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La disobbedienza non si arresta - comunicato stampa



Alla c.a. organi di informazione

Questa mattina alle ore 6.00 le forze dell'ordine hanno notificato a Max
Gallob di Padova, Michele Valentini di Venezia e a Tommaso Cacciari di
Venezia l'ordine di arresti domiciliari, per i fatti legati alla vicenda
dell'inaugurazione del "Piazzale ai caduti dalmati e giuliani delle Foibe"
avvenuta a Marghera lo scorso 28 settembre, per decisione
dell'Amministrazione comunale.
Il provvedimento, su richiesta dal p.m. della procura veneziana maria Rosa
Micucci il gip Maria Carla Maiolini ha predisposto la limitazione delle
libertà personali dei tre compagni.
L'iniziativa della magistratura avviene nella giornata dello sciopero
generale indetto da FIOM, da CUB - Rdb e di iniziative per la
generalizzazione dello stesso.
Questa limitazione delle libertà personali arriva all'apice di una campagna
di criminalizzazione del movimento iniziata qualche settimana fa con la
notifica dell'avviso orale dell'articolo 1 ossia "pericolosità sociale" a
diciotto militanti del movimento dei/delle disobbedienti del nordest da
parte della questura.

"Questa accusa che viene rivolta a Max, Michele e a Tommaso è un'accusa
fittizia, oltre ad essere falsa è in realtà una scusa che viene presa tra
le tante possibili che hanno a disposizione perché ci hanno riempito di
denunce e processi in questi anni e in questi mesi, hanno l'imbarazzo della
scelta su quale scusa prendere per applicare un provvedimento di tipo
fascista nei confronti di punti di riferimento dei movimenti tra Padova e
Venezia.
E' quanto hanno fatto questa mattina, hanno arrestato i portavoce del cso
Pedro, del cso Rivolta e del Lab. Morion.
E' un attacco politico operato per mano giudiziaria, come sempre avviene,
ai disobbedienti e che segue un clima di criminalizzazione più generale che
ha visto soprattutto a Venezia e a Padova la destra contro di noi e che
guarda caso, questa mattina, giorno dello sciopero generalizzato, sono
partiti provvedimenti che hanno il sapore della rappresaglia politica,
dell'intimidazione anche perché parlano di fatti avvenuti più di un mese fa
per cui non è assolutamente previsto l'arresto." Questo il primo commento
di Luca Casarini, che prosegue "
Il tentativo anche oggi è quello di non farci muovere, di impedire che ci
sia l'espressione delle iniziative e delle mobilitazioni. Il giorno non è
scelto a caso, credo che bisogna iniziare immediatamente una grossa
mobilitazione perché deve finire subito questo clima e devono finire le
persecuzioni nei confronti dei compagni e delle compagne che sono attivisti
politici del movimento dei/delle disobbedienti in questa parte d'Italia.
Oggi abbiamo un tema in più da mettere al centro di tutte le nostre
iniziative, oggi, come domani come tutti i giorni che seguiranno, perché
vogliamo la liberazione immediata dei compagni costretti ai domiciliari.
Vogliamo che finisca questo attacco politico nei nostri confronti."

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