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La Comunità Papa Giovanni XXIII costretta a lasciare Riva del Garda ''per ragioni ideologiche e organizzative''



Ciao a tutti, vi scrivo per dirvi che sono molto dispiaciuto per quanto e' 
accaduto la scorsa settimana a Riva del Garda, dove 2 nostri fratelli della 
Comunita', di Modena, sono stati cacciati via dall'organizzazione in malo 
modo e con accuse assolutamente false.
Se diciamo di essere contro le discriminazioni, perche' siamo cosi' 
intolleranti al nostro interno?
Se diciamo di essere per la pace, perche' creare questi assurdi conflitti 
all'interno del movimento?
E dove sta andando il movimento? Ci sono alcune forze che vogliono dominare 
al suo interno? Non conviene fare una riflessione su cosa non va, prima di 
proporre nuove iniziative?....

Per chi non sapesse cos'e' successo, riporto di seguito la testimonianza di 
Claudio, che era presente sul posto, e il comunicato stampa che abbiamo 
inviato.
Saluti di pace (che deve crescere!)
                                                         Andrea Mazzi

>From: "CLAUDIO FERRARI" <rxhcfe@tin.it>
>To: "MAZZI" <apg23mo@comune.modena.it>
>Subject: Fw: MOVIMENTI - La Comunità Papa Giovanni XXIII costrett
>         a a lasciare Riva del Garda ''per ragioni ideologiche e or
>         ganizzative''
>Date: Tue, 9 Sep 2003 22:11:45 +0200
>X-Mailer: Microsoft Outlook Express 5.50.4133.2400
"Cara Carla,
ti invio la dichiarazione stampa fatta dalla Comunità Papa Giovanni 23 in 
occasione dell'avvenimento di Riva.
I fatti si sono svolti come ti ho raccontato, cioè noi eravamo all'interno 
della Baltera ( dove si svolgeva il forum) e raccoglievamo firme per la 
proposta di legge contro la prostituzione, due dell'organizzazione ( che mi 
hanno detto poi essere di Rifondazione comunista ) hanno preso da parte 
prima il consigliere dei DS che vidimava le firme per conto del comune 
credendo fosse della PG23 poi me e mi hanno spiegato che dovevamo andarcene 
per ragioni ideologiche e organizzative.
Alla mia richiesta di spiegazioni hanno detto che la PG23 risultava essere 
un'organizzazione vicina a forza italia e che avremmo subito delle minacce 
quindi dovevamo andarcene. Ho inutilmente replicato che forse chi doveva 
andarsene erano quelli che ci minacciavano...
Hanno alzato le braccia dicendo che a loro davamo fastidio ma non al punto 
di mandarci via, pero' dall'organizzazione ( ma chi sono?) era stato deciso 
cosi' e loro eseguivano.
Hanno detto che gli dispiaceva.......
Cosi' siamo venuti via.
E' stato spiacevole leggere sul giornale del giorno dopo che noi ce 
n'eravamo andati per protesta perchè era stato annullato un workshop dove 
avrebbe dovuto parlare Don Oreste, e che loro Don Oreste non lo volevano 
per la sua posizione sulle droghe leggere...
il Workshop era già stato annullato da noi perchè Don Oreste è partito per 
le zone di missione ieri e aveva un funerale nel pomeriggio.
........ci hanno proprio mandati via ( le parole testuali sono state: 
"dovete andare via per ragioni ideologiche e organizzative").
Il consigliere DS che malauguratamente hanno contattato prima di noi puo' 
confermare tutto assieme a alcuni che avevano i banchetti vicino al nostro 
e hanno assistito alla triste scenetta di noi che a metà mattina smontavamo 
il nostro banchettino e andavamo via.
C'era anche uno della rete lilliput che insisteva perchè andassi a dirlo ad 
Agnoletto.....
Un abbraccio
claudio"


05/09/2003 18.05.19
RIVA DEL GARDA (TN) - L'Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, iscritta 
al forum alternativo "L’Europa che vogliamo", organizzata dal movimento 
"New Global", e presente con un proprio punto informativo, fa sapere in una 
nota di “essere stata costretta ad andarsene dall’organizzazione per 
ragioni ideologiche e organizzative, in quanto non schierata politicamente”.
Don Oreste Benzi, Presidente dell’Associazione, ha denunciato questo fatto 
“come intolleranza e discriminazione ideologica da parte di 
un’organizzazione di sinistra”. “Presente ai fatti – si legge ancora in una 
nota - il Prof. Tommaso Benamati, locale rappresentante dei DS, che ha 
deplorato l’avvenimento come cosa inaudita”.