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Galli della Loggia non sa con chi prendersela



[Ecco il suo editoriale. Divertente, però, il "nostro" ammette che le cose
non sono andate come pensava lui ma anche gli altri non sanno che dire...
pensa. Perché lui ora che propone?
MT]


domenica, 16 novembre, 2003

GUERRA DOPOGUERRA

Pag. 001.014

LA BATTAGLIA CHE VA COMBATTUTA

TERRORISMO. dopo strage di Nassiriya

Galli della Loggia Ernesto

È un dovere d' onestà ammetterlo: la guerra contro Saddam Hussein non è
andata come s' immaginavano coloro che otto mesi fa l' hanno auspicata e
appoggiata (tra cui chi scrive). Infatti, il risultato importante della
fine di una dittatura sanguinosa e di un regime destabilizzante com' era
quello del despota iracheno non si è accompagnato al risultato,
politicamente decisivo e proprio perciò più auspicato, di un colpo duro,
durissimo, assestato al terrorismo islamico. Ciò non è accaduto, e la cosa
risulta evidente come non mai oggi, all' indomani del terribile uno-due
rappresentato dall' attentato al contingente italiano di Nassiriya
immediatamente seguito da quello di ieri alle sinagoghe di Istanbul per un
totale di circa cinquanta morti.     Ma il fatto che probabilmente abbiano
avuto torto i sostenitori dell' attacco anglo-americano all' Iraq non
significa che allora erano nel giusto coloro che si opponevano a quell'
attacco. Non lo erano otto mesi fa come non sembrano esserlo oggi per la
buona ragione, mille volte ripetuta, che nelle circostanze attuali la
«pace», o meglio il no alla guerra, non è una politica, quando invece il
terrorismo internazionale proprio di fronte a scelte politiche di altissimo
profilo pone l' intero Occidente.     Il problema, il nodo ineludibile è
appunto questo terrorismo, vale a dire l' esistenza di un vasto disegno,
ricchissimo di fascino ideologico-culturale, di risorse finanziarie, di
determinazione e di capacità organizzative, il quale mira a impadronirsi di
fatto di un mondo islamico esteso su tre Continenti e che conta ben oltre
un miliardo di fedeli; mondo islamico i cui governi, è bene ricordarlo,
appaiono peraltro quasi tutti incapaci, se lasciati a se stessi, di opporre
una vera resistenza.     Se si ammette che le cose stanno così, che la
minaccia terroristica - di cui Al Qaeda è solo una incarnazione - è una
minaccia reale gravante su almeno una trentina di Paesi ma pronta di lì a
rivolgersi in ogni istante anche contro l' Occidente (come dimostrano gli
attentati alle Torri Gemelle e alla discoteca di Bali), allora sorge ovvia
la domanda: gli Stati Uniti e l' Europa devono cercare o no di contrastare
in tutti i modi il terrorismo di matrice islamica? Deve essere questo o no
l' obiettivo primario della loro politica estera? E quali devono essere gli
strumenti e soprattutto i modi di tale contrasto?     Proprio a questa
ultima decisiva domanda, però, gli avversari della guerra «americana» in
Iraq si guardano bene in genere dal rispondere. Ammettiamolo, l' attacco
Usa non ha prodotto i risultati attesi, ammettiamo pure che fosse
sbagliato: ma allora? Cosa bisogna fare allora? Cosa bisogna fare oggi in
Iraq, in Turchia, in Marocco? I critici degli Usa e dell' appoggio italiano
a Washington, coloro che oggi reclamano una «svolta», se costretti a
esprimersi in senso positivo, si limitano perlopiù a fare una questione
solo di strumenti, a insistere cioè sulla necessità di un ruolo prevalente
dell' Onu, sulla necessità di una presenza dell' Europa e di un approccio
multilaterale. Parlano insomma del come, ma sul punto essenziale del che
cosa tacciono. Va bene: sono stati e sono contro l' uso dello strumento
militare, contro la linea dura, se così la si può chiamare: ma perché
continuano a non dirci in quale direzione alternativa bisognerebbe allora
muoversi? quale strategia bisognerebbe allora adottare, quale azione
concreta? Eloquenti nell' essere contro, non sanno darci però indicazioni
sul che fare davvero contro il terrorismo. Fino al punto da far nascere il
sospetto che non lo sappiano neppure loro o, peggio, che in fin dei conti
la cosa non gli interessi poi troppo.    Ernesto Galli della Loggia


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