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da uruknet.info



http://www.uruknet.info/?p=2099


        I misteri del video dell'orrore - Il portavoce di Al Jazeera
        prende le distanze dal giornalista che ha diffuso i contenuti
        della cassetta


        rai.it


«Mostrare il video dell'uccisione dell'ostaggio italiano non avrebbe
aggiunto nessun valore informativo alla notizia della sua morte, dunque
non lo abbiamo trasmesso e non abbiamo intenzione di cederlo a nessuno».
Dal Qatar Jihad Ali Ballout, portavoce di Al Jazeera, ribadisce secco la
posizione ufficiale della rete. Ma in Italia non si fermano le polemiche
sulla decisione della tv satellitare di non trasmettere il video e,
anzi, continua il «giallo» sulla videocassetta, sul suo contenuto e
sulla frase che riporterebbe, ormai diventata simbolo della fine di
Fabrizio Quattrocchi: «Ti faccio vedere come muore un italiano». E alle
pressioni che giungono da più parti in Italia, Ballout risponde che
«siamo spiacenti, ma dal momento che è stata presa la decisione di non
mandare in onda il video, non sarebbe corretto mostrarlo ora,
consegnarlo ad altri, o anche soltanto parlarne». Eppure, accurate
descrizioni di quei 47 secondi sono state ripetutamente rilasciate, in
questi ultimi giorni, a diversi giornali italiani da Emad El Attrache,
definito come caporedattore e responsabile esteri di Al Jazeera. Il
portavoce ufficiale dell'emittente smentisce:« El Attrache non è
caposervizio né caporedattore: è un giovane giornalista della redazione
di Doha, parla l'italiano e ora si trova con le sue dichiarazioni al
centro dell'attenzione. È stato mandato per qualche giorno a fare
reportage nel vostro paese, ma non ha l'autorità per parlare di questo
video. Il caporedattore di Al Jazeera si chiama Ahmed Sheihk ed è
l'unica persona, insieme al direttore generale Waddah Khanfar e a me,
che ne sono portavoce, ad essere autorizzato a parlare ufficialmente a
nome della tv. E la posizione di Al Jazeera è di non divulgare alcun
contenuto o citazione dal video, poiché abbiamo deciso di non mandarlo
in onda».

Dunque non avete intenzione di mandare in onda il video, ma non
desiderate nemmeno commentarlo?

No. Abbiamo giudicato il video secondo i nostri principi professionali,
una procedura che applichiamo a tutte le videocassette che giungono in
redazione: viene valutata l'attendibilità della fonte da cui riceviamo
il materiale e il contenuto informativo aggiuntivo che le immagini danno
alla notizia. C'è una commissione editoriale guidata dal direttore
generale che ha il compito di esaminare le videocassette. Le giudichiamo
sempre dopo un'attenta valutazione caso per caso e tenendo conto del
fattore umano. Ripeto: il video dell'uccisione dell'ostaggio italiano
non aggiungeva in nessun modo alcun valore informativo alla tragica
notizia.

E la frase riportata da tutti i giornali italiani: «Ti faccio vedere
come muore un italiano»?

Non lo so. Non so da dove viene, non posso confermare né smentire la sua
attendibilità. Quello che posso confermare è che Al Jazeera non ha
divulgato alcuna citazione a nessun media italiano o di qualsiasi altra
parte del mondo.

Nel caso del messaggio video di Antonella Agliana ai sequestratori degli
italiani avete però creato la notizia, diventando in qualche modo parte
della negoziazione.

Non vogliamo essere parte della negoziazione, svolgiamo il nostro dovere
professionale mostrando tutti gli aspetti e i punti di vista su un
avvenimento. Se svolgendo il nostro compito di giornalisti fossimo anche
capaci di aiutare qualcuno, questo sarebbe senz'altro un bene. Ma non
possiamo fare altro, né svolgere un compito diverso da quello che è il
nostro dovere professionale di giornalisti.

Ma se il video dell'uccisione dell'ostaggio italiano vi fosse richiesto
dalle autorità italiane a scopo investigativo?

Se accadesse dovremmo valutare la situazione. La nostra posizione è di
restare indipendenti, fuori da ogni cosa che comprometta il nostro ruolo
professionale. Detto ciò, non abbiamo problemi a discutere un caso del
genere, se ci viene sottoposto: tutto deve essere giudicato a seconda
del contesto e delle circostanze. Noi comunque abbiamo invitato alcuni
membri della diplomazia italiana in Qatar a vedere il video per scoprire
chi fosse il ragazzo ucciso e informare la famiglia. Ecco perché
esistono descrizioni e citazioni del video.

Ma come arrivano le cassette da voi? Chi le trova?

Non posso riferirmi nello specifico a nessuna cassetta, ma avviene
sempre in modi diversi. In Afghanistan qualcuno è venuto, ha lanciato la
cassetta fuori dal nostro edificio e un ragazzo afgano l'ha portata al
produttore. Oppure riceviamo una telefonata che ci avvisa di guardare su
un certo server web per trovare «roba interessante». O, quando si tratta
di un nastro audio, ci telefonano dicendo di registrare quello che ci
faranno ascoltare.

Avete avuto reazioni dalle audience arabe per la decisione di non
mandare in onda il video della morte dell'ostaggio italiano?

No in realtà. Il nostro pubblico sfortunatamente vede molte morti e
uccisioni continue, in Iraq e in Palestina, e credo sia molto
preoccupato e preso da tutto questo.

Quindi la polemica sulla messa in onda del video è una questione solo
occidentale, anzi italiana?

Direi piuttosto che è un problema umano. Ma temo che l'impressione
generale dell'opinione pubblica nel mondo arabo sia che gli ostaggi
italiani, a differenza di quelli giapponesi, fossero coinvolti in modo
diverso nella guerra in Iraq. L'impressione generale è che fossero una
sorta di «mercenari», forse per questo c'è stata un'attenzione diversa a
proposito di questa vicenda.


http://www.ilmanifesto.it/oggi/art37.html
<http://www.ilmanifesto.it/oggi/art37.html>

http://www.uruknet.info/?p=2099


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www.uruknet.info <http://www.uruknet.info>: a site gathering daily
information concerning occupied Iraq: news, analysis, documents and
texts of iraqi resistance available in Italian and English.
Any link will be greatly appreciated: you can get our banner or link
coordinates from our homepage. Please let us know about new links, so
that we can recall them in our link-page.


www.uruknet.info <http://www.uruknet.info>: finalmente, un sito dove
trovare informazione aggiornata sull'iraq occupato: notizie, analisi,
documenti e testi sulla resistenza in italiano e in inglese, aggiornate
ogni giorno.
Un grazie fin d'ora per ogni link al ns. sito: potrete scaricare il
banner e trovare le coordinate sulla testata della ns. homepage.
Informateci di ogni nuovo link, in modo da poter contraccambiare e
segnalarlo. grazie!


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I misteri del video dell'orrore - Il portavoce di Al Jazeera prende le
distanze dal giornalista che ha diffuso i contenuti della cassetta

rai.it


«Mostrare il video dell'uccisione dell'ostaggio italiano non avrebbe
aggiunto nessun valore informativo alla notizia della sua morte, dunque non
lo abbiamo trasmesso e non abbiamo intenzione di cederlo a nessuno». Dal
Qatar Jihad Ali Ballout, portavoce di Al Jazeera, ribadisce secco la
posizione ufficiale della rete. Ma in Italia non si fermano le polemiche
sulla decisione della tv satellitare di non trasmettere il video e, anzi,
continua il «giallo» sulla videocassetta, sul suo contenuto e sulla frase
che riporterebbe, ormai diventata simbolo della fine di Fabrizio
Quattrocchi: «Ti faccio vedere come muore un italiano». E alle pressioni
che giungono da più parti in Italia, Ballout risponde che «siamo spiacenti,
ma dal momento che è stata presa la decisione di non mandare in onda il
video, non sarebbe corretto mostrarlo ora, consegnarlo ad altri, o anche
soltanto parlarne». Eppure, accurate descrizioni di quei 47 secondi sono
state ripetutamente rilasciate, in questi ultimi giorni, a diversi giornali
italiani da Emad El Attrache, definito come caporedattore e responsabile
esteri di Al Jazeera. Il portavoce ufficiale dell'emittente smentisce:« El
Attrache non è caposervizio né caporedattore: è un giovane giornalista
della redazione di Doha, parla l'italiano e ora si trova con le sue
dichiarazioni al centro dell'attenzione. È stato mandato per qualche giorno
a fare reportage nel vostro paese, ma non ha l'autorità per parlare di
questo video. Il caporedattore di Al Jazeera si chiama Ahmed Sheihk ed è
l'unica persona, insieme al direttore generale Waddah Khanfar e a me, che
ne sono portavoce, ad essere autorizzato a parlare ufficialmente a nome
della tv. E la posizione di Al Jazeera è di non divulgare alcun contenuto o
citazione dal video, poiché abbiamo deciso di non mandarlo in onda».

Dunque non avete intenzione di mandare in onda il video, ma non desiderate
nemmeno commentarlo?

No. Abbiamo giudicato il video secondo i nostri principi professionali, una
procedura che applichiamo a tutte le videocassette che giungono in
redazione: viene valutata l'attendibilità della fonte da cui riceviamo il
materiale e il contenuto informativo aggiuntivo che le immagini danno alla
notizia. C'è una commissione editoriale guidata dal direttore generale che
ha il compito di esaminare le videocassette. Le giudichiamo sempre dopo
un'attenta valutazione caso per caso e tenendo conto del fattore umano.
Ripeto: il video dell'uccisione dell'ostaggio italiano non aggiungeva in
nessun modo alcun valore informativo alla tragica notizia.

E la frase riportata da tutti i giornali italiani: «Ti faccio vedere come
muore un italiano»?

Non lo so. Non so da dove viene, non posso confermare né smentire la sua
attendibilità. Quello che posso confermare è che Al Jazeera non ha
divulgato alcuna citazione a nessun media italiano o di qualsiasi altra
parte del mondo.

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italiani avete però creato la notizia, diventando in qualche modo parte
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avvenimento. Se svolgendo il nostro compito di giornalisti fossimo anche
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Ma come arrivano le cassette da voi? Chi le trova?

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No in realtà. Il nostro pubblico sfortunatamente vede molte morti e
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preso da tutto questo.

Quindi la polemica sulla messa in onda del video è una questione solo
occidentale, anzi italiana?

Direi piuttosto che è un problema umano. Ma temo che l'impressione generale
dell'opinione pubblica nel mondo arabo sia che gli ostaggi italiani, a
differenza di quelli giapponesi, fossero coinvolti in modo diverso nella
guerra in Iraq. L'impressione generale è che fossero una sorta di
«mercenari», forse per questo c'è stata un'attenzione diversa a proposito
di questa vicenda.


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