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Un'opinione.
- Subject: Un'opinione.
- From: "Lorenzo D'Alessandro" <lor_dalessandro@tin.it>
- Date: Tue, 15 Apr 2003 09:25:42 +0200
Gentile redazione, pieno di rabbia e di senso di impotenza, vi mando un mio
articolo, forse a tratti eccessivamente emotivo, ma di certo sincero.
Grazie e a presto
Lorenzo Maria D'Alessandro
Perugia
Il crimine giusto per non passare da criminali.
Ragazzi, signore e signori, stavolta dobbiamo ammetterlo, non abbiamo più
possibilità di trovare giusificazioni: eravamo dalla parte del torto. Ieri
ogni persona sensibile se n'è accorta. Come fare a non commuoversi alla
visione del trionfo del bene contro il male? Ora tutto è chiaro, il nostro
persistere per mesi sulle nostre posizioni contro la guerra aveva come
motivo una pulsione di base: l'antiamericanismo. Oggi vediamo una folla
nella piazza, davanti alla statua abbattuta del dittatore. C'è una grande
aria di festa. Qui un popolo è stato liberato. E' emozionante vedere
l'amicizia tra liberati e liberatori. Avavemo torto, e le facce degli
Iracheni parlano chiaro. Va bene, il motivo iniziale era difendersi da
potenti armi di pan-distruzione che il dittatore teneva nascoste e non
avrebbe esitato a usare; questo motivo, pur nobile, è passato in secondo
piano, ma non per il fatto che non fosse valido e fondato:
l'amministrazione americana è sensibile a valori come la libertà e la
democrazia, e procedendo nel conflitto avviato per legittima pre-difesa, è
stato automatico che prevalesse lo spirito altruistico, che ha fatto
apparire prioritaria la restituzione a questo popolo della sua libertà. Ora
la cosa più importante è stata ottenuta: gli iracheni sono contenti. E non
è stato grazie alle nostre cazzo di bandiere della pace.
Aaaah... ma c'è un solo, ultimo ostacolo alla mia felicità; alla allegria
che, pur essendo stato dalla parte del torto, provo ora nel vedere un
popolo contento e nello scoprire sentimenti umanitari nelle azioni della
nazione più potente del mondo: l'ostacolo è che, per quanto io mi sforzi,
non riesco a non pensare che per trovare della coerenza in tutto ciò che si
è appena detto sia necessario essere in mala fede o, in valida e più facile
alternativa, di non proprio brillante intelligenza.
Ed è questo che, come sempre, agli occhi del mondo, consegnerà la ragione
ai vincitori, scippandola ai legittimi proprietari. Perché infatti sono
possibili fenomeni tanto illogici come l'amministrazione Bush, le sue
azioni, e l'appoggio mondiale di cui gode? Vien fatto di pensare che sia
proprio in virtù (chiamala virtù...) di questa commistione esplosiva, che
diventa ottimo substrato di consenso: l'interazione di una piccola
percentuale di persone in mala fede con una grande percentuale di coglioni
in buona fede.
Ora come mai, mi rendo conto che chi oggi pensa che la vittoria o i
festeggiamenti degli Iracheni siano una chiara prova delle ragioni degli
aggressori, vive davvero con una coscienza serva.
Allora vogliamo dimenticare che la giustezza di un'azione non si giudica
dall'effetto che sortisce, bensì dai motivi reali che l'hanno causata?
Non è la stessa cosa se un uomo che trova una bambina appesa all'orlo di un
burrone con le manine che stanno per perdere la presa, la mette in salvo
con l'intenzione di riportarla alla sua preoccupata famiglia, o se lo fa
per abusare di lei. Inizialmente la piccola non si porrà minimamente il
problema (anche perché la sua mente non concepisce quel tipo di violenza),
e sarà certamente contenta di non essere precipitata nel burrone. Questo
non vorrà dire affatto che il pedofilo-salvatore è un brav'uomo.
Vogliamo dimenticare che la buona nazione che oggi salva, ieri sosteneva
colui che era massima fonte del dolore di questo popolo, colui che ne
sterminava un paio d'altri, colui che era l'ultimo a patire di un embargo
imposto dai salvatori di oggi?
E visto che ci siamo, dimentichiamo anche che questa nazione che oggi si
batte per la libertà dei popoli e per la democrazia, e che è penalizzata
dalla casuale coincidenza dei fatti di oggi con la collocazione di
interessi economici proprio in quell'area in cui sta combattendo (noi
pacifisti di sinistra mangiatori di bambini, come strumentalizziamo...)
ieri organizzava colpi di stato in paesi democratici, appoggiava le
peggiori dittature dell'America Latina; oggi mantiene la pena di morte,
nonostante che sia provato come la giustizia negli USA sia appannaggio dei
ricchi; si oppone alla distribuzione libera dei farmaci ai paesi che ne
hanno bisogno; si rifiuta di firmare trattati contro armi di distruzione di
massa (bombe a frammentazione, ecc.); non sottoscrive trattati per la
salvaguardia ambientale del pianeta.
Dimentichiamo che G.W.(lo chiamano "dabliu"!) Bush e tutti i suoi più
stretti collaboratori (tutti sanno che non è tutta farina del suo sacco: il
suo sacco fornisce più che altro la segatura) sono a capo o in posizioni di
spicco delle maggiori aziende petrolifere del mondo.
E non pensiamo al fatto che, negli ultimi decenni, la politica estera
americana ha sempre sostenuto i regimi totalitari nei paesi arabi, perché
un mondo arabo con coscienza di sé e democratico potrebbe smetterla di
essere un popolo di poveri: farebbe molta, ma molta paura. Bene,
improvvisamente hanno cambiato idea alla casa Bianca.
Infine non preoccupatevi troppo di quello che scrivevano personaggi che
contano come Perle e Wolfowitz, di come dichiaravano, già tanto tempo fa,
indispensabili gli interventi in Iraq per tutelare gli interessi americani:
scherzavano!
Ma la credibilità non ha più nessuna importanza? La credibilità, ciò che si
è fatto in passato è cosa fondamentale solo quando andiamo a cercare
lavoro? (oggi storcono il naso anche per farti fare il lavapiatti, se non
hai fatto un master a cazzonesoxford)
Guarda un popolo mentre viene affamato, guardalo mentre viene massacrato,
fornisci al carnefice il tuo sostegno e guarda, guarda... ora liberalo: te
ne sarà grato. Non esiste dignità quando hai fame e tuo figlio non mangia
da tempo.
Gli Iracheni avranno migliori condizioni di vita e maggiore libertà.
Potranno finalmente godere in maggior misura della ricchezza dovuta al loro
petrolio, ma ci metteranno tempo ad accorgersi che quello che oggi viene
perpetrato contro di loro è un crimine meno brutale ma più sottile, più
subdolo. E' una schiavitù da cui sara impossibile liberarsi.
Ci sarà una fase di transizione, in attesa di un governo iracheno; forse un
protettorato di mesi o più, ma finalmente avranno un governo fantoccio
fatto solo da iracheni (molti saranno i dissidenti rientrati dopo anni
dagli USA).
Perché la democrazia deve avere un suo substrato, delle fondamenta. Se ora
gli invasori se ne andassero immediatamente, l'Iraq probabilmente sarebbe
presto devastato ancora di più da guerre tra clan, etnie e da vendette
incrociate. Questo giustifica la permanenza degli alleati, ed è funzionale
alla predazione. Ma questo dimostra anche che la democrazia non nasce dalla
sera alla mattina, tanto meno se imposta.
E, pur in un regime di libere elezioni, la democrazia la si pilota, se non
si hanno oppositori forti, se si hanno tanti soldi, se si è esperti di
manipolazione subliminale dell'informazione (ci siamo cascati pure noi, che
da questo punto di vista siamo più preparati alla difesa!), se si ha a che
fare con un popolo talmente abituato a non avere niente, che è già contento
se gli dai 2 chili di pane (vedi i saccheggi di oggi: ho visto portare via
cose del tutto inutili e prive di valore). Se poi il popolo di cui vuoi
controllare la politica si sente di doverti qualcosa, dimenticandosi che
fino a ieri tu hai reso forte colui che lo sterminava; che non hai esitato
ad abbandonarlo dopo che ti aveva dato la sua fiducia; che te ne sei
sempre fottuto della sua cultura e dei drammi dei suoi fratelli di
Palestina, allora il gioco è fatto: sarà uno scherzo ottenere quei
contratti di gestione di pozzi per 50 anni, quei contrattoni per la
ricostruzione, il permesso di impiantare quelle basi militari, per la loro
stessa sicurezza s'intende (sai, oggi i nemici sono altri...)
Tutto ciò dimostra semplicemente che il crimine, come qualsiasi altra
attività umana, si evolve. Oggi nei paesi arabi ci sono meno computer, meno
connessioni adsl, meno automobili, insomma, le attività umane sono meno
evolute, quindi anche l'ordinamento degli stati; i dittatori sono anche
loro dei criminali meno evoluti, e quindi più sanguinari: hanno bisogno di
ammazzare, di sterminare; non hanno ancora sviluppato la violenza subdola.
Il crimine sanguinario dei dittatori è più efferato del crimine sottile e
sofisticato di chi trova il modo di invadere e sembrare un liberatore, di
rubare e sembrare un onesto compratore, di fare ammazzare e sembrare un
difensore, di manipolare ed apparire come colui che carica sulle sue spalle
tutte le responsabilità. Il crimine dei dittatori però è più visibile, più
identificabile nella sua piena identità, ed in questo senso debellabile e
molto meno pericoloso, almeno nel lungo periodo.
Ma questo la gente non lo vuole sapere e capire, come quando guarda con
odio lo straniero che ruba nel supermercato, ma in fondo non è proprio
incazzatissima con l'imprenditore che evade decine di migliaia di euro
all'anno. Insomma, solo de Andrè e pochi altri non hanno trovato il crimine
giusto per non passare da criminali.
Per tutto questo, oggi protestare e boicottare i prodotti degli USA è
ancora più importante.
A presto
Lorenzo