[Date Prev][Date Next][Thread Prev][Thread Next][Date Index][Thread Index]

da via campesina sovranità alimentare facciamola funzionare





 dal sito www.altragricoltura.org
 Sovranità Alimentare dei Popoli: facciamola funzionare !
 documento di Via Campesina

 Priorità per la produzione nazionale
 al posto delle esportazioni e il commercio internazionale
 Fuori l'OMC dall'alimentazione e dall'agricoltura!



 L'agricoltura e l'alimentazione sono fondamentali per tutti i popoli, sia
in
 termini di produzione e disponibilità di quantità sufficienti di alimenti
 nutrienti e sicuri, sia in quanto pilastri di comunità, culture e ambienti
 rurali e urbani salubri.
 Tutti questi diritti vengono erosi dalle politiche economiche neoliberiste
 che con crescente enfasi spingono le grandi potenze economiche come gli
 Stati Uniti e l'Unione Europea, attraverso istituzioni multilaterali come
 l'Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO), il Fondo Monetario
 Internazionale (IMF) e la Banca Mondiale .
 Invece di garantire l'alimentazione per tutta la gente del mondo, questi
 organismi presiedono un sistema che moltiplica la fame e diverse forme di
 denutrizione, con l'esclusione di milioni di persone dall'accesso a beni e
 risorse produttive come la terra, l'acqua, le sementi, le tecnologie ed il
 know how. Occorrono cambiamenti urgenti e fondamentali a questo regime
 mondiale.

 La sovranità alimentare è un diritto fondamentale dei popoli.

 Per garantire l'indipendenza e la sovranità alimentare di tutti i popoli
del
 mondo, è essenziale che gli alimenti siano prodotti mediante sistemi di
 produzione diversificati, su base contadina. La sovranità alimentare è il
 diritto di ogni popolo a definire le sue politiche agrarie in materia di
 alimentazione, proteggere e regolare la produzione agraria nazionale e il
 mercato locale al fine di ottenere risultati di sviluppo sostenibile, e
 decidere in che misura vogliono essere autosufficienti senza rovesciare le
 loro eccedenze in paesi terzi con la pratica del dumping. La sovranità
 alimentare non nega il commercio (internazionale), piuttosto difende
 l'opzione di formulare quelle politiche e pratiche commerciali che servano
 ai diritti della popolazione per una produzione (alimentare) nutriente,
sana
 ed ecologicamente sostenibile.

 Per conseguire e preservare la sovranità alimentare dei popoli e garantire
 la sicurezza alimentare, i governi dovranno adottare politiche che diano
 impulso a una produzione sostenibile , basata sulla produzione familiare
 contadina, al posto di un modello industriale, dagli alti consuimi e
 orientato all'esportazione.
 Tutto ciò implica adottare le seguenti misure:

 Politiche di mercato

 Garantire prezzi remunerativi per tutti gli agricoltori;

 Proteggere i mercati nazionali dai prodotti importati a basso prezzo;

 Regolare la produzione nel mercato interno al fine di evitare l'accumulo di
 eccedenze;

 Abolire ogni appoggio diretto e indiretto alle esportazioni;

 Eliminare progressivamente quei sussidi alla produzione nazionale che
 promuovano sistemi agricoli insostenibili e modelli equi di possesso della
 terra e in cambio, dare appoggio a pratiche agricole sostenibili e a
 programmi di riforme agrarie.

 Ambiente, qualità e sicurezza degli alimenti

 Controllare adeguatamente la proliferazione di epidemie e malattie,
 garantendo nello stesso tempo la sicurezza e la non nocività degli
alimenti;

 Fissare criteri di qualità degli alimenti adeguati alle preferenze e
 necessità della gente;

 Stabilire meccanismi nazionali di controllo di qualità degli alimenti, in
 modo che seguano giuste regole ambientali, sociali, sanitarie di alta
 qualità.

 Accesso a risorse produttive

 Riconoscere e far valere i diritti giuridici e le consuetudini delle
 comunità per quanto concerne le decisioni riguardo l'uso delle risorse
 locali e tradizionali, anche quando non abbiano ancora goduto di quei
 privilegi giuridici precedentemente;

 Garantire l'accesso equo alla terra, alle sementi, all'acqua, al credito e
 altre risorse produttive;

 Proibire ogni forma di sperimentazione su esseri viventi e la
appropriazione
 di conoscenze associate all'agricoltura (la salute) e all'alimentazione
 mediante l'utilizzo della proprietà intellettuale;

 Proteggere i diritti degli agricoltori, dei popoli indigeni e le comunità
 locali circa le risorse fitogenetiche e la conoscenza associata, incluso il
 diritto degli agricoltori a scambiarsi e riprodurre sementi.


 Produzione - Consumo

 Sviluppare economie alimentari locali basandosi nella produzione locale e
 stabilendo punti di vendita locali

 Organismi Geneticamente Modificati

 Proibire la produzione e commercializzazione di sementi, alimenti e
prodotti
 geneticamente modificati, così come qualunque prodotto affine.

 Trasparenza dell' informazione e leggi anti monopolio

 Garantire l'etichettatura chiara e precisa degli alimenti per il consumo
 umano e animale, basata nel diritto dei consumatori e agricoltori di
 conoscere l'origine e i contenuti di quei prodotti;

 Fissare norme obbligatorie per tutte le imprese, che garantiscano la
 trasparenza, responsabilità pubblica e rispetto dei diritti umani e le
norme
 ambientali nelle sue operazioni;

 Dettare leggi antimonopolstiche per evitare la formazione di monopoli
 industriali nei settori agricolo e alimentare.

 La sovranità alimentare al di sopra delle regole del commercio.

 Non si deve concedere priorità al commercio internazionale al di sopra
degli
 fini sociali, ambientali, di sviluppo o culturali. Bisogna dare priorità
 alla produzione di sussistenza e culturalmente appropriata di alimenti
sani,
 nutritivi, di buona qualità e a prezzi ragionevoli, per il mercato interno
e
 i mercati subregionali e regionali. La liberalizzazione del commercio, che
 lascia nelle mani delle forze del mercato (le poderose imprese
 transnazionali) le decisioni riguardo a ciò e a come si producono e si
 commercializzano gli alimenti, non può dare compimento a queste importanti
 mete sociali.

 NO ! alle politiche agricole e alimentari neoliberiste.

 Noi sottoscritti firmatari denunciamo la liberalizzazione degli scambi di
 prodotti agricoli promossa attraverso accordi di libero commercio
bilaterale
 regionali e nell'OMC, specialmente la pratica del dumping di prodotti
 agricoli dei grandi esportatori sui paesi del terzo mondo. Le politiche
 neoliberiste obbligano i paesi a specializzarsi in prodotti agricoli in cui
 godono di supposti "vantaggi comparativi", e a commercializzarli in base
 allo stesso principio. Tuttavia si fomenta la produzione per l'esportazione
 a spese della produzione di alimenti per il mercato interno, e le risorse e
 mezzi di produzione si trovano ogni volta di più sotto il controllo di
 interessi privati d'impresa.

 I governi ricchi continuano a sovvenzionare fortemente l'agricoltura
 d'esportazione nei loro paesi, destinando la maggior parte di quelle
risorse
 ai più grossi produttori. La maggior parte dei soldi dei contribuenti sono
 consegnati a grandi imprese, grandi produttori, grandi commercianti e
catene
 minori - che sviluppano pratiche agricole e commerciali insostenibili -
 invece che ai piccoli produttori che producono principalmente per il
mercato
 interno, spesso con pratiche più sostenibili.

 Queste politiche di impulso alle esportazioni hanno dato origine a prezzi
di
 mercato per i prodotti che sono molto più bassi dei costi reali di
 produzione. Questo aumenta e sviluppa la pratica del dumping e permette che
 le imprese multinazionali comprino prodotti agricoli a prezzi molto bassi,
 per venderli poi a prezzi molto più alti a consumatori tanto del Sud come
 del Nord. Le forti sovvenzioni agricole dei paesi ricchi sono in reltà
 sovvenzioni all'industria agroalimentare, ai grandi commercianti, e a una
 minoranza di grandi produttori.

 Gli effetti negativi di queste politiche e pratiche si rivelano sempre di
 più con maggiore chiarezza. Esse conducono alla sparizione dell'agricoltura
 familiare su piccola scala, tanto nel nord come nel sud; è aumentata la
 povertà, specialmente nelle zone rurali; i terreni e l'acqua sono inquinati
 e degradati; ci sono state perdite irreparabili di diversità biologica e
 distruzione di habitat.

 Dumping.

 Tale come lo si intende correntemente, c'è dumping quando si vendono
 prodotti in un mercato a prezzi minori del costo di produzione di quei
 prodotti in quel mercato.
 Questa pratica ha preso diverse forme sotto le attuali politiche
 neoliberiste e si esprime tanto nel commercio Nord-Sud come negli
 interscambi Sud-Nord e Sud-Sud.
 Indipendentemente dalla forma adottata è una pratica che porta alla  rovina
 dei piccoli produttori locali tanto nei paesi di origine come in quelli
dove
 si vendono quei prodotti.

 Per esempio:

 Esportazione in India di prodotti caseari sovvenzionati dall'Unione
Europea;

 Esportazione di maiali industriali (prodotti norcini) dagli Stati Uniti ai
 paesi del Caraibi;

 Esportazione di maiali nella Costa de Marfil provenienti dall'Unione
Europea
 a prezzi - sovvenzionati - tre volte minori del costo di produzione nella
 Costa de Marfil;

 Esportazione di fili di seta dalla Cina all'India a prezzi molto più bassi
 che il costo di produzione in India;

 L'importazione a basso prezzo di mais proveniente dagli USA in Messico -
 paese di origine del mais - sta' provocando la rovina dei produttori
 messicani del cereale. D'altra parte, le verdure a basso prezzo messicane
 stanno rovinando i produttori orticoli canadesi, tutto ciò nella cornice
del
 TLCAN (NAFTA).

 E' imperativo impedire la pratica del dumping. I paesi importatori devono
 godere del pieno diritto di proteggersi contro il dumping e ai paesi
 esportatori non si deve permettere di vuotare le loro eccedenze nel mercato
 internazionale a prezzi bassi. Gli esportatori dovrebbero rispondere alla
 domanda reale di prodotti e beni agricoli che non vadano a minare la
 produzione locale.

 Non esiste un "mercato mondiale" di prodotti agricoli.

 Il cosiddetto "mercato mondiale" di prodotti agricoli in realtà non esiste.
 Ciò che esiste, prima di tutto, è il commercio internazionale di eccedenze
 di cereali e prodotti di latte e carni immessi sul mercato internazionale
 principalmente dall'Unione Europea, Stati Uniti e altri membri del
 cosiddetto gruppo CAIRNS o paesi agroesportatori. A parte ciò, il commercio
 internazionale di prodotti agricoli coinvolge solamente un 10% dell'insieme
 totale della produzione agricola mondiale, e costituisce fondamentalmente
 uno scambio fra multinazionali degli USA, UE e alcuni altri paesi
 industrializzati. I cosiddetti prezzi del mercato mondiale sono molto
 instabili e non hanno nessuna relazione con i costi di produzione. Questi
 prezzi sono molto bassi dovuti al dumping per cui mai potranno essere un
 riferimento adeguato o conveniente per la produzione agricola.

 L'OMC è sorda ai reclami per la riforma del sistema.

 L'OMC è antidemocratica, non rende conto a nessuno, ha aumentato le
 disuguaglianze mondiali e la insicurezza, fomenta modelli di produzione e
 consumo insostenibili, erode la diversità e mina altre priorità sociali e
 ambientali.
 Ha dimostrato di essere impermeabile alle critiche rispetto al suo
 funzionamento e ha respinto i reclami di riforma del sistema. L'OMC è
 un'istituzione completamente inadeguata per affrontare i temi
 dell'agricoltura e dell'alimentazione.
 Noi sottoscritti firmatari non crediamo sia possibile che l'OMC accetti una
 riforma profonda che la renda sensibile ai diritti e necessità della gente
 comune. Di conseguenza, noi sottoscritti firmatari pretendiamo che tutto
ciò
 che si riferisce all'alimentazione e all'agricoltura sia escluso
dall'ambito
 di giurisdizione dell'OMC mediante lo smantellamento dell'Accordo
 sull'Agricoltura (AoA, per la sua sigla in inglese ) e altre clausole
affini
 e accordi dell'OMC, tra cui quelli che includono l'accordo sugli Aspetti
 della Proprietà Intellettuale in relazione al Commercio (conosciuto come
 TRIPS, in inglese ), l' accordo sulle Misure Sanitarie e Fitosanitarie (
 SPS, in inglese), l' accordo riguardante Barriere Tecniche al Commercio (
 TBT, in inglese ), l' accordo sulle Restrizioni Quantitative , e l'accordo
 Generale sul commercio dei servizi (GATS, in inglese).

 Esiste una carta per le norme di commercio nelle politiche agricole e
 alimentari?

 Il commercio (internazionale) può sviluppare un ruolo positivo, per esempio
 in tempi di insicurezza (disponibilità) alimentare regionale, o nel caso di
 prodotti che si possono solo coltivare in determinati luoghi del pianeta, o
 per lo scambio di prodotti di qualità. Queste norme di commercio dovranno
 rispettare il principio di precauzione in tutte le politiche a tutti i
 livelli, come pure riconoscere i processi democratici e di partecipazione
 nell'assumere decisioni, oltre alla supremazia della sovranità alimentare
 dei popoli nei confronti degli interessi del commercio internazionale.

 Una cornice istituzionale alternativa.

 E' evidente la necessità, come complemento al ruolo dei governi locali e
 nazionali, di un nuovo accordo istituzionale alternativo di
regolamentazione
 multilaterale del commercio agricolo e alimentare. Questa nuovo quadro
dovrà
 rispettare i seguenti principi:

 La sovranità alimentare dei popoli;

 Il principio di precauzione;

 Meccanismi internazionali di partecipazione genuinamente democratici;

 Priorità per la produzione alimentare nazionale, aspetti sociali e
 ambientali;

 Severa proibizione di ogni forma di dumping, al fine di proteggere la
 produzione alimentare nazionale, mediante l'applicazione di meccanismi che
 evitino il formarsi di eccedenze da parte dei paesi esportatori e
 l'esercizio del diritto dei paesi importatori di proteggere i loro mercati
 interni contro i prodotti importati a basso prezzo;

 Proibizione della biopirateria e esperimenti su esseri viventi (animali,
 piante, parti dell'organismo umano) incluso lo sviluppo di varietà sterili
 mediante processi di ingegneria genetica;

 Rispetto dei diritti umani e altri accordi multilaterali affini sotto una
 giurisdizione internazionale indipendente.

 Noi sottoscritti firmatari chiediamo che i governi approvino le seguenti
 misure immediatamente :

 Cessare i negoziati tendenti al lancio di nuove liberalizzazioni
commerciali
 e frenare le discussioni tendenti a incorporare "nuovi temi" o settori
 nell'ambito di giurisdizione dell'OMC, tali come inversioni, norme di
 competenza, approvvigionamenti pubblici e contrattazioni pubbliche,
 biotecnologia e servizi;

 Eliminare l'obbligo di accettare una quota minima di importazione del 5%
del
 consumo interno; tutte le clausole obbligatorie di accesso ai mercati
devono
 essere eliminate immediatamente;

 Realizzare una revisione esaustiva sia dell'incremento come degli impatti
 sociali e ambientali delle norme e accordi di commercio vigenti (le regole
 dell'OMC) rispetto all'alimentazione e all'agricoltura;

 Prendere misure immediate per sottrarre l'alimentazione e l'agricoltura dal
 controllo dell'OMC, fra l'altro la cancellazione degli accordi AoA, TRIPS,
 GATS, SPS, TBT,(quanti altri ? );

 Iniziare discussioni in una cornice istituzionale alternativa per regolare
 il commercio di prodotti agrari e alimentari. Questo quadro potrebbe
 contemplare:


 UNCTAD come punto di riferimento per negoziare e definire norme di
commercio
 giusto (come anziddetto );

 Un meccanismo per risolvere i conflitti integrato in una Corte
 Internazionale di Giustizia, in modo particolare per impedire la pratica
del
 dumping;

 Una Commissione Mondiale di Sovranità Alimentare creata per valutare le
 politiche economiche e di commercio vigenti, così come la carta dei governi
 nazionali e organismi internazionali, e per formulare proposte di modifica;

 Una valutazione dell'impatto delle politiche degli organismi multilaterali
 come la FAO, l'Istituto per l'Alimentazione e lo Sviluppo dell' Agricoltura
 ( IFAD ), l'OMC la Banca Mondiale e l'FMI così come gli accordi di libero
 commercio bilaterali e regionali sulla sovranità e sicurezza alimentari;

 Un trattato internazionale che consacri il concetto della sovranità
 alimentare e il diritto dei popoli, degli agricoltori e dei consumatori
 all'alimentazione e alla produzione del cibo.


 Un' alleanza ampia con un' agenda per il cambiamento!

 Gli effetti delle politiche neoliberiste saltano agli occhi e la società
 civile in tutto il mondo ne è ogni volta più coscente e le rifiuta. La
 pressione per i cambiamenti cresce giorno per giorno. Nelle tappe che
 precedono la Conferenza Ministeriale dell'OMC in Qatar, noi sottoscritti
 continueremo a smascherare e denunciare gli effetti deleterio delle
 politiche neoliberiste sull'agricoltura e l'alimentazione e continueremo
 proponendo alternative al sistema mondiale di commercio vigente.

 Questa dichiarazione costituisce un chiaro segnale della ferma decisione
che
 unisce i movimenti sociali e altri membri della società civile in tutto il
 mondo nella lotta per democratizzare le politiche internazionali e
 organizzare istituzioni capaci di comprendere e difendere politiche
 sostenibili rispetto all'alimentazione e all'agricoltura.


 Via Campesina