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STOP AL TRATTATO DI ASSOCIAZIONE DI ISRAELE ALL'UNIONE EUROPEA
Il 3 maggio manifestazioni sotto le rappresentanze diplomatiche dell'Irlanda
All'inizio di maggio, a Dublino, i ministri degli esteri dell'Unione
Europea dovranno decidere il rinnovo del Trattato di Associazione
Commerciale tra UE e Israele. Come è noto, l'Unione Europea
rappresenta tuttora il primo partner commerciale di Israele.
L'escalation avviata dal governo Sharon contro il popolo palestinese e la
sua aspirazione ad uno Stato indipendente e pienamente sovrano, dimostra
ogni giorno che l'obiettivo è quello di liquidare definitivamente la
questione palestinese e di realizzare il progetto della "Grande Israele".
La costruzione del Muro dell' Apartheid (condannata dalle Nazioni Unite),
la politica degli omicidi mirati contro i dirigenti palestinesi, l'assedio
permanente alle città e alle autorità palestinesi, le quotidiane incursioni
dei militari israeliani, la demolizione di case e la confisca di terre e
risorse idriche, confermano la volontà del governo israeliano di impedire
qualsiasi soluzione negoziata al conflitto che vede la popolazione
palestinese opporsi all'occupazione coloniale israeliana. Si creano così le
condizioni per una esasperazione del conflitto, che continua a mietere
vittime tra la popolazione palestinese ed in quella israeliana.
Questo progetto può e deve essere fermato. Una forte crisi economica,
sociale e morale investe la società israeliana, in cui sta crescendo la
militarizzazione e si accentua l'ossessione della sicurezza. Rivelatori
del disagio creato da questa situazione di guerra permanente sono il
crescente numero di soldati e ufficiali che rifiutano di essere strumento
dell' occupazione militare dei territori palestinesi e lo sciopero generale
- dopo più di un ventennio - convocato dai sindacati contro le misure
antipopolari del governo Sharon. Le spese per la difesa e per gli
insediamenti coloniali continuano infatti a rappresentare una quota
rilevante dell' economia israeliana.
Il governo israeliano deve sentire il peso della condanna internazionale
contro la sua politica. Un sistema di sanzioni commerciali e diplomatiche -
così come fatto per il Sudafrica dell'apartheid negli anni Ottanta - si
rivelerebbe efficace per costringere le autorità israeliane a porre fine
all'oppressione coloniale dei Palestinesi.
Per questo chiediamo che l'Unione Europea sospenda il Trattato di
Associazione Commerciale
con Israele fino a quando non cesserà la politica di oppressione dei
diritti dei palestinesi, a cominciare dallo smantellamento del Muro
dell'Apartheid di cui il 30 giugno prossimo ricorre il primo anniversario
dell'inizio della costruzione.
Qualora l'Unione Europea non intenda dare seguito a questo appello, la
società civile europea nelle sue articolazioni associative, sindacali,
culturali e politiche avvierà nuovamente la campagna di boicottaggio
dell'economia di guerra israeliana, boicottando i prodotti israeliani sul
mercato europeo e le aziende europee che investono sul mercato israeliano.
Le associazioni riunite nell'assemblea del 2 aprile a Roma, invitano a
tutte le forze politiche, sindacali e dell'associazionismo a farsi carico
di questo appello e ad organizzare iniziative per il 3 maggio sotto le
rappresentanze diplomatiche dell'Irlanda - presidente di turno dell'UE -
tese a raggiungere l'obiettivo della sospensione del Trattato di
Associazione Commerciale tra Unione Europea ed Israele.
Roma, 2 aprile 2004
Forum Palestina, Comunità Palestinese di Roma e del Lazio, Comitato di
Solidarietà con l'Intifada, Associazione Amici della Mezzaluna Rossa
Palestinese in Italia, Associazione Jenin, Comitato per non dimenticare
Sabra e Chatila, Campagna contro il Muro dell'Apartheid
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