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I: bandiere di pace - proposta
- Subject: I: bandiere di pace - proposta
- From: Centro Studi Sociali e Politici Giuseppe Donati <gdonati@iperbole.bologna.it>
- Date: Wed, 25 Jun 2003 16:10:40 +0200 (MET DST)
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- Sender: gdonati@iperbole.bologna.it
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EDITORIALE. LIDIA MENAPACE UNA PROPOSTA PER LE BANDIERE
DELLA PACE [Ringraziamo Lidia Menapace (per contatti:
llidiamenapace@virgilio.it) per questo intervento.
Lidia Menapace e' nata a Novara nel 1924, partecipa
alla Resistenza, e' poi impegnata nel movimento
cattolico, pubblica amministratrice, docente
universitaria, fondatrice del "Manifesto"; e' tra le
voci piu' alte e significative della cultura delle
donne, dei movimenti della societa' civile, della
nonviolenza in cammino. La maggior parte degli scritti
e degli interventi di Lidia Menapace e' dispersa in
quotidiani e riviste, atti di convegni, volumi di
autori vari; tra i suoi libri cfr. (a cura di), Per un
movimento politico di liberazione della donna, Bertani,
Verona 1973; La Democrazia Cristiana, Mazzotta, Milano
1974; Economia politica della differenza sessuale,
Felina, Roma 1987; (a cura di, ed in collaborazione con
Chiara Ingrao), Ne' indifesa ne' in divisa, Sinistra
indipendente, Roma 1988; Il papa chiede perdono: le
donne glielo accorderanno?, Il dito e la luna, Milano
2000; Resiste', Il dito e la luna, Milano 2001]
Il grande successo delle bandiere della pace e' un
fatto, e mi attengo alle disposizioni date da chi le
propose e terro' dunque la bandiera esposta anche se
col sole dell'estate forse diventera' bianca: del resto
a me la bandiera bianca va pure benissimo. Ma a parte
tutto, mi vien voglia invece di dire qualcosa in
merito, anche a seguito di un discorso scambiato con
Giovanni Catti in quanto membri ambedue del comitato
scientifico della Scuola di pace del Comune di
Senigallia. Dice Catti che bisognera' trovare un modo
di gestire le bandiere, altrimenti si sporcano,
sbrindellano, ecc. Propone di dare indicazione di
ritirarle, lavarle e metterle via, e di stenderle
sempre ad ogni inzio di stagione come per chiedere una
stagione di pace dopo l'altra: dunque adesso passato il
21 di giugno si ritirano e si rimettono fuori un giorno
o una settimana il 21 di settembre, il 21 dicembre e
poi il 21 di marzo. A mia volta propongo che
tassativamente si espongano sempre il 2 giugno per
protestare contro la deriva militarista della festa
della Repubblica. A me pare che se si lasciano sempre,
a parte che via via stingono e si sbrindellano, non si
vedono piu', fanno parte del paesaggio: invece bisogna
rinnovare ritmi e riti per ancorarli nella coscienza e
nella memoria: che ve ne pare?
* * *