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LA GUERRA ALL'IRAQ, ALL'INFORMAZIONE, ALLE CATEGORIE, ALPENSIERO: Combatterle tutte, una per una, con critica intelligenza.



LA GUERRA ALL'IRAQ, ALL'INFORMAZIONE, ALLE CATEGORIE, AL PENSIERO:
Combatterle tutte, una per una, con critica intelligenza.



La campagna d'Iraq non è ancora del tutto conclusa che già si apre il vaso
di Pandora della guerra politica: quello che deve servire da preparazione
alle campagne successive, alla guerra infinita.
La rivoluzione culturale inaugurata della banda dei quattro di Washington
deve dispiegarsi velocemente, adesso, ai quattro angoli dell'impero.

Passiamo in rassegna brevemente alcune delle argomentazioni già in campo,
soprattutto nella Provincia Italiae:

1. - Chi ha manifestato contro la guerra è stato sconfitto perché la guerra
è stata vinta, per giunta velocemente, e con solo poche migliaia di vittime
civili; non serve il dettaglio del caos di Bagdad e delle altre cittá, non
serve dubitare sulle reali possibilitá di approdo democratico in Iraq, né
dei rischi di destabilizzazione nel medio oriente e nello stesso occidente;
tantomeno è ammesso il rischio di crescente terrorismo.
2. - Chi continua a rompere le scatole con il pacifismo è essenzialmente un
fottuto antiamericano, e non si rende conto che, invece, gli USA hanno
inaugurato la nuova stagione di interventismo rivoluzionario che
ridisegnerà totalmente la carta del mondo, secondo i principi di democrazia
e libero mercato.
3. - Una delle conferme del grande cambiamento a cui stiamo assistendo è il
fatto che gli eventi succedutisi con incalzante rapidità hanno demolito in
quattro e quattr'otto categorie obsolete che servono solo a nostalgici
fuori dal mondo, a partire delle categoria di “destra" e “sinistra"; ma se
ne aggiungeranno altre a cui siamo affezionati.

Dal che si possono dedurre alcune cose di un certo rilievo:

La guerra non aveva come obiettivo il disarmo dell'Iraq, o meglio delle
armi di distruzione di massa, ma l'occupazione militare e culturale del
Medio Oriente, di cui questa campagna è solo il primo passo.
La guerra risponde ad un disegno strategico che assomiglia molto alla
teoria della rivoluzione in ogni paese. La banda dei quattro non è tanto
ispirata da Mao quindi, piuttosto da Trotsky; ma siccome è intimamente
capitalista e crede fondamentalmente nel libero mercato sciolto da vincoli
e lacciuoli, la sua prassi assomiglia di più ad un neocolonialismo globale
che si dispiegherà militarmente sul terzo mondo (e chissà se solo sul
terzo), ogniqualvolta le libere leggi del mercato troveranno un ostacolo
fastidioso sul proprio cammino.
Per inciso, il libero mercato che la banda dei quattro ha in mente è quello
per il quale gli USA possono continuare a prosperare sul debito finanziato
da tutto il resto del mondo, attualmente pari al 22.5% del loro PIL, che
diventerà il 50% nel 2010 e il 100% nel 2020. Mercato dunque poco libero e
invece molto costretto, contrariamente alle indicazioni che l'FMI dà a
tutti i paesi del sud a cui suggerisce comportamenti del tutto diversi.
E´chiaro che per ottenere questi trend risultano indispensabili due
condizioni: la supremazia esclusiva del dollaro e quella delle tecnologie
militari. Non da ultimo -almeno finché la categoria del “consenso" sarà
ancora ritenuta costitutiva del tipo di democrazia che i nuovi profeti
hanno in mente- risulterà essenziale il controllo dei media e
dell'industria culturale, anche per il pericoloso calo di audience che
negli ultimi anni ha subito la teologia neoliberista -e le sue succursali
FMI e WTO in testa- a causa dei crolli del Messico, delle cosiddette tigri
asiatiche (Corea, Taiwan, ecc.), e in rapida successione di Brasile,
Russia, Argentina e Turchia.

E sembra quindi evidente che il disegno di Unificazione Europea, nel quadro
descritto, appare a questi esegeti di inizio millennio come il fumo negli
occhi, poiché il loro obiettivo è, per loro stessa ammissione, quello di
impedire che altri paesi o gruppi di paesi possano diventare concorrenti
strategici degli USA.

Ora, se le cose stanno in questo modo, non si vede il motivo per cui si
debba riconoscere (dentro quella parte politica che continuiamo a chiamare
“sinistra") qualche potere di orientamento o di condizionamento del
dibattito politico italiano ai vari Ferrara, Vespa, ecc.; ma anche il
Direttore del “Riformista", Polito, non ci sembra il riferimento auspicato;
lo vedremo, (Polito) sempre più spesso nei vari talk-show, ma questo
rientra nelle "normalità" del paese globale nei tempi che corrono.

Piú serio sarebbe sostenere alcune evidenze:

1)- siamo contro la guerra.
2)- siamo contro questi U.S.A.
3)- auspichiamo vivamente che alle prossime elezioni Bush sia sconfitto
(auspicheremmo anche che gli elettori statunitensi si recassero in massa
alle elezioni, anziché quel misero 23-24% che rende come minimo asfittica
la loro democrazia).
4)- dobbiamo operare per questo risultato, anche facendo comprendere agli
elettori americani, che procedendo così non vanno incontro ad un futuro
migliore; (visto che i circa 40 milioni di loro concittadini sotto la
soglia di povertà potrebbero diventare 50 o 60); inoltre non gioca a loro
favore questo insistere nell'obesità agli ormoni o al transgenico
multinazionale, ancora più se dall'altra parte si muore letteralmente di
fame.
5)- il popolo americano dovrebbe comprendere che nella maggior parte delle
aree del pianeta gli USA sono vissuti come potenza negativa, che sì, incute
timore, ma che di certo non hanno molto a che fare con una rappresentazione
aurea della democrazia.
6)- l'immagine di democrazia che emana dagli USA, anzi, rischia di
distruggerne il valore (della democrazia); un'altra categoria che se ne va !
7)- gli USA devono finirla con la prassi di creare dittatori in giro per il
mondo, sostenerli e poi abbatterli quando la congiuntura economica lo
richiede: sta diventando un gioco troppo evidente!
8)- gli USA vanno condannati per questa pratica, prima ancora che per le
successive periodiche guerre che scatena. Vanno condannati per non aver
sottoscritto l'accordo relativo al Tribunale Penale Internazionale, per
quello di Kyoto sulle emissioni inquinanti, per la protervia con cui si
oppongono alla liberalizzazione della produzione dei farmaci anti AIDS e
contro le malattie più diffuse sul pianeta, per la unilateralità con cui
hanno scatenato una guerra di aggressione, per il fatto di possedere ben
oltre il 90% di tutte le armi di sterminio di massa del pianeta.
9)- l'Europa deve diventare potenza politica.
10)- l'Europa deve costruire un asse strategico con il sud del mondo.
11)- l'Europa deve esportare il suo modello di economia sociale di mercato,
un'idea di welfare-globale progressivo, di multilateralità e solidarietà
tipicamente occidentale; questo modello può essere accettato dalla grande
maggioranza dei paesi.
12)-al popolo europeo va detto che in gioco c'è un futuro possibile la cui
condizione è quella di far crescere il benessere di tutti, anche dei non
europei; oppure un futuro possibile in cui le 457 famiglie più potenti del
pianeta avranno tra breve un "loro PIL" equivalente a quello di 3 o 4
miliardi di persone (mentre già oggi equivale a quello dei 2 miliardi di
persone più povere).
13)-al popolo europeo va detto che non va sostenuto nessun politico che
metta in discussione l'unità europea o che assuma un comportamento ambiguo
come ha fatto il nostro Presidente del Consiglio. Il 12 aprile, finalmente,
egli (Berlusconi) ha sostenuto con estrema chiarezza che è a favore della
banda dei quattro e che bisogna procedere rapidamente con la rivoluzione
anche in Italia, modificando innanzitutto la Costituzione Italiana di
ispirazione sovietica: gli interessava in particolare l'Art.41 della
Costituzione, alla cui lettura rimandiamo affinché non ci siano equivoci
sulle sue idee ed aspirazioni.
14)-le energie migliori per raggiungere questi obiettivi di multipolarità,
di multilateralità, di equilibrio e diritto internazionale, di pace, sono
essenzialmente di natura culturale e vanno ricercati in quel luogo in
movimento di cui le giovani generazioni sono i migliori interpreti; siccome
la guerra sarà lunga (più che decennale) e questi giovani diventeranno loro
malgrado nel frattempo adulti, è su di loro che ci si deve concentrare.
Papa Woytila lo ha compreso perfettamente, come lo ha compreso l'On.
Adornato (Forza Italia, ex deputato di centro sinistra) che prefigura una
campagna di acculturazione sui valori dell'occidente (come lui se li
immagina) fatta a partire dalle scuole; sono suoi accompagnatori in questo
progetto, generali, ex generali, giuristi che tutti insieme ricordano il
piano di rinascita nazionale dell'emerito Licio Gelli, grande amico di
dittatori ed aspiranti tali a oriente ed occidente.
15)-in mezzo alla guerra ci sono infinite battaglie: non ci resta che
imparare a combatterle tutte, coerentemente e direi ludicamente, dalla più
piccola alla più grande, dal villaggio, alla provincia, alla metropoli,
dentro ogni contesto, dentro ogni categoria presente e futura: destino
degli uomini e delle donne è avere una testa, non una testata.