rilanciare l'appello di
alcuni
> tra voi a manifestare subito per il ritiro immediato dei militari italiani
> dall'Iraq e per la salvezza dei tre ostaggi.
> In premessa, per non iscrivere anche noi alla lunga schiera degli
ipocriti,
> ricordiamo che non siamo tra quanti distinguono le vittime dalla
> nazionalità, né abbiamo certo simpatia per il lavoro che i vostri cari
> svolgevano in Iraq: garantire la sicurezza a multinazionali calate come
> avvoltoi su un paese spogliato e distrutto.
> Eppure riteniamo strumentale e inumano il ricatto della cosiddetta
> "fermezza". Così come non comprendiamo le voci che denunciano il rischio
di
> strumentalizzazione e perdita di autonomia del movimento contro la guerra.
> Preferiamo attenerci alla semplicità dei fatti.
> Noi siamo tra i milioni di fratelli e sorelle scesi in piazza per
> denunciare una guerra imperiale e ingiusta che minacciava lutti atroci
alle
> popolazioni dell'Iraq e del mondo intero. Ora che quella tragica
previsione
> si è avverata sono semmai rafforzate le ragioni della mobilitazione di
> quanti pretendono l'immediata cessazione dell'occupazione militare e la
> fuoriuscita da questo incubo globale.
> E c'è un importante motivo in più se questa mobilitazione oggi rappresenta
> un segnale per contribuire alla salvezza di tre persone che rischiano di
> essere abbandonate dall'ipocrisia del governo. Dietro la linea della
> fermezza si cela infatti solo la rigida difesa dell'occupazione e la
> subalternità alla politica anglo-americana.
> L'odio e il fondamentalismo "occidentale" del governo Berlusconi seguono
> una logica inquietante dell'occhio per occhio che alla fine rischia di
> farci rimanere tutti ciechi e vittime della barbarie della guerra globale
> permanente.
> I movimenti invece non devono dimostrare a nessuno la propria autonomia
> politica e culturale. La retorica del "non cedere al ricatto" non può
> ridurli all'inazione in un momento così drammatico in cui l'unica bussola
> possibile è quella della coerenza coi propri valori e i propri obiettivi.
> Le titubanze di alcuni ci sembrano figlie non della paura di una
> impossibile identificazione con chi gestisce il rapimento, quanto
piuttosto
> delle ambiguità nel seguire l'esempio spagnolo per proporsi come
> alternativa a Berlusconi e portare il paese fuori dal vietnam irakeno.
> Contraddizioni di chi si propone come alternativa all'attuale classe
> dirigente senza avere una visione seriamente alternativa, non nostre che
> siamo tra i tanti che questo mondo non aspirano a dirigerlo ma a cambiarlo
> radicalmente.
>
> Per questo pensiamo e crediamo che in tantissimi raccoglieranno l'invito
> alla mobilitazione immediata.
>
> Movimento dei disobbedienti meridionali
>
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