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Caduti a An-Nasiriyah; dopo il clamore, cosa resta?




Ieri, 18 novembre 2003 giornata di lutto nazionale, anche noi (e sicuramente 
solo noi) genitori di un militare caduto in servizio di leva in tempo di 
pace; abbiamo rispettato il silenzio in un giorno di rinnovato dolore, 
restando nella nostra citta' e nonostante il freddo ed i sintomi di una 
galoppante forma influenzale, sulla tomba di nostro figlio: l'Alpino Roberto.
Ma se noi abbiamo rispettato il dovuto silenzio, altrettanto non hanno fatto 
altri.
Nel grande evento mediatico che doveva essere solo di cordoglio, ci e' toccato 
vedere e sentire tanto e di tutto, tanto da restare inorriditi.
Abbiamo visto lacrime vere e lacrime false.
Abbiamo visto scene di dolore vero e scene di finto dolore.
Abbiamo visto lacrime che non c'erano "asciugate" solo quando inquadrati dalle 
telecamere, e lacrime che non c'erano in abbracci di prammatica a familiari e 
genitori di questi nuovi martiri.
Abbiamo sentito "dibattiti-scontri" fra uomini politici di pura guerriglia 
politica pari a faide paesane.
Tutte quelle emittenti televisive che avevano promesso un moderato silenzio, 
rispettoso del lutto nazionale e del dolore delle famiglie colpite, non hanno 
ne' taciuto ne' tenuto il rispettoso contegno promesso; d'altronde in quel 
grande circo, lo spettacolo deve continuare. E quale spunto migliore per 
litigare se non sulla morte di 18 nostri figli  con addosso una uniforme?
Altro che unita' nazionale. Altro che rispetto per i caduti. Altro che 
silenzio dignitoso.
Gli unici dignitosi si dimostrarono solo i familiari affranti.
Dibattiti, e pseudo dibattiti con politici e politologi. Politici portatori di 
otite cronica, sordi ad ogni appello dei loro cittadini elettori, e affetti 
da "smemorandum cerebrarum": forme piu' o meno radicate di alzhaimer quando 
si tratta di mantenere le promesse fatte in campagna elettorele, e bravi solo 
ad urlare piu' forte degli avversari non avendo argomenti validi da esporre.
Abbiamo visto e sentito politologi, sociologi e giornalisti (molti di parte) 
impartir lezioni di vita e di amor Patrio; di dovere, di sacrificio e 
addirittura  con la presunzione di comprendere l'altrui dolore!
Nessuno che si sia sognato di sentire un genitore di un militare caduto per la 
Patria in tempo di pace.
Eppure questi non mancano, sono tanti e i Loro nomi sono noti: gli Scieri, i 
Donadoni, i Poggiali, i Vacca, i Milano, i Passarelli, gli Alpi, oltre a noi, 
naturalmente, ed altre 10 mila familiari di Fedeli Servitori di tutte le Armi 
caduti in tempo di pace.
Tutti martiri come quelli di cui ieri si sono celebrate le esequie. Martiri e 
non eroi
Nomi di martiri caduti che piu' volte chiamammo all'appello, anche davanti al 
Parlamento in Piazza Montecitorio a Roma, sia il 24 settembre 2002 e il 24 
settembre 2003; senza sentire mai un Presente!
E non ci si limita solo a cio', non si riesce mai ad ottenere giustizia e 
senza ottenere risposte; confermando cosi' tutta l'ipocrisia del nostro 
popolo.
Spenti i riflettori, superata la giornata del silenzio, tutto e tutti verranno 
dimenticati !
Ma anche noi genitori in lutto, spenti i riflettori e ritirate le comparse, 
torneremo a protestare, cosi' come facemmo martedi' 12 u.s. appena saputa la 
tragica notizia, davanti alla Prefettura di Milano, laddove una Conferenza 
Stampa su un residuato bellico ritrovato durante dei lavori di scavo, indetta 
dal Prefetto Bruno Ferrante a cui chiedemmo un breve incontro, si nego' 
dirottandoci ad altro funzionario, e dove tutta la Stampa lombarda presente 
ci ignoro' tranquillamente, per starpparsi le vesti solo il giorno dopo. E 
adesso, cosa resta di tutto cio'?


CO.GE.MIL.
COMITATO GENITORI DI MILITARI
CADUTI IN  TEMPO  DI  PACE
Referenti: Angelo Garro   e   Anna Cremona
Via Castel Morrone 5      -     20129  Milano
Telefax 02.7389527    -   Cell. 338.9351886
E-mail: cogemil.caduti@libero.it