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Il COS in rete




LA MARCIA DI TUTTI




I telegiornali del regno di berlusconia, che domenica 12 ottobre 2003 hanno aperto i notiziari serali con i vincitori italiani alle corse di automobili e di motociclette, hanno preso tre piccioni con una favetta.

Hanno obbedito alla regola di omaggiare il pubblico numeroso che li segue e che preferisce le corse dei motori ai fatti seri.

Hanno adempiuto al loro compito di distrarre animi e menti dei giovani con eventi competitivi e giocosi, distogliendoli dai problemi che potrebbero renderli pericolosi per la stabilità del regno.

Hanno reso felice il re e i cortigiani, minimizzando il successo della Marcia Perugia-Assisi, un’iniziativa che aveva coinvolto nella stessa giornata centinaia di migliaia giovani nel nome della pace, della giustizia, della solidarietà fra i popoli, della nonviolenza, salutata e benedetta da due vecchietti, il Papa e il Presidente Ciampi, ignari del significato comunista nascosto dietro quelle bandiere multicolori.

Ancora una volta la Marcia ha confermato l’intuizione di Capitini sulla capacità di coinvolgere moltitudini e di diffondere tra loro le parole della nonviolenza e della pace.

Si è confermata pure l’opportunità che la Marcia offre alla partecipazione di tutte le idee, di tutte le voci al coro che si leva in onore di grandi ideali.

Non esiste, nella Marcia, la possibilità e il pericolo di soggiogarla e strumentalizzarla, caratteristica sempre sfuggita agli improvvidi oppositori, sin dal lontano 1961, che si sono sempre ridicolizzati con accuse di appartenenza, rivelatesi sempre prive di fondamento.

La Marcia è una delle tecniche di nonviolenza più semplici e più efficaci; anche se il paesaggio umbro e la meta di Assisi sono irripetibili a livello mondiale, i nonviolenti dovrebbero promuoverle dappertutto e più spesso, come fanno i cattolici, per educare alla nonviolenza il maggior numero di persone possibile.