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"Balle spaziali" sull'Iraq
UNO. 17 italiani uccisi. Berlusconi: "forse era inevitabile"
DUE. Strage di civili iracheni (chi l'ha vista?)
TRE. "Balle spaziali" sull'Iraq: Benni da non perdere
QUATTRO. 17 italiani uccisi: Comunicato di Emergency
UNO. 17 italiani uccisi. Berlusconi: "forse era inevitabile"
http://www.ansa.it/settori/webnews/20031112155732752947.html
DUE. Strage di civili iracheni
Almeno cinque civili iracheni sono rimasti uccisi e altri tre o quattro feriti in una sparatoria
avvenuta nella tarda serata di ieri all'entrata di Fallujah, una cinquantina di chilometri
a ovest di Baghdad, quando i soldati statunitensi hanno aperto il fuoco su un camion. (...)
Le truppe Usa avevano eretto fuori città un posto di blocco per intercettare malviventi che
da tempo sottraevano acciaio da una fabbrica nei paraggi: a quanto pare hanno scambiato i
passeggeri del camion per ladri, e si sono messi a sparare all'impazzata senza preavviso. (...)
Le autorità militari della coalizione non tengono il conto del numero dei civili iracheni uccisi,
ma fonti locali affermano che sono centinaia le vittime del "grilletto facile" dei soldati americani.
http://www.rainews24.it/Notizia.asp?NewsID=43372#
TRE. "Balle spaziali" sull'Iraq: Benni da leggere!
http://www.ilmanifesto.it/oggi/art10.html
(se il link non e' piu' valido andare su www.ilmanifesto.it 12 novembre)
QUATTRO. Il dolore e la riflessione di Emergency
In Iraq sono stati assassinati militari italiani.
Per la condivisa appartenenza a uno stesso paese, il fatto ci colpisce molto più da vicino di
altri fatti identici.
Ma ogni volta che un essere umano muore per volontà, per decisione e ad opera di un
altro essere umano ci assale lo sgomento che si prova di fronte all´assurdo.
«La guerra è questo», si dirà. Ed è vero. Ma questa constatazione non può essere
un motivo di rassegnazione.
«La guerra è questo» significa che quando si decide di fare una guerra o parteciparvi
si preparano il crimine e la morte. Non una morte inevitabile, che è offesa e sfida
per ogni essere umano, ma una morte che per alcuni ha il sapore di un successo,
di un obiettivo perseguito e raggiunto.
Non ci sarebbe rispetto né umanità nel ridurre l´esistenza stroncata di persone,
il dolore dei loro congiunti, il dolore di tutti, ad argomento di una parte in una contrapposizione.
Lo stretto contatto con il limite estremo che la morte,
la sofferenza e la disperazione costituiscono può e deve provocare la riflessione di tutti,
non la polemica di alcuni.
Nessuno può ridurre questo avvenimento a dimostrazione di una tesi.
Sarebbe insensato sentirlo come la prova di avere o avere avuto ragione.
Dobbiamo tutti prendere atto che si è al di fuori della ragione,
quando i rapporti tra esseri umani si esercitano con la forza, con le armi, con l´uccisione.
La guerra è questo: è morte e dolore evitabili e voluti, un´assurda disumanità
non commisurabile con nessuna difficoltà, con nessun problema.