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da via campesina sovranità alimentare facciamola funzionare
- Subject: da via campesina sovranità alimentare facciamola funzionare
- From: "Nello Margiotta" <animarg@tin.it>
- Date: Wed, 10 Sep 2003 13:43:03 +0200
dal sito www.altragricoltura.org
Sovranità Alimentare dei Popoli: facciamola funzionare !
documento di Via Campesina
Priorità per la produzione nazionale
al posto delle esportazioni e il commercio internazionale
Fuori l'OMC dall'alimentazione e dall'agricoltura!
L'agricoltura e l'alimentazione sono fondamentali per tutti i popoli, sia
in
termini di produzione e disponibilità di quantità sufficienti di alimenti
nutrienti e sicuri, sia in quanto pilastri di comunità, culture e ambienti
rurali e urbani salubri.
Tutti questi diritti vengono erosi dalle politiche economiche neoliberiste
che con crescente enfasi spingono le grandi potenze economiche come gli
Stati Uniti e l'Unione Europea, attraverso istituzioni multilaterali come
l'Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO), il Fondo Monetario
Internazionale (IMF) e la Banca Mondiale .
Invece di garantire l'alimentazione per tutta la gente del mondo, questi
organismi presiedono un sistema che moltiplica la fame e diverse forme di
denutrizione, con l'esclusione di milioni di persone dall'accesso a beni e
risorse produttive come la terra, l'acqua, le sementi, le tecnologie ed il
know how. Occorrono cambiamenti urgenti e fondamentali a questo regime
mondiale.
La sovranità alimentare è un diritto fondamentale dei popoli.
Per garantire l'indipendenza e la sovranità alimentare di tutti i popoli
del
mondo, è essenziale che gli alimenti siano prodotti mediante sistemi di
produzione diversificati, su base contadina. La sovranità alimentare è il
diritto di ogni popolo a definire le sue politiche agrarie in materia di
alimentazione, proteggere e regolare la produzione agraria nazionale e il
mercato locale al fine di ottenere risultati di sviluppo sostenibile, e
decidere in che misura vogliono essere autosufficienti senza rovesciare le
loro eccedenze in paesi terzi con la pratica del dumping. La sovranità
alimentare non nega il commercio (internazionale), piuttosto difende
l'opzione di formulare quelle politiche e pratiche commerciali che servano
ai diritti della popolazione per una produzione (alimentare) nutriente,
sana
ed ecologicamente sostenibile.
Per conseguire e preservare la sovranità alimentare dei popoli e garantire
la sicurezza alimentare, i governi dovranno adottare politiche che diano
impulso a una produzione sostenibile , basata sulla produzione familiare
contadina, al posto di un modello industriale, dagli alti consuimi e
orientato all'esportazione.
Tutto ciò implica adottare le seguenti misure:
Politiche di mercato
Garantire prezzi remunerativi per tutti gli agricoltori;
Proteggere i mercati nazionali dai prodotti importati a basso prezzo;
Regolare la produzione nel mercato interno al fine di evitare l'accumulo di
eccedenze;
Abolire ogni appoggio diretto e indiretto alle esportazioni;
Eliminare progressivamente quei sussidi alla produzione nazionale che
promuovano sistemi agricoli insostenibili e modelli equi di possesso della
terra e in cambio, dare appoggio a pratiche agricole sostenibili e a
programmi di riforme agrarie.
Ambiente, qualità e sicurezza degli alimenti
Controllare adeguatamente la proliferazione di epidemie e malattie,
garantendo nello stesso tempo la sicurezza e la non nocività degli
alimenti;
Fissare criteri di qualità degli alimenti adeguati alle preferenze e
necessità della gente;
Stabilire meccanismi nazionali di controllo di qualità degli alimenti, in
modo che seguano giuste regole ambientali, sociali, sanitarie di alta
qualità.
Accesso a risorse produttive
Riconoscere e far valere i diritti giuridici e le consuetudini delle
comunità per quanto concerne le decisioni riguardo l'uso delle risorse
locali e tradizionali, anche quando non abbiano ancora goduto di quei
privilegi giuridici precedentemente;
Garantire l'accesso equo alla terra, alle sementi, all'acqua, al credito e
altre risorse produttive;
Proibire ogni forma di sperimentazione su esseri viventi e la
appropriazione
di conoscenze associate all'agricoltura (la salute) e all'alimentazione
mediante l'utilizzo della proprietà intellettuale;
Proteggere i diritti degli agricoltori, dei popoli indigeni e le comunità
locali circa le risorse fitogenetiche e la conoscenza associata, incluso il
diritto degli agricoltori a scambiarsi e riprodurre sementi.
Produzione - Consumo
Sviluppare economie alimentari locali basandosi nella produzione locale e
stabilendo punti di vendita locali
Organismi Geneticamente Modificati
Proibire la produzione e commercializzazione di sementi, alimenti e
prodotti
geneticamente modificati, così come qualunque prodotto affine.
Trasparenza dell' informazione e leggi anti monopolio
Garantire l'etichettatura chiara e precisa degli alimenti per il consumo
umano e animale, basata nel diritto dei consumatori e agricoltori di
conoscere l'origine e i contenuti di quei prodotti;
Fissare norme obbligatorie per tutte le imprese, che garantiscano la
trasparenza, responsabilità pubblica e rispetto dei diritti umani e le
norme
ambientali nelle sue operazioni;
Dettare leggi antimonopolstiche per evitare la formazione di monopoli
industriali nei settori agricolo e alimentare.
La sovranità alimentare al di sopra delle regole del commercio.
Non si deve concedere priorità al commercio internazionale al di sopra
degli
fini sociali, ambientali, di sviluppo o culturali. Bisogna dare priorità
alla produzione di sussistenza e culturalmente appropriata di alimenti
sani,
nutritivi, di buona qualità e a prezzi ragionevoli, per il mercato interno
e
i mercati subregionali e regionali. La liberalizzazione del commercio, che
lascia nelle mani delle forze del mercato (le poderose imprese
transnazionali) le decisioni riguardo a ciò e a come si producono e si
commercializzano gli alimenti, non può dare compimento a queste importanti
mete sociali.
NO ! alle politiche agricole e alimentari neoliberiste.
Noi sottoscritti firmatari denunciamo la liberalizzazione degli scambi di
prodotti agricoli promossa attraverso accordi di libero commercio
bilaterale
regionali e nell'OMC, specialmente la pratica del dumping di prodotti
agricoli dei grandi esportatori sui paesi del terzo mondo. Le politiche
neoliberiste obbligano i paesi a specializzarsi in prodotti agricoli in cui
godono di supposti "vantaggi comparativi", e a commercializzarli in base
allo stesso principio. Tuttavia si fomenta la produzione per l'esportazione
a spese della produzione di alimenti per il mercato interno, e le risorse e
mezzi di produzione si trovano ogni volta di più sotto il controllo di
interessi privati d'impresa.
I governi ricchi continuano a sovvenzionare fortemente l'agricoltura
d'esportazione nei loro paesi, destinando la maggior parte di quelle
risorse
ai più grossi produttori. La maggior parte dei soldi dei contribuenti sono
consegnati a grandi imprese, grandi produttori, grandi commercianti e
catene
minori - che sviluppano pratiche agricole e commerciali insostenibili -
invece che ai piccoli produttori che producono principalmente per il
mercato
interno, spesso con pratiche più sostenibili.
Queste politiche di impulso alle esportazioni hanno dato origine a prezzi
di
mercato per i prodotti che sono molto più bassi dei costi reali di
produzione. Questo aumenta e sviluppa la pratica del dumping e permette che
le imprese multinazionali comprino prodotti agricoli a prezzi molto bassi,
per venderli poi a prezzi molto più alti a consumatori tanto del Sud come
del Nord. Le forti sovvenzioni agricole dei paesi ricchi sono in reltà
sovvenzioni all'industria agroalimentare, ai grandi commercianti, e a una
minoranza di grandi produttori.
Gli effetti negativi di queste politiche e pratiche si rivelano sempre di
più con maggiore chiarezza. Esse conducono alla sparizione dell'agricoltura
familiare su piccola scala, tanto nel nord come nel sud; è aumentata la
povertà, specialmente nelle zone rurali; i terreni e l'acqua sono inquinati
e degradati; ci sono state perdite irreparabili di diversità biologica e
distruzione di habitat.
Dumping.
Tale come lo si intende correntemente, c'è dumping quando si vendono
prodotti in un mercato a prezzi minori del costo di produzione di quei
prodotti in quel mercato.
Questa pratica ha preso diverse forme sotto le attuali politiche
neoliberiste e si esprime tanto nel commercio Nord-Sud come negli
interscambi Sud-Nord e Sud-Sud.
Indipendentemente dalla forma adottata è una pratica che porta alla rovina
dei piccoli produttori locali tanto nei paesi di origine come in quelli
dove
si vendono quei prodotti.
Per esempio:
Esportazione in India di prodotti caseari sovvenzionati dall'Unione
Europea;
Esportazione di maiali industriali (prodotti norcini) dagli Stati Uniti ai
paesi del Caraibi;
Esportazione di maiali nella Costa de Marfil provenienti dall'Unione
Europea
a prezzi - sovvenzionati - tre volte minori del costo di produzione nella
Costa de Marfil;
Esportazione di fili di seta dalla Cina all'India a prezzi molto più bassi
che il costo di produzione in India;
L'importazione a basso prezzo di mais proveniente dagli USA in Messico -
paese di origine del mais - sta' provocando la rovina dei produttori
messicani del cereale. D'altra parte, le verdure a basso prezzo messicane
stanno rovinando i produttori orticoli canadesi, tutto ciò nella cornice
del
TLCAN (NAFTA).
E' imperativo impedire la pratica del dumping. I paesi importatori devono
godere del pieno diritto di proteggersi contro il dumping e ai paesi
esportatori non si deve permettere di vuotare le loro eccedenze nel mercato
internazionale a prezzi bassi. Gli esportatori dovrebbero rispondere alla
domanda reale di prodotti e beni agricoli che non vadano a minare la
produzione locale.
Non esiste un "mercato mondiale" di prodotti agricoli.
Il cosiddetto "mercato mondiale" di prodotti agricoli in realtà non esiste.
Ciò che esiste, prima di tutto, è il commercio internazionale di eccedenze
di cereali e prodotti di latte e carni immessi sul mercato internazionale
principalmente dall'Unione Europea, Stati Uniti e altri membri del
cosiddetto gruppo CAIRNS o paesi agroesportatori. A parte ciò, il commercio
internazionale di prodotti agricoli coinvolge solamente un 10% dell'insieme
totale della produzione agricola mondiale, e costituisce fondamentalmente
uno scambio fra multinazionali degli USA, UE e alcuni altri paesi
industrializzati. I cosiddetti prezzi del mercato mondiale sono molto
instabili e non hanno nessuna relazione con i costi di produzione. Questi
prezzi sono molto bassi dovuti al dumping per cui mai potranno essere un
riferimento adeguato o conveniente per la produzione agricola.
L'OMC è sorda ai reclami per la riforma del sistema.
L'OMC è antidemocratica, non rende conto a nessuno, ha aumentato le
disuguaglianze mondiali e la insicurezza, fomenta modelli di produzione e
consumo insostenibili, erode la diversità e mina altre priorità sociali e
ambientali.
Ha dimostrato di essere impermeabile alle critiche rispetto al suo
funzionamento e ha respinto i reclami di riforma del sistema. L'OMC è
un'istituzione completamente inadeguata per affrontare i temi
dell'agricoltura e dell'alimentazione.
Noi sottoscritti firmatari non crediamo sia possibile che l'OMC accetti una
riforma profonda che la renda sensibile ai diritti e necessità della gente
comune. Di conseguenza, noi sottoscritti firmatari pretendiamo che tutto
ciò
che si riferisce all'alimentazione e all'agricoltura sia escluso
dall'ambito
di giurisdizione dell'OMC mediante lo smantellamento dell'Accordo
sull'Agricoltura (AoA, per la sua sigla in inglese ) e altre clausole
affini
e accordi dell'OMC, tra cui quelli che includono l'accordo sugli Aspetti
della Proprietà Intellettuale in relazione al Commercio (conosciuto come
TRIPS, in inglese ), l' accordo sulle Misure Sanitarie e Fitosanitarie (
SPS, in inglese), l' accordo riguardante Barriere Tecniche al Commercio (
TBT, in inglese ), l' accordo sulle Restrizioni Quantitative , e l'accordo
Generale sul commercio dei servizi (GATS, in inglese).
Esiste una carta per le norme di commercio nelle politiche agricole e
alimentari?
Il commercio (internazionale) può sviluppare un ruolo positivo, per esempio
in tempi di insicurezza (disponibilità) alimentare regionale, o nel caso di
prodotti che si possono solo coltivare in determinati luoghi del pianeta, o
per lo scambio di prodotti di qualità. Queste norme di commercio dovranno
rispettare il principio di precauzione in tutte le politiche a tutti i
livelli, come pure riconoscere i processi democratici e di partecipazione
nell'assumere decisioni, oltre alla supremazia della sovranità alimentare
dei popoli nei confronti degli interessi del commercio internazionale.
Una cornice istituzionale alternativa.
E' evidente la necessità, come complemento al ruolo dei governi locali e
nazionali, di un nuovo accordo istituzionale alternativo di
regolamentazione
multilaterale del commercio agricolo e alimentare. Questa nuovo quadro
dovrà
rispettare i seguenti principi:
La sovranità alimentare dei popoli;
Il principio di precauzione;
Meccanismi internazionali di partecipazione genuinamente democratici;
Priorità per la produzione alimentare nazionale, aspetti sociali e
ambientali;
Severa proibizione di ogni forma di dumping, al fine di proteggere la
produzione alimentare nazionale, mediante l'applicazione di meccanismi che
evitino il formarsi di eccedenze da parte dei paesi esportatori e
l'esercizio del diritto dei paesi importatori di proteggere i loro mercati
interni contro i prodotti importati a basso prezzo;
Proibizione della biopirateria e esperimenti su esseri viventi (animali,
piante, parti dell'organismo umano) incluso lo sviluppo di varietà sterili
mediante processi di ingegneria genetica;
Rispetto dei diritti umani e altri accordi multilaterali affini sotto una
giurisdizione internazionale indipendente.
Noi sottoscritti firmatari chiediamo che i governi approvino le seguenti
misure immediatamente :
Cessare i negoziati tendenti al lancio di nuove liberalizzazioni
commerciali
e frenare le discussioni tendenti a incorporare "nuovi temi" o settori
nell'ambito di giurisdizione dell'OMC, tali come inversioni, norme di
competenza, approvvigionamenti pubblici e contrattazioni pubbliche,
biotecnologia e servizi;
Eliminare l'obbligo di accettare una quota minima di importazione del 5%
del
consumo interno; tutte le clausole obbligatorie di accesso ai mercati
devono
essere eliminate immediatamente;
Realizzare una revisione esaustiva sia dell'incremento come degli impatti
sociali e ambientali delle norme e accordi di commercio vigenti (le regole
dell'OMC) rispetto all'alimentazione e all'agricoltura;
Prendere misure immediate per sottrarre l'alimentazione e l'agricoltura dal
controllo dell'OMC, fra l'altro la cancellazione degli accordi AoA, TRIPS,
GATS, SPS, TBT,(quanti altri ? );
Iniziare discussioni in una cornice istituzionale alternativa per regolare
il commercio di prodotti agrari e alimentari. Questo quadro potrebbe
contemplare:
UNCTAD come punto di riferimento per negoziare e definire norme di
commercio
giusto (come anziddetto );
Un meccanismo per risolvere i conflitti integrato in una Corte
Internazionale di Giustizia, in modo particolare per impedire la pratica
del
dumping;
Una Commissione Mondiale di Sovranità Alimentare creata per valutare le
politiche economiche e di commercio vigenti, così come la carta dei governi
nazionali e organismi internazionali, e per formulare proposte di modifica;
Una valutazione dell'impatto delle politiche degli organismi multilaterali
come la FAO, l'Istituto per l'Alimentazione e lo Sviluppo dell' Agricoltura
( IFAD ), l'OMC la Banca Mondiale e l'FMI così come gli accordi di libero
commercio bilaterali e regionali sulla sovranità e sicurezza alimentari;
Un trattato internazionale che consacri il concetto della sovranità
alimentare e il diritto dei popoli, degli agricoltori e dei consumatori
all'alimentazione e alla produzione del cibo.
Un' alleanza ampia con un' agenda per il cambiamento!
Gli effetti delle politiche neoliberiste saltano agli occhi e la società
civile in tutto il mondo ne è ogni volta più coscente e le rifiuta. La
pressione per i cambiamenti cresce giorno per giorno. Nelle tappe che
precedono la Conferenza Ministeriale dell'OMC in Qatar, noi sottoscritti
continueremo a smascherare e denunciare gli effetti deleterio delle
politiche neoliberiste sull'agricoltura e l'alimentazione e continueremo
proponendo alternative al sistema mondiale di commercio vigente.
Questa dichiarazione costituisce un chiaro segnale della ferma decisione
che
unisce i movimenti sociali e altri membri della società civile in tutto il
mondo nella lotta per democratizzare le politiche internazionali e
organizzare istituzioni capaci di comprendere e difendere politiche
sostenibili rispetto all'alimentazione e all'agricoltura.
Via Campesina