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Comunicato stampa "Un'altra falsa notizia...."



Comunicato stampa
                 Un'altra falsa notizia. È in vigore la normativa sulle
"trasmissioni in kurdo"!

    La normativa sulle trasmissioni in kurdo e nei suoi dialetti finalmente
è in vigore dopo essere stata approvata dal Comitato superiore per le
trasmissioni radio-televisive (RTUK). È entrato in vigore con pubblicazione
sulla Gazzetta Ufficiale detta Normativa del RTUK sulle "Trasmissioni TV e
radio in dialetti e le lingue diverse". Questa nuova normativa oltre a
lasciare in un angolo i criteri di Copenhagen, è contraria anche ai
principi democratici e alla libertà d'espressione, cioè ai più elementari
diritti umani.

    La normativa prevede anche i tempi di programmazione e gli argomenti
delle trasmissioni che potranno essere effettuate in lingue diverse dal
turco, escludendo però da essa le radio e le TV regionali.
Basta a capire con quale mentalità tale normativa è stata emanata gettare
un semplice sguardo ad alcuni punti di essa che andiamo ad elencare sotto:

- per effettuare trasmissioni in kurdo si deve fare richiesta al RTUK
indicando tema e durata della trasmissione;
- le trasmissioni televisive effettuate in lingue e dialetti diversi
dovranno indirizzarsi solo agli adulti;
- le trasmissioni saranno limitate alla musica e alle informazioni
culturali e tradizionali (quindi non potranno riguardare politica,
argomenti sociali ed educativi);

- non si potrà istruire in lingua kurda (non potranno effettuarsi
trasmissioni d'insegnamento della lingua);
- le trasmissioni audio, secondo la normativa, non potranno superare la
durata di un'ora per giorno;
- le trasmissioni video, invece, possono durare solo 45 minuti per giorno;

- la normativa, prevede l'obbligatorietà di tradurre oppure sottotitolare
in turco tutto quello che viene trasmesso (quindi durante le trasmissioni
saranno necessari i sottotitoli oppure la traduzione simultanea);

- nelle radio, si deve trasmettere la traduzione in lingua turca, subito
dopo quella trasmessa in altra lingua.
La Turchia, che vuole diventare membro dell'UE, pensa che con queste false
leggi stia adempiendo all'applicazione dei Criteri di Copenhagen e le
propone all'opinione pubblica mondiale come se fossero sviluppi di grande
portata. Anche questa legge dimostra come in Turchia esista una mentalità
di negazione. Tutto ciò deve cambiare. È per questo, che chiediamo all'UE
di entrare nel merito di queste false pratiche e dimostrarsi decisa a far
risolvere il problema kurdo tramite mezzi democratici e pacifici.

Roma, 27 gennaio 2004



UIKI-Onlus (Ufficio d'Informazione del Kurdistan in Italia)

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