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8 idee per la pace in Iraq



8  idee per la pace in Iraq

E' opinione comune che al punto in cui l'Iraq è arrivato a seguito della
guerra e  dell'occupazione il  puro e semplice ritiro delle forze militari
non è sufficiente per garantire un processo di autodeterminazione che sia,
come auspicabile, pacifico.

Ribadiamo la nostra convinzione che:
- solo il ritiro degli eserciti e delle basi militari può  avviare un
processo di autodeterminazione che possa chiamarsi tale e portare alla pace;
- solo  agli iracheni deve essere lasciata la decisione sulle forme che il
processo di autodeterminazione deve assumere

e che pertanto il ritorno alla legalità internazionale, con il ritiro degli
eserciti, non può essere nè rinviato, né sottoposto a condizioni.

Intendiamo offrire queste alcune idee che riteniamo possano  essere la base
delle iniziative di  forze politiche, istituzioni o movimenti desiderosi di
contribuire ad un futuro di pace per il popolo iracheno e per il medio
oriente.

Ci sembra che il processo di autodeterminazione della popolazione irachena
sarebbe facilitato se si realizzassero, con il concorso di chi può, le
condizioni che seguono. I primi quattro punti riguardano la forma del
processo di autodeterminazione, i secondi quattro i contenuti:

1.	Tutte le parti politiche, religiose, etniche, tribali irachene che
compongono il complesso mosaico sociale della Mesopotamia dovrebbero avere
la stessa opportunità di partecipare al processo di autodeterminazione a
prescindere dalla posizione assunta dopo la caduta del regime
(partecipazione al Governing Council o meno, sostegno alla resistenza
armata o meno).

- Ciò attualmente non avviene: nel Governing Council vi sono parti nominate
dagli Usa ed altre escluse. Il Governing Council dovrebbe essere abolito.
- Anche la pratica della resistenza armata può tendere a precostituire
posizioni di forza o escludenti nei confronti di altre parti politiche.
- La fine delle discriminazioni e la ricerca del dialogo tra le parti
irachene dovrebbe essere la prima preoccupazione di chi voglia sostenere la
autodeterminazione pacifica.
- Questo dialogo può essere favorito in diversi modi uno dei quali è il
distinguere tra terrorismo e resistenza non negando legittimità alla
seconda a causa della esistenza del primo
L'Italia potrebbe offrire il proprio territorio come luogo neutrale ove le
diverse componenti della società irachena possano incontrarsi
2.	Le elezioni politiche dovrebbero tenersi al più presto in quanto
solo un processo elettorale, anche imperfetto, può dare legittimità ad un
governo iracheno
- si parla invece di un governo provvisorio nominato da persone nominate
dalle autorità di occupazione e di elezioni solo a fine 2005
- il censimento della popolazione, necessaria premessa al processo
elettorale non sono nemmeno state programmate
L'Italia potrebbe mettersi a disposizione per realizzare e finanziare il
censimento della popolazione
3.	Il processo di confronto politico e di gestione della transizione
tra le parti irachene dovrebbe  essere garantito da una terza parte
ritenuta neutrale da tutte le parti irachene e da esse invitata. Essa
dovrebbe impegnarsi a lasciare il paese  qualora ciò venga richiesto da un
organo  eletto.
- tali non potrebbero essere con tutta evidenza i paesi che già hanno
partecipato alla guerra, alla occupazione ed i paesi confinanti
- l’Onu potrebbe svolgere questo ruolo su richiesta irachena. E' probabile
che una forza di garanzia composta da paesi non allineati  sotto comando
Onu sia la soluzione più accettabile. Anche l'Unione Europea potrebbe
svolgere un ruolo in questo  senso se tutti i paesi prendessero le distanze
dalla occupazione militare
- la forza di garanzia dovrebbe farsi carico della sicurezza dei cittadini
e dell'accompagnamento neutrale del confronto politico tra le forze irachene
L'Italia potrebbe proporre in sede europea e in sede Onu la costituzione di
tale forza neutrale
4.	I paesi confinanti si dovrebbero astenere dall’intervenire negli
affari interni iracheni
- si potrebbe convocare una conferenza dei paesi confinanti nella quale
questi dichiarino il proprio rispetto per il processo di autodeterminazione
iracheno 
- l’Iraq potrebbe ammettere errori del passato (attacco all’Iran e
invasione del Kuwait) per favorire una condizione di fiducia 
- parimenti se si chiederà all'Iraq, almeno per una prima fase, di non
procedere ad un proprio riarmo si dovrebbe ribadire l’obiettivo del disarmo
complessivo di tutto il Medio Oriente, già enunciato fra l'altro nel par.
14 della risoluzione 687 del Consiglio di Sicurezza dell'Onu.
L'Italia potrebbe avviare iniziative diplomatiche in questo senso
5.	Non dovrebbero essere precostituiti risultati sul terreno della
forma dello stato, del suo carattere in tema di religione, della piena
disponibilità delle risorse naturali, della  presenza militare straniera. 
- Il soggetto che accompagna il processo dovrebbe dichiarare di accettare
qualunque decisione in merito venga presa dagli iracheni.
6.	Le risorse naturali irachene, in particolare il petrolio e l’acqua,
il sistema produttivo pubblico, il sistema sociale e il sistema economico
non dovrebbero essere modificate prima dell' effettivo insediamento di un
Governo legittimo.
- E' invece in corso una revisione dei contratti per lo sfruttamento del
petrolio, la privatizzazione delle imprese pubbliche e una riforma del
sistema sociale, economico e bancario. 
- Le ordinanze del governatore Bremer che riguardano questi aspetti
dovrebbero essere annullate perché la autodeterminazione non venga
svuotata. 
L'Italia  non dovrebbe alimentare la partecipazione delle proprie imprese
alla privatizzazione delle aziende irachene
7.	La comunità internazionale dovrebbe impegnarsi a contribuire
economicamente alla ricostruzione delle strutture essenziali e il debito
estero iracheno dovrebbe essere annullato o sostanzialmente ristrutturato.  
- tale sostegno potrebbe essere in un primo momento attraverso il
finanziamento di programmi delle agenzie delle Nazioni Unite e non appena
possibile attraverso il sostegno diretto al governo iracheno
- i paesi che hanno attaccato l'Iraq dovrebbero essere chiamati al
pagamento dei danni di guerra
L'Italia potrebbe destinare a ciò i fondi risparmiati con il ritiro delle
truppe e impegnarsi a abolire il debito iracheno non appena insediato un
governo legittimo
8.	I conti con la propria storia dovrebbero essere fatti dagli iracheni
- la caccia all'uomo, le epurazioni e i processi sommari nei confronti di
esponenti del vecchio regime di cui sono protagonisti gli Stati Uniti non
sono legittimi
- ad un governo legittimo dovrebbe essere lasciata la decisione sulla
riforma del sistema penale e sui modi con cui sanzionare i crimini del
passato regime verso il proprio popolo, salvo la competenza del Tribunale
Penale Internazionale.