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Apello urgente
- Subject: Apello urgente
- From: "Ufficio d'Informazione del Kurdistan in Italia" <uiki.onlus@tin.it>
- Date: Wed, 2 Jul 2003 17:08:59 +0200
All'opinione pubblica
Il Governo turco ha annunciato che la legge in precedenza definita "Legge
sul Pentimento" verrà approvata con il titolo "Legge per l'Integrazione
nella Società". Quali obiettivi di tale legge vengono indicati il disarmo
e, con esso, la fine del "terrorismo". L'esatto contenuto del progetto di
legge non è stato però apertamente dichiarato.
Questa legge nasce dalla necessità di risolvere un problema, ma
analizzandola attentamente risulta molto chiaro che è stata preparata
sulla base di quella politica di sicurezza che da trent'anni viene messa
in atto dalla Turchia senza alcun risultato, proprio perché manca di
fornire una risposta concreta e costruttiva alla questione kurda, offrendo,
come unica soluzione, la repressione. In quest'ottica, la legge sui pentiti
cerca solo nuovi collaboratori per dare seguito a questa linea politica di
negazione assoluta dell'identità kurda.
Lo Stato turco pretende di risolvere il problema senza aver mai parlato con
i rappresentanti dei Kurdi ai quali la legge è indirizzata. Questa legge
non ha pertanto alcun valore politico o pratico. I funzionari turchi finora
non hanno preso contatti né con il Presidente Ocalan, né con il KADEK, né
con il KNK. E' privo di qualsiasi logica voler risolvere il problema senza
aver parlato con coloro che conducono la lotta del popolo kurdo per la
libertà e la democrazia. L'obiettivo non è dunque la soluzione del
problema, ma il tentativo di portare avanti la politica di repressione e
annichilimento finora praticata.
Per conseguire una pace duratura non basta rilasciare le persone arrestate
o permettere a quelle che sono all'estero di ritornare e fare attività
politica; la pace sociale può essere conseguita se una legge simile è
accompagnata da una complessiva riforma in senso democratico e se viene
anche emanata una legge sulla partecipazione democratica alla vita politica.
Desideriamo sinceramente l'unità e la pace tra il popolo kurdo e lo Stato
e la società turca, in un'atmosfera che consenta di superare la precedente
negazione dell'identità kurda. Più volte lo abbiamo ribadito. Anche
riguardo a quest'ultima legge il KADEK riassume la propria posizione
favorevole alla pace sociale e all'unità all'interno della Turchia, nei
seguenti sette punti:
1. Bisogna porre fine alla politica di negazione nei confronti dei Kurdi in
Turchia e devono essere riconosciuti nelle leggi e nella Costituzione i
diritti e l'identità del popolo kurdo.
2. Il divieto di usare e sviluppare la lingua e la cultura kurda deve
cessare e deve essere riconosciuta la possibilità di insegnare la lingua
kurda nelle scuole primarie; ciò non è di ostacolo al fatto che il turco
continui a essere considerato in Turchia come la lingua ufficiale.
3. Le trasmissioni radio-televisive e le pubblicazioni di stampa in lingua
kurda non devono essere sottoposte a limitazioni ulteriori.
4. I poteri degli enti locali devono essere ampliati; tali enti devono
avere la possibilità in primo luogo di decidere su salute e cultura, nonché
su molti eventi d'interesse locale, al fine di rafforzare le strutture
democratiche.
5. Tutti i raggruppamenti che non ricorrano a mezzi violenti e lavorano per
i punti sopradescritti e non pongono alcun pericolo all'unità politica
della Turchia devono avere la possibilità di esercitare l'attività politica.
6. Per conseguire la pace sociale tutti i prigionieri politici, tra i quali
anche il nostro Presidente, le unità di guerriglia e tutti gli uomini
politici che vivono attualmente in esilio devono ottenere tutti i loro
diritti politici e sociali e devono poter esercitare liberamente l'attività
politica.
7. Per rimuovere i pregiudizi nazionalistici tra i popoli turco e kurdo
deve essere condotta dappertutto una campagna di informazione per
rafforzare l'unione tra i due popoli. Al fine di migliorare la condizione
economica devono essere attuati speciali programmi volti alla risoluzione
dei problemi sociali.
Quando queste razionali proposte del nostro popolo saranno state accolte,
regnerà in Turchia la calma e la pace sociale. Partner strategici per il
raggiungimento di questo obiettivo saranno due popoli inseparabili che
faranno della Turchia uno degli Stati più importanti del Medio Oriente. Non
è interesse dei Kurdi che vi sia una divisione. Una politica che tuttavia
neghi l'identità e che impedisca lo sviluppo della lingua e della cultura
kurda non potrà condurre che a nuovi scontri armati.
Tutti coloro che hanno posizioni di responsabilità devono adoperarsi per il
conseguimento della pace sociale. Noi del KADEK siamo pronti ad adoperarci
per adempiere a tale compito.
Facciamo, pertanto, appello a quanti in Turchia detengono poteri
decisionali, affinché non producano leggi dagli effetti negativi, ma
emanino una legge di riforma che consenta la partecipazione democratica e
il conseguimento della pace sociale.
Consiglio di Presidenza del KADEK - 26 giugno 2003