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Rapporto sull'Afghanistan: nessuna sicurezza per le donne
- Subject: Rapporto sull'Afghanistan: nessuna sicurezza per le donne
- From: "Ufficio Stampa Amnesty " <press@amnesty.it>
- Date: Mon, 6 Oct 2003 12:58:25 +0200
Gent.mi tutti,
vi trasmettiamo il comunicato stampa della Sezione Italiana di
Amnesty International:
Rapporto di Amnesty International sull'Afghanistan:
nessuna sicurezza per le donne
Grazie per la cortese attenzione
Per ulteriori informazioni, approfondimenti ed interviste:
Amnesty International Ufficio Stampa
Tel. 06 44.90.224 cell. 348-6974361 e-mail: press@amnesty.it
COMUNICATO STAMPA
CS134-2003
RAPPORTO DI AMNESTY INTERNATIONAL SULL'AFGHANISTAN: NESSUNA GIUSTIZIA,
NESSUNA SICUREZZA PER LE DONNE
La comunità internazionale è venuta meno alla promessa di portare libertà e
uguaglianza alle donne afgane, ha dichiarato oggi Amnesty International
diffondendo un nuovo rapporto sull'Afghanistan.
"A quasi due anni di distanza la discriminazione, la violenza e
l'insicurezza rimangono assai diffuse, nonostante le promesse dei leader
mondiali, tra cui il presidente degli Stati Uniti Bush e il segretario di
Stato Colin Powell, che la guerra in Afghanistan avrebbe significato la
liberazione delle donne" - ha sottolineato l'organizzazione per i diritti
umani.
Il nuovo rapporto, intitolato "Afghanistan: nessuno ci dà ascolto, nessuno
ci tratta come esseri umani", denuncia il dramma delle donne, vittime di
numerosissimi casi di violenza domestica, matrimoni forzati e stupri
commessi dai gruppi armati. In alcuni casi, bambine persino di otto anni
vengono date in sposa a uomini assai più anziani.
"Questa situazione è inaccettabile e richiede un'azione immediata" - ha
dichiarato Amnesty International.
Il rapporto denuncia inoltre l'impossibilità, per le donne afgane, di
ricorrere alla giustizia. Nonostante l'abolizione delle norme che
limitavano la loro libertà di movimento, viene loro tuttora impedito di
cercare rimedi giudiziari a causa delle numerose barriere presenti nella
società e all'interno delle comunità. Anche quando riescono ad avvicinare
la polizia o un giudice, le donne subiscono una estrema discriminazione.
"L'attuale sistema penale semplicemente non ha intenzione o non è in grado
di affrontare il problema della violenza contro le donne. In questo momento
è più facile violare i diritti delle donne che proteggerli e sostenerli" -
si legge nel rapporto di Amnesty International.
Secondo l'organizzazione per i diritti umani, il governo dell'Afghanistan e
la comunità internazionale dovrebbero adottare immediatamente una serie di
misure per mantenere fede all'impegno di assicurare la giustizia alle donne
afgane. Più di ogni altra cosa, è necessario assicurare la sicurezza
attraverso il dispiegamento di una forza internazionale di peace keeping al
di fuori della capitale Kabul, in modo da creare un ambiente nel quale
possa essere ristabilito uno stato di diritto, in assenza del quale parlare
di protezione dei diritti delle donne non ha alcun senso.
Amnesty International chiede nuovamente alla comunità internazionale di
coordinare gli sforzi per integrare la protezione dei diritti delle donne
nel contesto della ricostruzione delle forze di polizia, delle riforme
legali e dell'istituzione degli organi giudiziari.
FINE DEL COMUNICATO
Roma, 6 ottobre 2003
Il rapporto "Afghanistan: No one listens to us and no one treats us as
human beings. Justice denied to women" è disponibile presso:
http://www.web.amnesty.org/library/index/engasa110232003
Alcuni fra i più recenti rapporti di Amnesty International sull'Afghanistan
sono disponibili ai seguenti indirizzi internet:
"Afghanistan: Re-establishing the rule of law"
http://www.web.amnesty.org/library/index/engasa110212003
"Afghanistan: Crumbling prison system desperately in need of repair"
http://www.web.amnesty.org/library/index/engasa110172003
"Afghanistan: Out of sight, out of mind: The fate of the Afghan returnees"
http://www.web.amnesty.org/library/index/engasa110142003
"Afghanistan: Police reconstruction essential for the protection of human
rights"
http://www.web.amnesty.org/library/index/engasa110032003
Per ulteriori informazioni, approfondimenti ed interviste:
Amnesty International Italia - Ufficio stampa
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