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islamici da cestinare



DALL'AMICO CORRADO PIANCASTELLI prodena@libero.it, fondatore della rivista
"UOMINI E IDEE" (http://www.uominieidee.org)



 con invito a far girare. grazie Associazione Partenia
http://utenti.tripod.it/partenia







 ISLAMICI  DA  "CESTINARE"



Il rifiuto da parte della Curia siciliana di negare l'accesso nel Duomo di
Caltanisetta a un gruppo islamico di cantori sacri, dimostra che tra il
dire e il fare (della gerarchia cattolica) ce ne corre. I cantori del
Maghreb avrebbero dovuto esibirsi in chiesa, prima di Pasqua, insieme ad
altri complessi, nel corso della rassegna internazionale "Il canto
dell'Anima", ma il vescovo Alfredo Garsia ha detto no. La motivazione?
Poiché i cristiani non sono ammessi nelle moschee, neppure gli islamici
dovranno entrare nelle chiese cattoliche, non importa se proprio qualche
ora prima il Papa aveva parlato ai giovani radunati in Piazza San Pietro
delle guerre "che minacciano la concordia fra gli uomini e le religioni".
Il vescovo siciliano, con  grande spirito cristiano e nell'ambito del
principio della par condicio, ha insomma adottato la formula del taglione:
occhio per occhio dente per dente.

Ma perché meravigliarci più di tanto?  La violenta arroganza della
gerarchia cattolica non ha limiti e manca di ogni rispetto per la libertà
della politica, dei diritti civili e dei cittadini dei paesi democratici.
Qualche settimana fa i deputati cattolici di tutto il mondo, ad esempio,
 hanno ricevuto un manuale del Cardinale Ratzinger (prefetto della
Congregazione Vaticana per la dottrina della fede) il quale, in  ossequio
alle direttive di papa Wojtyla, contiene indicazioni sul come votare, nei
vari parlamenti, sui temi dei costumi sessuali, sull'aborto, sull'eutanasia
e sulle varie questioni concernenti la bioetica. Il documento condiziona i
parlamentari cattolici ad essere restrittivi, inflessibili e intransigenti
il più possibile nell'approvazione delle leggi che riguardano la "dolce
morte", l'interruzione della gravidanza, sulla fecondazione artificiale,
sulle coppie di fatto, sulle unioni gay, sul divorzio, sull'uso degli
embrioni per la ricerca genetica. In  pratica il documento, che viene
battezzato "resistenza profetica", si ispira al modello polacco già
sperimentato a Varsavia, un documento che tende a creare gruppi di
pressione delle lobbyng cattoliche per ridurre il più possibile la libertà
dei parlamentari a votare secondo una coscienza individuale in ossequio ad
una "coscienza ecclesiastica". Insomma un capolavoro di faziosità e di
libertà.

   Cose gravi, queste, eppure nessun intellettuale è intervenuto, nessuno
ha detto niente, neppure nei tanti programmi in cui si dibattono problemi
di attualità, di crisi d'identità, della guerra in Irak o dei conflitti di
civiltà.  Contrapporsi alla chiesa è ormai diventato un  tabù che viene
evitato come una rogna da cui star ben lontani e anche se qualcuno reagisce
lo fa in uno spirito di ossequio incomprensibilmente eccessivo in chi ha
raggiunto un potere culturale e sociale e un prestigio tale da porlo al
riparo da qualsiasi reazione o ritorsione ecclesiastica. Eppure è in questo
modo che una religione prevarica in assoluta libertà e tende a
teocratizzare una società ritenendo perfettamente giusto addirittura di
dare ordini a parlamentari liberamente eletti in una repubblica democratica.

 Per quanto poi riguarda il problema degli islamici come conciliare la
ultra predicata libertà religiosa quando proprio durante l'Epifania (e
quindi prima dell'intervento del Vescovo siciliano), il Cardinale Severino
Paoletti di Torino ha invitato i fedeli perché portino il Vangelo a tutti,
cercando di convertire gli stranieri di altre confessioni religiose, come
ad esempio i buddisti e i musulmani (gli ebrei ostentatamente non vendono
citati !) parlando dei quali il porporato torinese ipocritamente ha detto
che "sono fratelli che non hanno il diritto di venire a cancellare la
nostra identità, come noi non abbiamo  il diritto di cancellare la loro". E
poi ha aggiunto:" Ai musulmani dobbiamo portare l'annuncio di Cristo non
nella logica di un proselitismo di bassa lega, ma in obbedienza al comando
di Cristo". Ma come? Non aveva appena finito di dire che i musulmani non
devono cancellare la nostra identità? qqqqqqQQQQ Questo non contraddice la
pretesa di dover noi  portare a loro il nostro Vangelo? E poi ,sempre
Paoletti: La fede non si impone, certo, ma si propone. Non basta
l'accoglienza, non basta la Caritas, non basta il centro di ascolto: ci
vuole l'evangelizzazione e poi la catechesi." Ma gli islamici non
obbediscono, a loro volta, al comando di Maometto?  E l'Allah degli
islamici e il Dio dei cristiani o quello degli ebrei, non è forse lo stesso
Dio ? Vorremmo che qualche intellettuale si sentisse in dovere di
intervenire e di chiarire, perché francamente queste polemiche mettono allo
scoperto la vera natura della diatriba, la quale non interessa i principi
basilari dello stesso Dio in cui credono le tre grandi religioni
monoteiste,  ma solo i poteri temporali truccati da amore, carità e
pseudo-conversione alla verità.

   Forse un pò di onesta e di chiarezza morale non guasterebbe

   Negli anni appena trascorsi anche varie altre Curie italiane hanno avuto
atteggiamenti di disprezzo verso le altre religioni (guardandosi bene,
però,  dall'attaccare l'ebraismo) a partire dal Cardinale Biffi di Bologna
che nel settembre del 2000 aveva detto testualmente che "gli islamici nella
stragrante maggioranza vengono da noi risoluti a restare estranei alla
nostra umanità (sic !). Essi vengono ben decisi a rimanere sostanzialmente
diversi". Nel dicembre scorso il leghista Borghezio aveva rincarato: "Le
moschee? Il brodo di cultura del terrorismo", mentre quasi
contemporaneamente, a Treviso, il sindaco Gentilini, negava ad
un'associazione culturale islamica la concessione di uno spazio pubblico.



   Non c'è che dire, in Europa ne vedremo delle belle, specialmente se
malauguratamente nello Statuto Europeo  dovesse passare la pressante
richiesta della gerarchia cattolica di riconoscere statutariamente la
morale  cattolica quale base etica della nuova Europa (il Cardinale Martini
è più volte tornato ad argomentare sul valore della Bibbia in un'etica
europea). Ma allora? Il mondo islamico deve, come suol dirsi, essere
"cestinato" in omaggio al potere della chiesa di Roma? Intendiamoci, noi
non condividiamo né la cultura islamica né quella cattolica perché entrambe
vorrebbero anteporre il diritto di Dio al diritto dell'uomo, col risultato
di respingere, ambedue, i diritti civili prima fra tutti la libertà di
dover credere anzitutto in se stessi, ma quel che è criticabile in questo
ridicolo e ipocrita palleggio è che ambedue le religioni affermano di
essere tolleranti proclamando continuamente che intollerante è l'altro,
senza riuscire ad  accorgersi, nelle rispettive miopie, che invece sono
esattamente costruite con la stessa pasta, fotocopie di fotocopie perché il
fondamentalismo è proprio questo, cioè la convinzione di possedere tutta la
verità e chiunque non la condivide deve essere emarginato o eliminato. E'
questo il nodo autentico che possiede in sé, inevitabilmente, il principio
della morte, della guerra, dell'uccisione dell'infedele qualunque sia la
sua nazionalità e la sua religione: dittature e fondamentalismi sono
esattamente il risultato di un medesimo progetto di oppressione mascherato
retoricamente con parole come amore, verità, Dio, liberazione, libertà,
protezione dal male, giustizia e chi più ne ha più ne metta.

     (Corrado Piancastelli prodena@libero.it)

)