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Il paese, le passioni e l'ignoranza



  Il paese, le passioni e l'ignoranza

  Esiste un paese dove essere lucidi è quasi impossibile. E' quello in cui
viviamo come extraterrestri della logica. Un paese che parla all'unisono,
ha sentimenti all'unisono e risponde all'unisono come fosse addestrato e
organizzato a farlo. E forse, sotto sotto, lo è. Un paese in cui ogni
ragionamento, appena un po' fuori dal coro, viene seppellito da improperi e
insulti (in coro).

  Dove nessuno può dire che la politica di Sharon e, dunque, del governo
israeliano, è criminale perché si alza la marea che ti sommerge come
antisemita. Dove fanno un film brutto e noioso sul caso Moro, che non
aggiunge niente alla storia (anzi sottrae, ahimé) e al cinema, e tutti
devono mettersi sull'attenti per osannare il capolavoro. Tanto che Leone
figlio (degno di tanto padre) a nome di Rai Cinema, minaccia il Festival
del cinema di Venezia per non aver dato il Leone d'oro a 'sto capolavoro
del buonismo retorico pacificatore.

  Ma di che cosa? E perché doveva prendere un premio un film così mediocre
e con il coraggio di una pecora di fronte al lupo? Perché lo ha deciso il
ministero dei Lavori pubblici? Questa la realtà in cui viviamo. Un paese
dove governa uno che ha fatto i soldi non si sa come, che ha ottenuto leggi
ad hoc, non si sa come, che nonostante possa aver solo due televisioni
nazionali ne tiene accese tre e se ne fotte (e ci fotte...).

  In questo paese sale in cattedra il re del falso in bilancio e delle
leggi da sartoria, cucite su misura, è insegna l'etica. E la gente? Esprime
il massimo del concetto democratico con il televoto per l'isola dei famosi.
In questo paese, non dimentichiamolo, una scadente classe politica è stata
salvata e traghettata nei terribili anni Ottanta sul sangue innocente di un
uomo, Aldo Moro. Un paese che chiama legge-Biagi, una qualunque legge che
mortifica la situazione dei lavoratori solo perché quel pover'uomo è morto
ammazzato sotto i colpi delle Br. Ancora sangue dunque.

  Un paese che ritrova la sua unità il suo patriottismo e, soprattutto, la
cieca fedeltà agli Stati uniti, per il sangue innocente versato da quei
poveri militari mandati al massacro in Iraq.

  Mandati a morire in una missione anticostituzionale, sotto la bandiera
delle truppe occupanti. E la gente? Invece di inveire e riscattare la
propria dignità di paese sovrano che cosa fa? Istigata dai media confonde
il cordoglio e il sangue innocente con un senso di riscatto dell'identità e
l'eroismo.

  Ultima chicca? L'ineffabile Luttwak, un odioso stratega del nulla,
presenzialista in Rai per motivi a noi ignoti. Che spiega che cosa sia la
democrazia, lui, uno che ha scritto "Teoria del colpo di Stato" per dire
come gli Stati uniti e la Cia si debbano comportare laddove vedono in
pericolo la propria supremazia. Parlando di paesi sovrani e democratici.
Tipo l'Italia, per esempio...

  Bene, uno stratega del doppio stato e della doppia legalità, in cui la
democrazia è una finzione scenica e le elites decidono, ha diritto di
parola davanti alla platea televisiva ignara. Non si può. Fuori dunque le
bandiere, ma fuori anche il coraggio di dissentire e farsi sentire.

  di Cip

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