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Israele, 4 gennaio: processo a 5 refuseniks
- Subject: Israele, 4 gennaio: processo a 5 refuseniks
- From: gianvito <gpadula@apg23.org>
- Date: Wed, 7 Jan 2004 11:38:43 +0100
Cari amici,
vi giro la relazione ricevuta da una nostra volontaria che ha seguito per
conto della ns. associazione il processo a 5 obiettori israeliani.
Per ulteriori informazioni potete contattare
Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII
Servizio Obiezione e Pace
Gianvito Padula
Via della Grotta Rossa n.6 , 47900 - Rimini
tel 0541/753619 - 752130
fax 0541/751624
Grazie,
Gianvito
06-01-2004
Cinque obiettori di coscienza condannati ad un anno di prigione
Tel Aviv - Il 4 Gennaio 2004, la Corte Militare di Jaffa ha condannato ad
un anno di prigione cinque obiettori di coscienza che rifiutano di arruolarsi
nell'esercito israeliano. Un anno di prigione che si aggiunge al periodo
di detenzione, di oltre un anno, gia' scontato dai giovani ragazzi.
Haggai Matar, Noam Bahat, Shimri Tsameret, Adam Maor e Matan Kaminer,
chiamati alle armi nell'autunno del 2002 e sotto processo dinanzi la Corte
Marziale dal Marzo 2003, rifiutano di prestare servizio militare perche'
contrari all'occupazione. Essi oppongono il proprio rifiuto di svolgere
servizio militare sia nei Territori Occupati che altrove: ''qualunque azione
posta in essere in seno all'esercito ha a che fare con l'occupazione'',
spiega infatti Haggai Matar.
''Il Paese sta affrontando un periodo di lotta e di terrore in cui molti
hanno perso la vita'' ha detto il Giudice scorrendo la sentenza. ''Questo
periodo richiede una particolare unita' sociale che i renitenti alla leva
stanno compromettendo''. ''La liberta' di coscienza deve essere bilanciata
con altri interessi, primo fra tutti la sicurezza dello Stato'' aveva
affermato lo stesso durante la scorsa udienza, ''concedere l'esenzione dal
servizio militare ai cinque significa mettere in pericolo l'intero Paese''.
''Inoltre'' aveva detto la Corte ''nel tentativo di coinvolgere altri giovani
e l'opinione pubblica, i cinque stanno compiendo un'azione di disobbedienza
civile volta a cambiare la politica del Governo, piuttosto che un atto di
coscienza''.
''La condanna ad un anno di prigione vuole essere un avvertimento, una
punizione esemplare'' sostiene Anat Matar, madre di Haggai.
''Se pensano che questa decisione possa scoraggiare il movimento dei
refusenik'' hanno dichiarato i cinque alla fine del processo ''si sbagliano!
Avremmo potuto opporci al servizio militare in silenzio, e ottenere
l'esenzione facilmente. Abbiamo scelto invece la strada piu' difficile
gridando ad alta voce il nostro rifiuto, e di questo siamo orgogliosi''.
Nel frattempo, da piu' parti si levano voci in supporto dei giovani
obiettori: il parlamentare israeliano Roman Bronfman ha scritto una lettera
indirizzata al Generale Gil Regav, capo della dipartimento delle risorse
umane dell'esercito isareliano, chiedendo di commutare la condanna ad un
anno di prigione in servizio civile, cosi come richiesto piu' volte dai
cinque. ''Mettere in prigione questi giovani non contribuisce al benessere
dello Stato d'Israele'' ha affermato il deputato in un articolo comparso nel
quotidiano Haaretz, ''e' tempo di sfruttare le loro abilita' in modo
alternativo, permettendo loro di svolgere servizio civile per un periodo
corrispondente a quello del servizio militare''.
''Essere pronti ad uccidere quando viene dato l'ordine o prendere parte
ad un'occupazione che viola la dignita' umana, sono atti di profonda
rilevanza per chi li compie'' sostiene Joseph Raz, professore di filosofia
della legge presso l'Universita' di Oxford. ''Per questo, il diritto
all'obiezione di coscienza nei confronti di tali atti deve avere la
precedenza sull'obligazione legale di realizzarli''.
I ragazzi inizieranno a scontare la loro pena mercoledi prossimo nella
prigione Athlit. Una manifestazione di solidarieta' e' stata organizzata per
il 10 Dicembre di fronte la prigione.
Quanto all'altro processo in corso, quello contro il pacifista Yoni
Ben-Artzi, non e' stata ancora pronunciata la pena. La sentenza di condanna
era stata emessa lo scorso 12 Novembre.
M.M. volontaria in servizio civile internazionale presso l'associazione Papa
Giovanni XXIII
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